... il suo stile non cambia sostanzialmente registro passando dall’uno all’altro dei diversi piani della scrittura: il piano del giurista, il piano dello storico, del critico letterario, del narratore. Il linguaggio conserva un’unità tonale che ha le caratteristiche di moralità lombarda. Oggi si teme la soggettività del giudizio. Si pensa che l’adozione di un metodo di critica letteraria o di critica storica dia garanzie di oggettività e di affidabilità maggiori che non invece l’“io” così personale, così esposto, responsabile e lucido, qual è quello che Rivolta propone. La sua è una tendenza nettamente controcorrente... Rivolta non ha l’atteggiamento tipico di alcuni “scrittori della memoria” che si servono di materiali del passato per inventare il futuro. Ma un atteggiamento legato alla volontà di decifrare il passato nella sua realtà, in modo che affiori nel presente e aiuti a capire anche il presente. la scrittura per lui, come per gli scrittori veri, non è il modo di comunicare un’esperienza, ma il modo di acquisirla... Il passato viene perlustrato con una forte pietas e un senso di compassione che supera le ideologie, diventa presente…Caratteristica di questo “io” che domina in modo così discreto ma così intenso la scrittura di Rivolta è il suo tono molto sobrio, molto affabile, molto discreto: però anche ironico e autorionico, a volte tagliente, a volte sommesso, a volte più commosso e partecipe. Questo “io” così affabile, così credibile, così intensamente umano è un “io” dominato dalla coscienza dei propri limiti. E anche questa è una tendenza totalmente in contrasto coi tempi nostri... Una narrativa come la sua non può che andare controcorrente e incontrare oggi una certa resistenza…D’altra parte io penso che, proprio questa apparente inattualità del discorso di Rivolta, lo rende veramente attuale: questo recupero dell’uomo al di là della tecnica, al di là della metodologia, ce lo renda significativo e intenso e prezioso (Giuseppe Pontiggia, Responsabilità e umanità di uno scrittore lombardo, in Cenobio, gennaio-marzo 2001).
Gian Carlo Maria Rivolta vive e lavora a Milano, sua città natale. È professore ordinario nell’Università degli Studi, dove insegna Diritto Commerciale e Diritto dei Mercati finanziari. Ha insegnato anche nelle università di Pavia e di Ferrara. All’insegnamento, che considera la sua professione principale, e alla connessa ricerca scientifica, affianca con assiduo impegno le attività di avvocato e di pubblicista. Come giurista, Rivolta si è occupato soprattutto di imprese, aziende, società, contratti commerciali, procedure concorsuali, scrivendo diversi volumi per le edizioni Giuffré e parecchie decine di articoli, apparsi sulle principali riviste giuridiche italiane Ha collaborato a giornali e periodici con testimonianze, ricordi, commenti di varia natura e umanità.
Per Sugarco ha pubblicato: Il collega don Ferrante (1995), La favola della vita (2006 , terza ediz.) e ha curato il volume collettivo All’amica sorridente (2003).