Lanno 2008 è contrassegnato, nella Chiesa universale, dallavvio del cosiddetto anno paolino, in cui si fa preziosa memoria del bimillenario della nascita dellapostolo Paolo.
La figura dellapostolo delle genti segna in modo rilevante il tessuto vitale della Chiesa ambrosiana, come testimoniano le sessanta parrocchie e i circa cento luoghi sacri a lui dedicati (il più delle volte menzionato in unione allapostolo Pietro) o la stessa tradizione che lega la nascita della Chiesa milanese a san Barnaba, compagno di Paolo. Il legame più autentico si colloca tuttavia a un livello più profondo, che prende le mosse dalla peculiare valorizzazione degli scritti del corpus paolino nella tradizione ambrosiana - riportata alla luce nel lezionario ambrosiano che entra in vigore nellavvento 2008 - e si traduce nellassunzione dello stile missionario ed evangelizzatore dellapostolo nella vita pastorale diocesana.
Tra i diversi aspetti che caratterizzano lazione apostolica di Paolo merita di essere ricordata in primo luogo la sua attenzione allunità della comunità cristiana e alla valorizzazione dei diversi doni che la animano: «vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-7). La scelta di una comunione ecclesiale pienamente vissuta che ne consegue è ben espressa nellidentità dei settantaquattro decanati in cui è articolata la diocesi: si tratta infatti di luoghi significativi di confronto tra le parrocchie e di valorizzazione dei diversi ministeri ed è proprio per questo che sono stati scelti come punto di riferimento per la visita pastorale dellArcivescovo. Figura matura di tale azione pastorale condivisa è poi la comunità pastorale, che si esprime ormai nel significativo numero di quarantatre realtà, interessando nel complesso circa cinquecentomila fedeli.
Dellapostolo Paolo si ricorda inoltre lattenzione posta nella formazione dei responsabili delle comunità cristiane, come raccomanda scrivendo al «figlio nella fede comune» Tito: «per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato» (Tt 1, 5). Unapplicazione significativa di questa attenzione alla formazione dei presbiteri è costituita dalla nuova modalità di ingresso nel ministero avviata con lanno pastorale 2007-2008. Tale percorso inizia dal periodo del diaconato e per questo motivo, per la prima volta, la Guida del 2008 indica espressamente la presenza dei diaconi seminaristi in quelle parrocchie o comunità pastorali che sono state scelte come contesti significativi per la formazione pastorale e la fraternità presbiterale.
Laspetto più rilevante del ministero paolino è tuttavia individuabile nella sottolineatura del compito missionario e quindi nella valorizzazione delle diverse vie che consentono la comunicazione della fede. Tra queste Paolo ricorda anche la trasmissione della fede tra le generazioni, come scrive al discepolo Timoteo: «mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te» (2 Tm 1, 5). Si tratta di un aspetto richiamato con particolare forza nellattuale tappa del percorso pastorale Famiglia comunica la tua fede e comporta, tra laltro, limpegno a rimotivare la decisione dei genitori di chiedere il battesimo per i propri figli, assumendo le responsabilità che ne derivano. Basta un semplice sguardo alle oltre mille chiese parrocchiali indicate dalla Guida e alle altre chiese provviste di un battistero (di uso attuale o storico) per intuire la dimensione di tale impegno, nel passato ma soprattutto nelloggi della vita della Chiesa milanese.
Facendo memoria dellinconfondibile stile pastorale dellArcivescovo Montini, di cui il sei agosto ricorre il trentesimo anniversario della morte, preghiamo il Signore perché la Chiesa milanese sappia essere fedele alla propria storia, custodendo «il buon deposito con laiuto dello Spirito santo che abita in noi» (2 Tm 1, 14).