Il sapere teologico
EAN 9788876529870
Il padre J. Wicks sj è stato insegnante di teologia fondamentale negli Stati Uniti e in Africa prima di approdare, nel 1979, alla Gregoriana dove ha ricoperto anche il ruolo di Decano della Facoltà di Teologia e responsabile del Dipartimento di Teologia Fondamentale. È l’orizzonte dei suoi interessi a farci capire la logica che guida i contributi del volume a lui dedicato in occasione del suo 75° compleanno e dei 25 anni di insegnamento romano, ora concluso con il suo rientro in patria.
L’ampio spettro coperto da questi saggi e l’autorevolezza degli autori richiederebbe un’analisi approfondita; mi limiterò pertanto a delineare l’itinerario percorso, che i curatori hanno diviso in quattro grandi parti: il rapporto tra rivelazione e fede, la tradizione nella Chiesa, alcune questioni «di frontiera» della teologia fondamentale e un grosso blocco di contributi di taglio ecumenico. Il tutto preceduto dall’ampia bibliografia del p. Wicks. Più classico il primo blocco, dove i contributi rimangono interni ad alcune questioni classiche della teologia fondamentale (Gallagher, Capizzi, Hercsik, Rosato, Henn), incasellando talora in esse anche le istanze di novità provenienti dal presente: esemplare in questo il saggio di R. Latourelle che rilegge nel termine «senso» il tema della credibilità o quello di G. Mansini, che in modo piuttosto disinvolto connette direttamente l’esegesi dei testi biblici a precise tesi tradizionali della fondamentale.
Più aperti i contributi della seconda parte, che tentano il dialogo con alcune realtà contemporanee, come la teologia della liberazione (Castillo Mattasoglio ci avvisa di un cambiamento avvenuto: la crisi del soggetto lacerato), oppure cercano di immaginare il futuro del cristianesimo (Dotolo, Fisichella attraverso la questio de veritate, O’Collins con una suggestiva esegesi del Sl. 22) o di costruire un raccordo tra teologia fondamentale e spiritualità (Martinelli, per il tramite di Von Balthasar; Salmann tessendo da vari autori il delicato equilibrio tra rivelazione e possibilità umana di conoscere Dio).
Il terzo blocco, metà del volume, contiene invece sedici contributi di soggetto ecumenico – altro grande interesse di p. Wicks – che mi sembrano il maggiore guadagno dell’opera perché offrono una sintesi delle posizioni (Hallensleben, Maffeis. Meyer, O’Gara, Yeago, Sullivan in modo particolare, sintetizzando il poco conosciuto dialogo tra anglicani e luterani, e Vercruysse che giunge a toccare il periodo più recente) o perché scelgono di analizzare dei punti fondamentali per la storia delle chiese (Cavallotto, Farrugia, Root, Vilardel), talvolta rielaborandoli sistematicamente (Tenace). Se la parte dedicata alla teologia fondamentale rivela il forte influsso di Fides et Ratio, quella ecumenica studia molto più spesso la dichiarazione sulla giustificazione del 1999, alla quale p. Wicks collaborò.
Spiace che in nessuno di questi contributi compaia il nostro Luigi Sartori che pure attorno ad alcune questioni, come il concetto di «consenso differenziato» trattato da Holc, ebbe a scrivere qualcosa. Per le mie competenze ho trovato interessanti gli studi connessi al Vaticano II (Aparicio, Rosato, Morali, Pasquale, Pié Ninot); esemplari per nitore, brevità e affondo nelle questioni i contributi di R. Fisichella, S. Piè Ninot e L. Ladaria. Dobbiamo essere grati ai curatori che certamente hanno compiuto un grande sforzo per mettere insieme tante personalità anche autorevoli; il loro giudizio che situa l’opera «tra i migliori manuali di teologia oggi in commercio» (vi) è comprensibile alla luce di questo sforzo, più che non dall’impianto che, per costituire un manuale avrebbe dovuto essere più organico e affidato a contributi complementari tra loro, un genere diverso da quello delle miscellanee.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2011
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)