Ontologia della relazione
(Nuova Biblioteca)EAN 9788881374311
Se sul finire del secolo scorso, dopo una lunga stagione di pensiero che aveva a più riprese decretato la fine della metafisica come un inconfutabile dato di fatto storico- filosofico, l’ontologia sembrava essere una disciplina ormai senza futuro, all’inizio del terzo millennio essa sembra conoscere una vera e propria rinascita che investe i più diversi ambiti disciplinari. In questo contesto s’inserisce anche la pubblicazione, a cura di Basilio Petrà, del saggio di Christos Yannaras, filosofo greco poco noto al pubblico italiano, che propone una riflessione sistematica sui concetti, apparentemente antitetici, di ontologia e relazione. Nel titolo ambizioso di Ontologia della relazione sono infatti contenuti a un tempo il progetto e la posta in gioco su cui esso si regge, attraverso l’uso di un genitivo insieme oggettivo e soggettivo: non si tratta solo di un’indagine sulla relazione come «modalità dell’essere» e sulle sue strutture formali, ma di un tentativo di mettere in luce il suo statuto ontologico. Yannaras conduce il lettore sulla strada di un superamento della metafisica, ma non di una sua distruzione: la sua ontologia della relazione non si pone, infatti, in alternativa né come antagonista rispetto a un’ontologia della sostanza, ma piuttosto come un percorso di pensiero a essa complementare, così come complementari sono nell’uomo natura e libertà. Il punto in questione risiede nella domanda se «l’evento significato con la parola relazione (in alcune circostanze) può avere un contenuto ontologico». L’autore, criticando la visione individuocentrica della metafisica soggettivista, pone nell’evento relazionale il fondamento ontologico del soggetto. L’argomentazione, nella quale si riconosce una chiara impostazione personalista, vuole porre in luce una nuova figura della razionalità per la quale la verità non coincide con l’universale impersonale, ma con ciò che è condiviso. Non si tratta però di una professione di relativismo: la verità non appartiene all’individuo, ma può essere raggiunta «soltanto con l’esercizio delle relazioni secondo ragione». L’ipotesi di fondo del volume, e cioè che si possa parlare in senso proprio di un’ontologia della relazione, è convalidata dal riferimento incrociato alla teologia trinitaria e alla riflessione lacaniana: da un lato la semantica religiosa permette al linguaggio umano d’esprimere l’esperienza della relazione e l’affermazione giovannea che Dio è amore e permette di definire la relazione come spazio di autotrascendenza senza il quale il soggetto rimane schiacciato sul piano del determinismo naturale; dall’altro la psicologia clinica di Lacan attesta la presenza dell’alterità nella costituzione stessa della soggettività («il soggetto nasce al posto dell’Altro»). Dunque, secondo Yannaras, «il soggetto razionale oltrepassa la natura senza togliere la realtà della natura» proprio perché la relazione si differenzia esistenzialmente dalla natura, costituendo un differente modo di esistenza. A partire da questa ontologia fondamentale, viene poi sviluppata una riflessione sulla bellezza come chiamata alla relazione e sul male come mancanza qualitativa di relazione, per concludere con una reinterpretazione relazionale del tema dell’esistenza dopo la morte. Una sintesi interessante e ricca di spunti di motivi filosofici di area personalista con una stimolante parentesi ecclesiologica.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 4
(http://www.ilregno.it)
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