Semantica dell'onnipotenza. Hegel e Barth: volto della storia, volto di Dio
(Dissertatio. Series mediolanensis)EAN 9788871051581
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DETTAGLI DI «Semantica dell'onnipotenza. Hegel e Barth: volto della storia, volto di Dio»
Tipo
Libro
Titolo
Semantica dell'onnipotenza. Hegel e Barth: volto della storia, volto di Dio
Autore
Zini Paolo
Editore
Glossa Edizioni
EAN
9788871051581
Pagine
257
Data
2003
Collana
Dissertatio. Series mediolanensis
COMMENTI DEI LETTORI A «Semantica dell'onnipotenza. Hegel e Barth: volto della storia, volto di Dio»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Semantica dell'onnipotenza. Hegel e Barth: volto della storia, volto di Dio»
Recensione di Francesco De Carolis della rivista Studia Patavina
Istituire , nota l’autore , un confronto tra Hegel e Barth, può sembrare, a prima vista, alquanto complesso: l’opera di Barth è stata spesso vista ed interpretata come antitetica rispetto a quella di Hegel. Del resto è noto che, oltre un cosiddetto hegelismo di destra, che peraltro trovò minori sviluppi, l’hegelismo si è svolto spesso come ateismo umanistico. Senza voler qui riflettere specificamente su Kierkegaard e sulla sua complessa collocazione nel panorama della filosofia contemporanea, dobbiamo notare che, non senza ragioni, l’autore intende sostenere che la riflessione su Barth e su Hegel può portare a legittimi e fruttuosi confronti.
Ad esempio molto utile risulta la riflessione di entrambi i pensatori sul problema del nesso dialettico tra finito e infinito, tra Dio e uomo, tra realtà e senso del divenire dell’uomo e del mondo. Su tale questione centrale spesso l’autore del testo si trattiene originalmente dando il suo contributo critico sulla filosofia nel panorama culturale attuale; ciò è svolto sulla base di una accurata lettura dei testi e delle fonti.
Secondo l’autore, Hegel e Barth affrontano la questione a partire da una tematica centrale nel pensiero moderno e contemporaneo, cioè il problema del dispiegamento di Dio nella storia. Come nota nell’introduzione Paolo Colombo, l’itinerario di Barth è eminentemente teologico, laddove l’hegelismo si iscrive maggiormente nell’orizzonte della filosofia. Ma questo, nota ancora l’autore, non deve scoraggiare la ricerca: «Hegel e Barth perseguono, per vie differenti, il medesimo obiettivo: rendere onore a Dio riconoscendo il suo dominio sulla storia, entro la quale il disegno di salvezza rivela la propria efficacia proprio nella sconfitta del male e nel trionfo del Regno; rapporto tra Dio e uomo si realizza come conformità al divino volere della libertà creata, che così confessa la propria origine e il proprio destino» (pag. 235). La ricerca si interroga, dunque, su una questione centrale nello sviluppo filosofico e teologico attuale e può contribuire a riflettere su tematiche centrali della speculazione contemporanea.
Va inoltre detto che l’autore , mostrando chiare doti di cautela critica, non sempre ritiene che Hegel o Barth abbiano riflettuto pienamente sulla storia e che la questione della presenza di Dio nella nostra storia è tematica viva e profondamente presente nell’inquieta ricerca contemporanea. Tuttavia, il loro pensiero, anche se criticabile o criticato dai vari punti di vista, risulta di grande importanza per verificare il paradigma teologico cristiano, che lo sviluppo della nostra storia non ha dissolto nelle sue esigenze di fondo.
Siamo, allora, riportati alla questione di un Dio che entra nella storia e che è presente nella dimensione umana, salvaguardando e valorizzando le scelte dell’uomo. Hegel e Barth cercano di pensare ed esplicitare la problematica dell’onnipotenza divina e quella dell’umiltà del pensiero, il quale ritorna in sé quando pensa come sua verità il Dio vivente nella storia. In questo senso, vi è un’autenticità di fondo in queste due esperienze di pensiero, collegabili sulla base di questioni della cui importanza la cultura attuale è costantemente consapevole.
Pertanto, emerge non solo un’interrogazione comune, ma anche un confronto con questioni che la filosofia elabora con rinnovato interesse e che, quindi, giustificano pienamente questa ricerca.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Ad esempio molto utile risulta la riflessione di entrambi i pensatori sul problema del nesso dialettico tra finito e infinito, tra Dio e uomo, tra realtà e senso del divenire dell’uomo e del mondo. Su tale questione centrale spesso l’autore del testo si trattiene originalmente dando il suo contributo critico sulla filosofia nel panorama culturale attuale; ciò è svolto sulla base di una accurata lettura dei testi e delle fonti.
Secondo l’autore, Hegel e Barth affrontano la questione a partire da una tematica centrale nel pensiero moderno e contemporaneo, cioè il problema del dispiegamento di Dio nella storia. Come nota nell’introduzione Paolo Colombo, l’itinerario di Barth è eminentemente teologico, laddove l’hegelismo si iscrive maggiormente nell’orizzonte della filosofia. Ma questo, nota ancora l’autore, non deve scoraggiare la ricerca: «Hegel e Barth perseguono, per vie differenti, il medesimo obiettivo: rendere onore a Dio riconoscendo il suo dominio sulla storia, entro la quale il disegno di salvezza rivela la propria efficacia proprio nella sconfitta del male e nel trionfo del Regno; rapporto tra Dio e uomo si realizza come conformità al divino volere della libertà creata, che così confessa la propria origine e il proprio destino» (pag. 235). La ricerca si interroga, dunque, su una questione centrale nello sviluppo filosofico e teologico attuale e può contribuire a riflettere su tematiche centrali della speculazione contemporanea.
Va inoltre detto che l’autore , mostrando chiare doti di cautela critica, non sempre ritiene che Hegel o Barth abbiano riflettuto pienamente sulla storia e che la questione della presenza di Dio nella nostra storia è tematica viva e profondamente presente nell’inquieta ricerca contemporanea. Tuttavia, il loro pensiero, anche se criticabile o criticato dai vari punti di vista, risulta di grande importanza per verificare il paradigma teologico cristiano, che lo sviluppo della nostra storia non ha dissolto nelle sue esigenze di fondo.
Siamo, allora, riportati alla questione di un Dio che entra nella storia e che è presente nella dimensione umana, salvaguardando e valorizzando le scelte dell’uomo. Hegel e Barth cercano di pensare ed esplicitare la problematica dell’onnipotenza divina e quella dell’umiltà del pensiero, il quale ritorna in sé quando pensa come sua verità il Dio vivente nella storia. In questo senso, vi è un’autenticità di fondo in queste due esperienze di pensiero, collegabili sulla base di questioni della cui importanza la cultura attuale è costantemente consapevole.
Pertanto, emerge non solo un’interrogazione comune, ma anche un confronto con questioni che la filosofia elabora con rinnovato interesse e che, quindi, giustificano pienamente questa ricerca.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2005, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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