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Descrizione
La narrazione degli avvenimenti storici si configura di frequente come vera e propria falsificazione del passato. Una inclinazione della storiografia, questa, che è venuta accentuandosi nel corso dell'età contemporanea. In queste pagine Sandro Fontana ripercorre alcuni episodi della storia del Novecento, intenzionalmente distorti da una certa storiografia «militante» per immediate finalità ideologico-politiche. Si fa così luce sul mito della vittoria mutilata nel 1918 e sulla favola di Aldo Moro alleato dei comunisti; viene erosa se non demolita l'epopea della Rivoluzione d'Ottobre al pari della Resistenza tradita dalle forze moderate; si ridimensiona la segreteria Berlinguer e si mostra l'assoluta banalità della sua cosiddetta «terza via», si denuncia la congenita doppiezza del pacifismo e viene ricostruita nella sua realtà la strage di Marzabotto senza indulgere a strumentalizzazioni. Questo un compendio dei principali argomenti analizzati nel libro. Ma, al di là di letture del passato parziali o non pienamente conformi a criteri di scientificità, nelle pagine di Fontana si sottolinea la responsabilità morale dello storico nei confronti della società in cui opera, contribuendo la storiografia in modo eminente a formare il senso comune di un Paese.
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DETTAGLI DI «Le grandi menzogne della storia contemporanea»
Tipo
Libro
Titolo
Le grandi menzogne della storia contemporanea
Autore
Fontana Sandro
Editore
Ares Edizioni
EAN
9788881554522
Pagine
144
Data
ottobre 2009
Peso
230 grammi
Altezza
20 cm
Larghezza
13 cm
Profondità
1 cm
Collana
Faretra
Recensioni di riviste specialistiche su «Le grandi menzogne della storia contemporanea»
Il testo fa parte della corrente revisionista della storia italiana recente, una sorta di contro-storia che vorrebbe ovviare alle falsificazioni del passato e alle loro dipendenze ideologiche. Gli episodi ripresi sono la vittoria del 1918, la figura di Aldo Moro come alleato dei comunisti, la Rivoluzione d’ottobre, la resistenza, la segreteria di Berlinguer, il pacifismo e la strage di Marzabotto. Nell’insieme un utile controcanto agli eccessi della storiografia precedente, ma assai lontana dal rigore richiesto e non meno dipendente dallo «spirito del tempo» della storiografia a cui s’oppone.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2010
(http://www.ilregno.it)
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