Verus sacerdos
(Opera spiritualia) [Copertina in plastica]EAN 9788872633397
S. Palese ha curato la ristampa integrale del volume di M. Pellegrino, Verus Sacerdos. Il sacerdozio nell’esperienza e nel pensiero di Sant’Agostino, per i tipi dell’editrice “Vivere in”, come secondo numero della collana « Opera spiritualia». L’opuscolo dell’illustre patrologo piemontese dato alle stampe pochi giorni dopo la nomina dell’A. ad arcivescovo metropolita di Torino, contiene le riflessioni dell’A. sulla esperienza e il pensiero di Agostino d’Ippona a proposito del sacerdozio cristiano, compiute negli anni del concilio Vaticano II (1962-1965). Infatti, l’A. aveva raccolto in quest’opuscolo i suoi contributi sull’argomento già pubblicati sul periodico internazionale Seminarium della Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi dal 1962 fino al 1965. Allo stesso tempo, questa raccolta di riflessioni agostiniane sul sacerdozio si trovò ad essere un omaggio agli amici della Chiesa di Fossano, di cui l’A. era prete, e a costituire il messaggio al clero dell’arcidiocesi di Torino, che l’A. avrebbe cominciato a servire poche settimane dopo la pubblicazione dell’opuscolo. Il piccolo volume consta di otto capitoli che sono preceduti da un summarium in latino, la cui libera traduzione è riportata in un riquadro sottostante al testo latino ed è opera di S. Palese. I singoli capitoli contengono alcune suggestive riflessioni dell’A. su Agostino sacerdote novello (cap. I), sulla preparazione al ministero ordinato contenuta nell’epistola XXI che riporta delle notizie molto significative da un punto di vista autobiografico (cap. II), sull’esercizio del ministero sacro, ovvero sull’attività che Agostino svolse per adempiere il suo ufficio sacerdotale, specie relativamente all’attività liturgica, alla predicazione, all’attività di scrittore, al suo ruolo nelle grandi polemiche, alle attività di ordine temporale, al suo impegno nello studio e nella preghiera (cap. III). Il capitolo IV è intitolato, in latino, servi sumus eius ecclesiae, e vi si trovano alcune riflessione dell’A. sul servizio alla Chiesa e nella Chiesa secondo lo spirito di Agostino nell’esercizio del ministero episcopale. Alla predicazione sono dedicati i capitoli V e VI intitolati Ministerium cordis et linguae nostrae. Agostino ha lasciato una mole abbondante di prediche in cui attesta di essere portatore di una Parola che non è sua; per questo non importa la persona del predicatore, perché chiunque egli sia è Cristo che parla per mezzo di lui. Questa consapevolezza emerge in tutto il ministero della predicazione dell’Ipponate e fa si che l’attenzione sia rivolta sempre alla sublimità della Parola Dio e non alla persona del predicatore. Nel capitolo VII l’A. mette in evidenza come Agostino avesse coscienza della coesistenza dell’elemento divino ed elemento umano nel sacerdozio, essendo consapevole della fragilità umana dei ministri per la sua lunga esperienza acquisita in lunghi anni di episcopato. In tal senso, è di grande attualità la considerazione dell’A. che dice: « gli scandali, nella Chiesa, sono stati predetti da Cristo, perché quando ne fossimo testimoni non avessimo a vacillare nella fede» (140). Infine l’ultimo capitolo che porta il nome dell’intero opuscolo, contiene alcune belle riflessioni sull’umiltà e la carità, ovvero sulle virtù che devono emergere nella vita di ogni sacerdote. Un grazie va espresso al curatore per aver messo di nuovo a disposizione dei lettori le riflessioni sul sacerdozio dell’illustre patrologo Michele Pellegrino in margine a testi celeberrimi del grande Ipponate.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose di Brindisi "Parola e Storia" n.2-2010
L’opuscolo di L. Manca, dal titolo Pastori per servire edito da “Vivere In” nella collana « Opera spiritualia», dà qualche notizia sulla spiritualità del ministero episcopale di Agostino di Ippona ed è dedicato dall’A. all’arcivescovo di Lecce, Mons. Domenico D’Ambrosio, a pochi mesi dal suo ingresso in diocesi e a poca distanza dal XX anniversario di episcopato. L’A. prende spunto dal favore verso la vita comunitaria proposta da mons. D’Ambrosio ai candidati al sacerdozio, per ritornare ad alcune pagine celeberrime di Agostino che, non appena tornato in Africa, aveva iniziato un percorso di vita comune con i suoi amici più stretti, dedicandosi alla preghiera e allo studio. Dopo la premessa, in cui l’A. sottolinea il fatto che Agostino, pur non avendo desiderato l’episcopato, lo accettò e lo esercitò con amore, intendendo il suo ministero non come un onore, bensì come un servizio a Dio e ai fratelli, in sei brevi capitoli offre qualche spunto sulla spiritualità agostiniana relativamente al ministero episcopale. Infatti, dopo aver visto cosa dice di sé Agostino come vescovo (cap. I: Come Agostino parla di sé come vescovo), l’A. tratta della vita comune (cap. II: La vita comune con il suo clero), del servizio pastorale (cap. III: Il servizio pastorale è prova d’amore), della predicazione (cap. IV: Il servizio della Parola), dell’attenzione ai poveri (cap. V: Ambasciatore dei poveri), della totale dedizione al ministero (cap. VI: Servire fino a dare la vita), servendosi di diversi testi agostiniani abilmente collegati tra loro. Segue un’appendice dove si trovano alcuni estratti delle opere di Agostino (Discorso 138; Commento al Vangelo di Giovanni; Discorso 95; Discorso 229/E; Discorso 61; Commento al Salmo 147; Commento alla prima lettera di S. Giovanni-omelia 8; Commento alla prima lettera di S. Giovanni-omelia 9), utili non solo per approfondire quanto esposto in precedenza, ma anche per entrare in contatto con la profondità e la bellezza della spiritualità agostiniana in generale.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose di Brindisi "Parola e Storia" n.2-2010
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