Uomini celesti e angeli terrestri
(Presenza di franc.) [Brochure]EAN 9788879622486
Il volume di D. Solvi affronta la lettura di alcuni brani dei Fioretti per verificare se il loro messaggio e il modo di raccontare gli eventi legati a Francesco d’Assisi sono conformi con la spiritualità del Santo, rispecchiata anzitutto nei suoi Scritti. Su questa linea di fondo, l’A. costruisce il suo libro dal secondo al nono capitolo, invece il primo assume, in un certo modo, la fisionomia di introduzione alle problematiche storiche e redazionali della tardiva fonte francescana.
Sulle prime pagine Solvi offre una moderna statistica, effetto della ricerca sull’internet, legata alla fonte. Da essa risulta che si tratta di un’opera che suscita molteplici interessi fino ad oggi, ponendo la questione della nascita della fonte; l’A. colloca i destinatari dello scritto nell’ambiente laico devoto, non legato agli spirituali o generalmente ai frati (p. 13-14). Inoltre afferma che il rapporto tra gli Actus e i Fioretti va oltre «opere sorelle, benché siano in realtà madre e figlia» (p. 14). Al seguito delle considerazioni sul genere letterario, Solvi propone la risposta alla domanda perché il successo plurisecolare della fonte: «L’elemento più caratteristico dei Fioretti, quello che ci conduce a scoprire il segreto – e il fascino – del loro racconto è proprio questa assenza del male. Un’assenza che è il frutto di una speculare e pervasiva azione del bene, che è Dio stesso, presente in mezzo ai frati come in una nuova Pentecoste» (p. 17). […] «Il fascino di questa visione – perché i Fioretti sono tutti una visione, anche al di fuori delle visioni vere e proprie – consiste nella rottura dei vincoli terreni, nel superamento della stessa finitezza e imperfezione dell’uomo, nel balenare di una prospettiva di rinascita» (p. 19). […]
«Credo che non sia un caso che la fortuna arrida proprio alla versione volgare dei Fioretti, piuttosto che a quella latina degli Actus: l’uso del volgare viene avvertito come una nota di spontaneità e di genuinità che corrisponde in pieno […] al vagheggiamento antimoderno di un mondo più semplice e puro, non contaminato dagli artifici dell’intellettualismo e del progresso. Se questo è vero, non è immotivata la simpatia che i Fioretti incontrano ancora oggi…» (p. 21).
I successivi capitoli della pubblicazione presentano le situazioni, tramandate dallo scritto del XIV secolo, in cui la tensione o la difficoltà si dissolve in forza dell’ogni regnante bene. Solvi nota: «Nei Fioretti il conflitto tra personaggi è stemperato dalla conversione dei malvagi, la terra si fa naturale prolungamento del cielo nell’esperienza diffusa delle visioni e, nel complesso, il narratore preferisce celebrare il bene che soffermarsi a esecrare il male» (p. 17). Iniziando dal celebre racconto sulla perfetta letizia – Fior VIII – l’A. verifica la possibilità dell’identità del messaggio religioso, spirituale, incluso nella fonte, con la spiritualità trasmessa direttamente dal protagonista tramite i propri Scritti. Le analisi dei singoli brani scelti, per i successivi otto capitoli, offrono al lettore la conferma sostanziale e la fedeltà della fonte tardiva riguardo all’ideale carismatico del Fondatore. Solvi si serve nell’analisi, oltre agli Scritti dell’Assisiate, anche delle altre fonti agiografiche che riportano gli episodi simili o paralleli presenti nei Fioretti. La sequenza dei frammenti presi in esame è ben pensata e non è casuale. Dopo il racconto sulla perfetta letizia (p. 23-34), Solvi propone il tema della cristiformità di Francesco (p. 35-45), uno dei capisaldi della spiritualità del Santo, ma con la sua fortissima connotazione trinitaria. L’A. focalizza anche la questione «come e perché Francesco diventi un altro Cristo» (p. 45), rilevando la sua primaria importanza in relazione al fatto «che Francesco sia stato un altro Cristo» (ivi). L’esempio del Poverello ha attratto gli altri per intraprendere la strada della sequela di Cristo, e di ciò parlano i capitoli quarto e quinto del libro rispettivamente dedicati a frate Bernardo, il primo compagno (p. 47-61), e a santa Chiara (p. 63-76). L’episodio dell’adesione di Bernardo è presentato nella prospettiva della conversione e della liberazione dai vincoli materiali, invece il racconto del pranzo comune di Francesco e dei suoi frati con Chiara e la sua compagna presso la loro dimora alla Porziuncola risolve il problema dei rapporti con le donne in seno alla vita francescana maschile. I capitoli 6-9 possono essere comunemente classificati come i racconti delle relazioni tra Francesco e il mondo circostante. Infatti, il capitolo sesto tratta della predicazione di Francesco, e conseguentemente, di quella dei suoi seguaci (p. 77-90); il settimo espone la delicata, ma basilare per i Minori, nozione e intesa della povertà, nonché il nucleo del significato della sua osservanza nella vita religiosa (p. 91-106); l’ottavo capitolo affronta il problema delle missioni tra gli infedeli, in base del famoso incontro tra il Santo e il sultano Malik al-Kamil, che governava le terre dell’Egitto e della Siria, nel cui territorio allora si trovava la Terra Santa (p. 107120); il nono tocca la tematica del servizio alle persone più emarginate ed escluse dalla società e da qualsiasi forma della vita comune, e cioè i lebbrosi (p. 121-131).
Proprio l’ultimo capitolo forma un richiamo al terzo capitolo, alla cristiformità di Francesco una sorta di inclusione, poiché osserva che il servizio ai lebbrosi per l’Assisiate era la partecipazione alla vita stessa del Figlio di Dio nella sua kenosi. Infatti afferma: «La sequela di Cristo è conformità al Dio umiliato per amore, e dunque consiste nella compassione e nel servizio agli uomini, tutti poveri e bisognosi, tutti lebbrosi di fronte a Lui. […] Servire i lebbrosi non è, dunque, un atto ascetico, una prova dio abnegazione di sé consistente nel vincere il ribrezzo e dimostrare il dominio dello spirito sulla debolezza della carne. […] Servire i lebbrosi è per Francesco diventare un secondo Cristo, partecipare alla redenzione del genere umano dopo aver scoperto che ogni uomo era lebbroso e che Cristo, faccendoni lebbroso come lui, è sceso a dargli assistenza e ad alleviare le sue pene» (p. 130-131).
Questo libro riporta dunque i valori spirituali presenti nei Fioretti, provando che non si distanziano per il contenuto, ma solo per la forma letteraria, dal grande messaggio carismatico degli Scritti di san Francesco. All’A. va riconosciuta l’abilità di tale verifica, arricchita di molti legami intertestuali tra le fonti francescane e della attenta analisi dei centrali temi spirituali proposti e vissuti dal Poverello. Un lettore interessato a un tale livello troverà qui molte informazioni su cui riflettere. Si augura che Solvi possa realizzare un esame del genere anche per tutta la fonte, che da secoli è prediletta dalle persone che cercano il respiro dell’armonia e della presenza del cielo sulla terra.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2016
(http://www.seraphicum.com)
-
10,00 €→ 9,50 €