Esaurito
Descrizione
Nei due saggi sulla direzione spirituale e nelle lettere ad un presbitero siamo di fronte a pagine che rivelano l'immagine che Giovanni Colombo si faceva del sacerdote. Egli era persuaso che "in forza del legame che stringe il prete al vescovo diocesano nell'esercizio della carità pastorale", il presbitero diocesano è collocato "in un particolare stato di perfezione". Ma appare anche, in questo epistolario, la non comune e seducente capacità di Giovanni Colombo a proporre un alto ideale di santità presbiterale, unita a un profondo senso di concretezza e di equilibrio.Giovanni Colombo, pur esteta e fine letterato, era anche e più ancora un uomo di grande realismo, uno spirito lontano da ogni forma di esasperazione spirituale, attento alle situazioni, forse anche a motivo della radicata e invincibile persuasione sulle scarse risorse disponibili alla natura umana e della facilità con cui essa si inganna.
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Alcuni scritti (in parte inediti) del defunto cardinale di Milano illuminano la sua figura e in particolare la sua preoccupazione e cura per il sacerdozio. Due richiami forti: solo una profonda spiritualità può sorreggere la cura pastorale; e il sacerdote diocesano non deve cercare una spiritualità particolare quanto piuttosto scavare nella sua pratica pastorale e nella sua relazione fondante con Cristo, attraverso la trasmissione apostolica del vescovo. La radicalità della chiamata evangelica del presbitero, qui illustrata attraverso alcune lettere inviate a un sacerdote, s’accompagna a un senso profondo di realismo e di sapienza storica.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2008
(http://www.ilregno.it)
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