Incentrato sul cristianesimo, questo volume è nondimeno un vero e proprio dizionario di teologie femministe nonché un contributo essenziale alla comprensione delle teologie contemporanee in cui trovano spazio, in un approccio pluralistico, molte altre fedi e visioni del mondo.
Ogni voce presenta una definizione del termine, lo sviluppo nella tradizione e l'ampliamento di senso secondo una prospettiva femminista.
PREFAZIONE DEL TESTO
È con molta gioia ed entusiasmo che introduciamo il pubblico italiano a quello che è un testo fondamentale per il mondo teologico statunitense e per chi si interessa di femminismo e religione nel mondo anglofono. Questo testo ha avuto ampia diffusione in Nord America non solo nei circoli accademici femministi, ma anche nei corsi d'introduzione alle teologie classiche e contemporanee e nei gruppi di studio di molte comunità di fede. L'integrazione di prospettive e letture femministe nello studio della teologia e dell'etica sta infatti diventando sempre più una componente fondamentale di una solida preparazione teologica, superando un atteggiamento iniziale che tendeva a mettere le teologie femministe nella nicchia delle «teologie speciali» e perciò in qualche modo marginali.
Questo cambiamento culturale è il risultato di decenni di discussioni e di lotte da parte di tutti quei gruppi che sono stati tradizionalmente ai margini della produzione teologica accademica ed ecclesiastica, non solo le donne, ma anche, per esempio, i teologi africani e asiatici, i teologi di colore nelle Americhe del Nord e del Sud e i teologi queer. L'importanza e il successo di questo Dizionario vanno dunque inseriti nel contesto più ampio delle critiche a quei paradigmi teologici tradizionali che davano per scontata la natura oggettiva di punti di vista che invece erano il prodotto di identità, contesti sociali ed esperienze del sacro ben precisi: fino a cinquant'anni fa il mondo della teologia era dominato da uomini "bianchi" (europei o nordamericani) della classe medio-alta. Ma, come ci ricorda la teologa africana Elizabeth Amoah, citando un proverbio Akan: «La mano di una persona sola non è abbastanza per coprire la faccia di Dio»1. Leggere questo Dizionario significa dunque avvicinarsi a una nuova pluralità di esperienze di fede e di riflessione teologica. È importante situare quest'opera nel suo contesto storico e culturale per capirne meglio la portata e i limiti. Il Dizionario di teologie femministe è il frutto della collaborazione di un gruppo di donne femministe che negli ultimi decenni del XX secolo ha condiviso un cammino di ricerca teologica e spirituale e ha lottato per il rinnovamento delle proprie comunità di fede.
La maggior parte delle autrici proviene dal Nord America, ma sono numerosi anche i contributi di teologhe provenienti da altre parti del mondo. Letty M. Russell e J. Shannon Clarkson, che hanno curato la versione originale del Dizionario, sono state molto attente a presentare una pluralità di voci che rispettasse le diversità interne al femminismo stesso, includendo punti di conflitto e tensione. Questo testo è dunque una testimonianza non solo del dialogo critico tra le teologhe femministe e tradizioni teologiche spesso profondamente androcentriche, ma anche di una complessa rete di discussioni tra donne provenienti da contesti culturali, sociali, etnici e religiosi profondamente diversi. Le teologhe rappresentate in questo testo sono africane, asiatiche, europee, nordamericane, sudamericane e delle isole del Pacifico. Molto spesso queste donne si conoscono e hanno lavorato insieme all'interno di gruppi ecumenici e interreligiosi, e la realtà concreta delle relazioni personali vissute dalle autrici arricchisce certamente il tono e la qualità del testo. Il femminismo dà infatti un ruolo fondamentale allo sviluppo di relazioni basate sull'equità e la giustizia, e la teologia non è vista come un'attività individualistica, ma come un'impresa dialogica e collettiva in continuo sviluppo.
La teologia femminista ha una storia lunga nei paesi di madrelingua inglese. Ma il tono del Dizionario non è solo celebrativo. Per decenni le femministe bianche della classe media hanno scritto della «condizione femminile» e delle «donne» senza rendersi conto che parlavano principalmente della loro realtà, senza tener conto delle situazioni diverse in cui si trovavano le donne di colore o quelle di altre classi o continenti, oppure pensando di poter parlare "per" loro, assumendo un atteggiamento paradossalmente paternalistico. Nel contesto statunitense, lo sviluppo delle voci delle donne nere e ispaniche che si riconoscono come womanist e mujeristas è stato vitale per il riconoscimento dell'importanza delle categoriee di razza, classe ed etnicità.
Il femminismo statunitense infatti fa i conti con la tragica eredità del genocidio dei nativi americani, della schiavitù, della segregazione e della discriminazione azione razziale, temi che purtroppo non sono sempre stati priorità nella lotta femminista. Allo stesso modo, le femministe di origine europea (incluse le statunitensi "bianche") devono confrontarsi con l'eredità del colonialismo e il presente neocoloniale. Tutte le cristiane poi devono affrontare l'antisemitismo e l'antigiudaismo che sono stati parte non solo della tradizione cristiana ma anche di molto femminismo, come ha dimostrato Judith Plaschow.
Tutti ben rappresentati nel Dizionario, il quale dunque dà conto anche delle zone d'ombra, di conflitto, di tradimento e mancanza di fiducia della storia dei movimenti femministi. Allo stesso tempo, questi momenti sono visti dalle autrici come occasioni di crescita e di sviluppo collettivo. Le donne coinvolte nella scrittura di questo testo credono che proprio nel dialogo aperto, onesto, che non ha paura delle differenze e dei conflitti ma che cerca di trasformarli alla luce della ricerca della giustizia, si può avere una genuina esperienza del sacro.
È anche importante ricordare che questo Dizionario è e stato scritto avendo in mente le teologie di liberazione come interlocutore fondamentale. Le teologie della liberazione, in primo luogo quelle articolate da teologi latinoamericani e statunitensi neri come Gustavo Gutierrez e James H. Cone alla fine degli anni Sessanta, hanno obbligato le teologie tradizionali a confrontarsi seriamente con la realtà della sofferenza causata dall'ingiustizia economica e razziale e con il silenzio del mondo teologico accademico. Inoltre, queste voci hanno portato alla luce i limiti e le responsabilità di quelle teologie che parlavano dell'amore di Dio e del prossimo senza confrontarsi con le realtà concrete del mondo in cui vivevano. La teologia della liberazione latinoamericana e la teologia di liberazione nera hanno sviluppato paradigmi teologici che poi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta hanno contribuito allo sviluppo di una pluralità di teologie di liberazione basate sull'identità, le lotte e le esperienze di fede e del sacro di gruppi con una particolare storia e realtà di oppressione e discriminazione: per esempio, le teologie di liberazione gay, le teologie di liberazione africane, asiatiche, o nativo americane, e le teologie di liberazione dei diversamente abili.
Molte delle donne che hanno collaborato al Dizionario hanno partecipato a tali movimenti o sono state in solidarietà con questi, ma allo stesso tempo si sono anche sentite alienate e discriminate al loro interno. Infatti le teologie della liberazione, per lo meno nei loro sviluppi iniziali, sono state dominate da uomini con paradigmi teologici e culturali ancora segnati dal sessismo e dal patriarcato, e non hanno saputo affrontare questioni di giustizia legate alle situazioni delle donne. L'affermarsi di voci femministe, womanist e mujeristas ha contribuito a dialoghi importanti che hanno portato a una critica interna e a una crescita teologica e spirituale di questi movimenti.
In sintesi, nel presentare quest'opera come un contributo essenziale alla comprensione delle teologie contemporanee vogliamo ricordare che deve essere visto come il prodotto di un movimento di donne in un particolare contesto storico. Non è possibile capire le teologie femministe oggi senza conoscere il loro sviluppo e la molteplicità delle loro voci nel xx secolo. Allo stesso tempo è importante riconoscere che le teologie femministe attraversano, oggi più che mai, un momento di creatività e di trasformazione.
I commenti scritti appositamente per le lettrici e i lettori italiani di questa nostra crescita spirituale, teologica ed etica. Molte delle donne incluse in questo testo sono state nostre docenti e guide, e oggi sono nostre colleghe, amiche e collaboratrici. Come dicevamo, abbiamo optato per una traduzione estensiva.
Per esempio, abbiamo tradotto il termine agency con «capacità di decisione e di azione», il termine ageism con «discriminazione basata sull'età» e il termine partnership con «rapporto di partecipazione». Abbiamo lasciato pochissimi termini in inglese, e talora abbiamo fornito tra parentesi l'originale dopo la nostra traduzione, specialmente quando il testo fa riferimento a concetti femministi specifici. Così, per esempio, nella nostra traduzione si trovano espressioni quali: «forza dell'eros» (erotic power), «relazione basata sull'equità e la solidarietà» (right relation), «nomi-nazione» (naming), «sguardo critico» (seeing). Sempre seguendo un criterio di chiarezza che ci sembra essenziale per un'opera di consultazione, abbiamo deciso di non introdurre neologismi italiani né termini che, pur essendo già stati adoperati in pubblicazioni in lingua italiana, sono rimasti limitati a una cerchia specialistica. In particolare, parlando delle teologie delle donne statunitensi nere e ispaniche abbiamo deciso di non tradurre i neologismi wornanist e mujerista, entrambi basati su un gioco di parole sulla parola «donna» in inglese (wonian) e in spagnolo (mujer), il cui significato viene spiegato alle voci «teologia womanist» e «teologia mujerista»2. Abbiamo dunque privilegiato la chiarezza e la leggibilità del testo, pur rimanendo consapevoli che altre scelte erano possibili, sperando che ciò non sia andato a scapito dell'intensità e della concisione dell'opera originale.
Anche le due bibliografie che si trovano in questo volume richiedono una parola di spiegazione. La Bibliografia generale non è che la traduzione della bibliografia originale del Dizionario, a cui abbiamo aggiunto i titoli delle (poche) traduzioni italiane. La seconda bibliografia presente in questo volume ha ancora minori pretese di completezza. Si tratta semplicemente di un invito alla lettura di testi teologici (e filosofici) femministi scritti nel contesto italiano, che sono assai più numerosi di quanto la nostra breve bibliografia possa riportare.
Nel presentare al pubblico italiano il Dizionario, speriamo che esso favorisca una riflessione sulle persistenti difficoltà del contesto culturale italiano a considerare i discorsi teologici femministi come degni di essere presi in seria considerazione. Ci teniamo a sottolineare come la lettura di questo testo è importante per tutti/e, non solo per le donne, per chi si autodefinisce femminista, o per chi si interessa di giustizia di genere. Crediamo infatti che il dialogo con la molteplicità dei modi in cui gli essere umani incontrano il divino e sperimentano la fede non possa che essere arricchente. Pensiamo anche che, come amava ricordare Martiri Luther King, -un'ingiustizia in qualsiasi parte del mondo rappresenti una minaccia per la giustizia ovunque. I problemi e le lotte delle donne e delle minoranze sono importanti per tutti. Il Dizionario ci rende più consapevoli di molte realtà globali di sofferenza e al tempo stesso ci offre anche la speranza di modi diversi di immaginare collettivamente un mondo più giusto.
Ringraziamo particolarmente Kwok Pui-Lan, Shannon Clarkson, Emilie M. Townes, Mary E. Hunt, Judith Plaschow ed Elisabeth Schtissler Fiorenza per la loro disponibilità a scrivere brevi commenti introduttivi a questa edizione in lingua italiana e per avere incoraggiato caldamente il nostro progetto. La nostra gratitudine va anche a Letty Russell, recentemente scomparsa, una delle due curatrici del testo originale e una delle figure di punta della teologia femminista. È stata per generazioni di donne di tutto il mondo un raro esempio di rigore accademico, di testimonianza di fede vissuta nella ricerca della giustizia e di capacità di superare le barriere che ci dividono con umiltà e compassione.
Siamo anche molto grati all'editrice Claudiana e al suo direttore, Manuel Kromer, per aver accettato di presentare questo testo al pubblico italiano e per la pazienza dimostrataci durante il nostro lavoro di revisione. Questo Dizionario non avrebbe potuto essere nelle vostre mani senza il lavoro delle due traduttrici che hanno prodotto la prima stesura in italiano del testo, Carla Malerba e Chiara Versino. Le ringraziamo di cuore. Grazie anche a Patrizia Ottone per aver curato una bibliografia introduttiva alla teologia femminista in Italia. Viauguriamo una buona lettura e un uso proficuo di questo testo all'interno di corsi accademici, studi biblici, comunità di fede e percorsi personali di riflessione.
Gabriella Lettini, Graduate Theological Union, Berkeley Gianluigi Gugliermetto, St. James Episcopal Church, Firenze
aprile 2010
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silvia corradi il 27 aprile 2021 alle 18:07 ha scritto:
Ho acquistato questo libro per la tesi di laurea e mi ha aiutato molto, è chiaro e di facile consultazione. Rimanda a articoli o testi dove si possono approfondire gli argomenti ed è semplice e non troppo prolisso.