Zhou Qing è nato nel 1965 nella regione dello Shanxi. Giornalista, esperto di tradizione orale cinese, vive e lavora a Pechino. Attento osservatore delle attuali condizioni di vita della sua gente, dal 2002 si dedica attivamente alle questioni di sicurezza alimentare in Cina. Dopo gli studi all’Istituto di letteratura Lu Xun e all’Università di Nordest a Xi’an, ha viaggiato negli Stati Uniti e in Russia. Attualmente è direttore dell’Istituto culturale di ricerca Xi’an Cang Xie, membro dell’Independent Chinese Pen Center e della Società cinese per gli studi della letteratura e dell’arte popolare. Nel 1989 viene arrestato e condannato a due anni di carcere per avere partecipato alle contestazioni in piazza Tian Anmen. In seguito al suo rifiuto di sottoporsi a “rieducazione” e dopo un tentativo di fuga, la condanna viene prorogata di otto mesi.
La sicurezza alimentare in Cina è un documento eccezionale sulla disastrosa situazione alimentare nel Regno di Mezzo e sul pericolo connesso alle esportazioni di prodotti cinesi all’estero. Un resoconto dettagliato – attraverso testimonianze di produttori di generi alimentari, itticoltori, commercianti, ristoratori, contadini, medici, ricercatori e semplici consumatori – sull’utilizzo di anticoncezionali, ormoni, pesticidi, coloranti, anabolizzanti, additivi tossici nella produzione e nella conservazione dei prodotti alimentari. Sullo scorcio del 2004, riferisce l’Autore, «erano stati portati in ospedale numerosi bambini con problemi di precocità sessuale, ma la notizia era stata coperta dal governo» (p. 19) Il caso più eclatante «un bambino di sei anni che presentava la prima barba! Tutto questo – spiega Zhou – è causato dagli ormoni aggiunti negli alimenti per bambini. (…) data la limitata capacità di assorbimento di un bambino, si accumulano nel corpo provocando il fenomeno della sessualità precoce. Ancora più nocivi sono i frutti di mare contenenti elementi chimici (…) non solo causano danni nei bambini, ma influenzano anche la fertilità degli adulti» (p. 20).
Uscito in Cina nel 2006, il libro è stato immediatamente messo all’indice dal regime. Nello stesso anno, viene premiato a Berlino al Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage. «Il terrore di un regime dittatoriale ha fatto convergere – dice Zhou Qing – l’interesse dei cinesi in un’unica direzione. Vista l'impossibilità di partecipare all'attività economica e politica, il cibo diventa parte essenziale della vita quotidiana, assurge a status symbol, a dimostrazione del valore dell’esistenza. La realtà in cui viviamo non ci garantisce più il minimo indispensabile (...) occorre scoprire il terrore e le menzogne su cui si regge questo regime. Io ho deciso d’incominciare dal problema del cibo, perché in questo ambito siamo arrivati a una situazione esasperante».
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 63 - Aprile 2011
(http://www.radicicristiane.it)