In nome di Cristo (4 voll.) III. 1996-2000. Il ministero episcopale nell´Arcidiocesi di Taranto
EAN 9788872632727
In occasione del XXV anniversario di ordinazione episcopale di S.E. Mons. Benigno Luigi Papa l’arcidiocesi di Taranto ha pubblicato una raccolta degli scritti pastorali del suo vescovo in un’opera di quattro volumi con circa duemila pagine totali e quasi cinquecento testi. La prefazione è firmata dal card. Ruini, mentre la presentazione dell’intera opera è offerta dal vicario generale della Chiesa ionica, Mons. Franco Castellana a cui si allegano due saggi introduttivi: uno teologico, di Mons. A. Greco – direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Taranto, nonché curatore principale dell’opera – e uno di carattere storico del prof. V. De Marco – Docente di Storia presso l’Università di Campobasso e Direttore della Biblioteca Arcivescovile di Taranto. L’opera, inoltre, offre uno preciso ed ampio indice analitico utile per lo studio e la ricerca scientifica auspicata dagli stessi promotori dell’insigne lavoro.
Dei quattro volumi il primo raccoglie, oltre alle presentazioni e ai saggi summenzionati, tutti gli scritti del magistero di Mons. Papa nella sua prima sede vescovile di Oppido Mamertina - Palmi (Calabria); i restanti volumi raccolgono i testi del magistero del presule nel suo ministero nella provincia ionica fino all’omelia tenuta in occasione della celebrazione giubilare del suo episcopato del 27 dicembre 2006. Sono presenti documenti programmatici per la vita delle diocesi in cui il pastore ha operato: discorsi tenuti in vari convegni e meeting, lettere ufficiali inviate ai sacerdoti e ai fedeli in occasione dei tempi forti dell’anno liturgico, le lettere del giovedì santo per il presbiterio diocesano, alcune omelie e, non da ultimo, le tracce pastorali offerte in tutti questi anni di ministero. Nonostante l’enorme mole del materiale, diverso nello stile e per le finalità, è possibile cogliere dei nuclei teologici su cui ruota tutto l’insegnamento dell’insigne biblista ed esperto pastore.
Da subito si riesce a percepire un legame profondo dell’autore con la teologia e il magistero conciliare, al quale l’arcivescovo fa sempre riferimento con attenzione e competenza per enucleare criteri e principi utili per la vita delle diocesi a lui affidate. La centralità di Cristo è la prima chiave interpretativa per approcciare il magistero episcopale di B.L. Papa, prova è il titolo dell’opera: In nome di Cristo, che ricorda il suo motto episcopale. Fin dall’inizio del suo ministero, infatti, appare incisa in chiare lettere la passione per Cristo e per l’evangelizzazione come priorità del suo servizio alla Chiesa. Appassionato studioso dell’opera lucana, Egli ha inteso il suo ministero a partire dal discorso di addio di Paolo a Mileto (At 20,17-38) e dalle parole di Pietro al paralitico incontrato alla porta del tempio (At 3,7). Se da Paolo riprende l’atto di affidamento del popolo di Dio “al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati” (20,32), da Pietro desume che il ministero del vescovo si compie “nel nome di Gesù Cristo”. Questi dati sono già percepibili nel suo primo discorso da vescovo, nel quale Mons. Papa intende il suo ministero episcopale come azione sanante compiuta per la potenza della risurrezione del Cristo attraverso l’affidamento del popolo a Dio e alla sua parola di salvezza (I, 79-82). Il pastore tarentino rimarca questi dati nella traccia pastorale per gli inizi del Terzo Millennio dell’era cristiana e ricorda che “occorre riscoprire e praticare la vita cristiana nella sua essenzialità come vita con Cristo, esistenza umana vitalmente rapportata a Lui, nella partecipazione al Suo stesso Spirito” (Comunicare il Vangelo nel Nostro Mondo che cambia, IV, 47-59). L’incontro con Cristo si attua attraverso la Parola di Dio, l’Eucaristia e la Missione, tre nuclei teologici di grande portata.
Lo specimen del magistero di Papa è la sua passione per la Parola di Dio, riscontrabile in tutti i suoi interventi, frutto non solo del suo lavoro accademico ma anche della sua esperienza religiosa di cappuccino. La logica evangelica e la passione per la verità trapelano nei progetti pastorali e nei vari interventi, anche quando la profezia può essere un rischio per la sua persona, come appare dai discorsi contro la Mafia del ’82 (I, 158- 159) o per la salvaguardia della dignità della persona e del diritto al lavoro. La Parola di Dio ha una valenza pedagogica alla quale l’arcivescovo di Taranto ispira la configurazione pastorale che vuol offrire alla sua Chiesa locale. Nel Progetto Pastorale per la Chiesa ionica del ’91 dal titolo La Chiesa di Taranto e la Nuova Evangelizzazione. Formare persone adulte nella fede e comunità cristiane missionarie solidali con i bisogni del territorio, ricorda che “la Scrittura è pedagogia della fede dei credenti e delle comunità per diversi motivi: perché essa, nella sua globalità, rivela il progetto di Dio sull’uomo, sulla Chiesa e sull’umanità”. Si può anche avere il confronto con personaggi “i cui itinerari di fede, vissuti nella fedeltà assoluta alla Parola hanno valore paradigmatico eccezionale per noi”. La relazione vitale con Cristo attraverso la Scrittura riporta il fedele al valore fondamentale della salvezza della croce e della risurrezione, ma anche alla genesi della comunità dei credenti, ossia “il passaggio dal non popolo al popolo di Dio (Esodo) che diventa Chiesa, comunità della nuova alleanza (Atti degli Apostoli)” (II, 95-96). L’azione sanante della Parola trova nella celebrazione eucaristica la configurazione migliore per rendere presente in modo speciale l’amore di Cristo al quale ogni battezzato è unito nel sacrificio redentore. Attraverso la riscoperta del valore sacrificale e conviviale dell’Eucaristia si offre ai credenti la possibilità di fare della propria esistenza un’offerta viva gradita a Dio che in Cristo apre alla comunione con i fratelli (cf. Ibidem, II, 97- 98).
La pedagogia dell’Eucaristia – sostiene Papa – conduce alla contemplazione del mistero del Risorto che spalanca il cuore dei credenti all’esperienza della vera libertà nel confronto perenne con il Padre e nella consapevolezza della dignità filiale (cf. La Comunità Eucaristica Scuola di Vita cristiana, IV, 272-274). “È necessario, quindi, educare i fedeli a vivere l’Eucaristia come mistero di imitazione (‘Fate questo in memoria di me’; ‘Perché come ho fatto io facciate anche voi’): l’Eucaristia è segno della carità di Cristo che si dona totalmente all’uomo, perché gli uomini siano capaci di donarsi l’uno all’altro animati dalla partecipazione alla stessa carità di Cristo” (La Chiesa di Taranto e la Nuova Evangelizzazione, II, 98). La Chiesa è percepita nella sua dimensione comunionale e missionaria a partire dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia. Il pastore di Taranto ricorda che la Chiesa, radunata dalla Parola e fortificata dall’eucaristia, scopre la sua dimensione missionaria nel processo di rinnovamento intimo e profondo che porta i credenti ad essere segno di speranza e promotori di una cultura che salvaguardi l’uomo nella sua integralità.
Per realizzare ciò Egli avverte il bisogno di una formazione seria dei fedeli, così da avere uomini e donne mature nella fede, capaci di scommettere sull’amore evangelico. Molte delle lettere pastorali e delle esortazioni mirano alla formazione di cristiani maturi nella fede, come La formazione cristiana delle coscienze dell’87, ricca di spunti sulla moralità, sulla libertà, sulla responsabilità e sul cammino vocazionale al quale Dio chiama ciascuno (I, 300-328). I percorsi formativi che l’arcivescovo propone puntano a rinvigorire la fede incarnandola nella vita di carità, che non è solo azione caritativa, ma è flusso vitale di amore che scaturisce dall’intimo e profondo contatto con Cristo nella preghiera, nella meditazione e nella celebrazione eucaristica (cf. Orientamenti Pastorali per il triennio 1997-1999. Terza tappa dell’itinerario di fede, III, 60-76). Molteplici sono gli interventi che hanno per soggetto la famiglia, la vita di fede dei ragazzi e dei giovani e gli itinerari di fede per le comunità (cf. La famiglia al centro della vita e della missione della Chiesa. Seconda tappa del Piano Pastorale 1993-1996, II, 352-368; L’Eucaristia al centro della famiglia, II, 433-443; Comunicare il Vangelo ai giovani e alle famiglie, IV, 117-128).
Due intuizioni, però, risultano essere di particolare pregio e degne di essere menzionate: l’invito a fare discernimento sull’azione pastorale, rivolto a tutta la chiesa ionica all’inizio del terzo millennio (Sussidio di riflessione per il discernimento di una proposta pastorale, III, 454-470) e la prospettiva missionaria intra-ecclesiale, che prevede non più le missioni al popolo, ma un popolo in missione. Le comunità cristiane devono promuovere l’annuncio della salvezza di Cristo attraverso la testimonianza di vita e l’impegno missionario nel loro territorio di appartenenza (Dalle Missioni al popolo a un popolo in missione, IV, 141-153). L’opera densa e corposa segue il criterio cronologico dei testi e vuole essere un testamento spirituale e teologico che l’arcivescovo Papa offre ad ogni comunità e ad ogni pastore e non solo alla sua Chiesa particolare, utile per la pastorale, ma anche per la ricerca teologica, soprattutto in campo ecclesiologico, sacramentale e morale.
Tratto dalla Rivista "Fides et Ratio" n. 2/2008
(http://www.issrguardini.taranto.it)