I luoghi di frate Francesco. Memoria agiografica e realtà storica
(Tau)EAN 9788879621588
Con alle spalle un quarantennio di studi francescani, il cappuccino ed emerito docente Luigi Pellegrini ci lascia con questo testo un altro dei suoi lavori, ricco di suggestioni, letture incrociate, interpretazioni relative ai luoghi di san Francesco. E diciamo subito che i «loca» non sono tanto e solo luoghi geografici logistici, quanto spazi esistenziali trasmessi, elaborati e rielaborati della memoria e dell'esperienza del santo di Assisi; santuari abitati e frequentati a tutt'oggi della memoria sanfrancescana con le inevitabili «metamorfosi» che questa ha avuto nella sua lunga durata. Un testo che, con amicale affetto, è stato prefato da Grado Merlo, attestando la professionalità dell'autore nell'offrirci «una guida preziosa realizzata attraverso un uso rigoroso della documentazione» senza venire meno alla passione e alla vocazione francescana dell'autore (p. VII). Ed è proprio questo, credo, il pregio immediatamente percepibile del lavoro di Luigi Pellegrini.
I luoghi a cui l'autore fa riferimento sono spazi, già da lui «frequentati» in occasione di convegni o di pubblicazioni, spazi dove ha potuto trovare e saldare fraterne amicizie con vari frati, citati con riconoscenza nell'introduzione. Luoghi circoscritti, che non abbracciano certo tutta l'itineranza di frate Francesco. Ci si concentra sull'epicentro di Assisi con i luoghi di Rivotorto (con i racconti agiografici sulla prima fraternitas), della Porziuncola (da dimora precaria a santuario in una complessa vicenda); La Verna (riletta a partire dall'esperienza personale delle stimmate di Francesco in una difficile recezione di questo evento «inaudito», per cui solo in un periodo successivo si fissa un insediamento stabile); i luoghi della Valle Reatina, con Greccio in primis, nella più facile e comprensibile recezione della solenne celebrazione del Natale, tre anni prima della morte del Santo, come ricorda Tommaso da Celano.
Seguono gli altri insediamenti, ruotanti attorno all'epicentro di Rieti, frequentemente sede della curia papale e delle famiglie cardinalizie munifiche benefattrici dei Minoriti. L'ultimo capitolo, il sesto, è un ritornare ad Assisi, dopo Francesco, con la costituzione ed evoluzione del «grande centro polifunzionale» che è il Sacro Convento, l'evoluzione della memoria affettiva che si era espressa nella Porziuncola, progressivamente divenuto santuario di pellegrinaggio potenziato dall'indulgenza del 2 agosto. Sacro Convento e Santa Maria degli Angeli, i due epicentri futuri delle due anime del francescanesimo, senza tralasciare i non meno importanti luoghi di San Damiano dove si era svolta la vicenda di santa Chiara, la «memoria lunga» dell'esperienza di frate Francesco, e l'eremo delle Carceri, con la tarda identificazione con l'attuale insediamento. L'importanza dell'itinerario che l'autore compie si basa su una lettura incrociata di tutte le fonti disponibili relative ai luoghi citati, ricostruendo un quadro storicamente fondato, riconoscendo le metamorfosi avvenute, le stratificazioni interpretative secondo rimandi dal sapore ideale, che riflettono le intricate vicende evolutive della storia francescana.
È un testo che non vuole porsi in modo demistificatorio, ma con rigore metodologico attento alle fonti documentarie, senza soluzioni combinatorie. In questo senso la proposta che scaturisce dall'analisi di Pellegrini è ancora una volta rigorosa. Un ampio apparato bibliografico arricchisce il testo, dando la possibilità di allargare la proposta culturale di questi itinerari. Mi piace ricordare che il libro è stato presentato a Padova il 13 aprile 2011 nel contesto degli «Incontri con l'Autore», iniziativa promossa dal Centro Studi Antoniani in collaborazione con il Dipartimento di Storia dell'Università di Padova. L'incontro, animato da Maria Pia Alberzoni e da Maria Grazia Del Fuoco, è stata occasione per dimostrare l'amicizia e l'affetto di tante persone, che si riconoscono nel magistero francescanista di Luigi Pellegrini. Emerito, ma non «in pensione».
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" L, 2011, fasc. 2-3
(http://www.centrostudiantoniani.it)
L’Autore realizza una preziosa disamina sui luoghi delle origini del Francescanesimo, luoghi signi?cativi riguardanti l’esperienza spirituale di Francesco e dei primi compagni. La “lente” mediante la quale realizza questo studio è l’analisi approfondita dei testi agiogra? ci. Tuttavia, egli avverte che è necessario «depurare le informazioni dagli inevitabili processi di interpretazione di quegli eventi e della tendenza a retroproiettare sulla realtà dei primordi le condizioni di vita dei frati ormai profondamente modi?cate» (p. 31).
Il libro è diviso in sei capitoli che si occupano rispettivamente dello studio dei primi luoghi nei quali la Fraternità francescana si è ritrovata: Rivotorto, La Porziuncola, La Verna, Greccio, la Valle Reatina, Assisi. Prima di tutto è Rivotorto ad essere oggetto di studio. Tutti gli agiogra? sono concordi nell’assegnare al sito un valore importante perché rappresenta il posto in cui Francesco e i primi frati si ritrovano ed iniziano la loro esperienza comunitaria ed apostolica che ha i tratti marcati dell’itineranza. Pellegrini evidenzia con particolare attenzione il ruolo che ciascun agiografo attribuisce a Rivotorto. Tuttavia, in modo inequivocabile, dalle fonti agiogra? che emerge la grande mobilità dei primi frati con il tugurio dimora di incontro. Vi è poi la Porziuncola che è pure luogo di convegno dei primi francescani dopo le loro missioni itineranti.
L’Autore evidenzia la sviluppo di due tradizioni: quella di Rivotorto e quella della Porziuncola. Esse si basano sul valore che gli agiogra? attribuiscono a questi due loci, che, secondo le conclusioni di Pellegrini, sono degli hospitia che i frati trovano sul loro cammino apostolico. Si passa allo studio della località de La Verna, espressione dell’apoteosi mistica del Poverello che, giunto al vertice del suo itinerario, compone e dona a frate Leone la famosa Chartula. Dopo la morte di Francesco il monte diventa meta di frati che vivono secondo uno stile solitario ed improntato a rapporti fraterni familiari e solidi. Con il tempo La Verna diventa un posto caratteristico e signi?cativo anche per la presenza di un santuario ivi edi?cato e per una comunità ormai stabile. Segue poi Greccio, luogo della famosa celebrazione del Natale del 1223 e della lettera dei tre compagni del 1246. Secondo l’Autore «nel locus Grecii, appartato e silente, si cristallizza la memoria di episodi legati alla vita del santo, circonfusi di meraviglioso e senz’altro enfatizzati dalla rilettura agiogra? ca» (p. 148). Il romitorio che qui sorge ospita illustri personaggi, come fra’ Giovanni da Par- ma, e diventa altamente simbolico per i frati che optano per uno stile pauperistico.
Lo scrittore, inoltre, si sofferma sui primi insediamenti della Valle Reatina, evidenziando come in questa parte dell’Italia si sviluppino due espressioni di vita francescana: i romitori (Greccio, Fonte Colombo e Poggio Bustone) e realtà conventuali consistenti e bene organizzate (Rieti e Cittaducale). L’ultima parte del libro è dedicata alla città di Assisi. Pellegrini compie uno studio davvero accurato nel liberare i luoghi più signi?cativi da ideologie agiogra? che, mostrando la preziosità e signi?catività storica di San Damiano, delle Basiliche dedicate a San Francesco, di Santa Maria degli Angeli, del Sacro Convento e della Porziuncola. Si tratta di luoghi di grande valore per la storia e la spiritualità francescana che, però, sono spesso simbolo di diverse interpretazioni dello stile della famiglia sera?ca. All’Autore va dato il merito di conferire a ciascun sito il suo indiscusso signi?cato storico, evidenziato anche nell’evoluzione nel tempo.
Il testo si rivela di grande spessore storico e teologico. L’Autore compie una minuziosa indagine sul signi?cato delle prime dimore francescane, «luoghi ca- ratterizzati da storie edi?canti ma anche da polemiche tra diverse espressioni del Francescanesimo» (p. 216), e fa un’analisi altrettanto precisa e dettagliata sulla dimensione spirituale del vissuto dei frati in quei siti. Senza dubbio consegna al lettore un volume nel quale, dopo un meticoloso lavoro di “scavo e ripulitura” ogni sito francescano è presentato nel suo splendore originario e in tutta la sua valenza teologica e storica. Il lavoro di Pellegrini è di indubbio valore e merita di essere segnalato all’attenzione degli esperti di Francescanesimo, che vi troveranno abbondanti elementi meritevoli di approfondimento.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n.III-IV/2010
(www.seraphicum.it)
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