Gli incunaboli della biblioteca del seminario Patriarcale di Venezia. Catalogo
(Anedocta veneta)EAN 9788865120217
Di formazione relativamente recente, sorta in assenza di un disegno organico e di un preciso progetto culturale, la Biblioteca Provinciale dei frati Minori di Firenze, caso assolutamente non isolato rispetto ad altre localita` italiane, e` stata designata a raccogliere i fondi librari di altri conventi, chiusi a seguito soprattutto del calo delle vocazioni manifestatosi a partire dagli anni ’70 del XX secolo. Inizialmente riuniti senza prestare la dovuta attenzione all’originaria provenienza e alle peculiarita` proprie degli esemplari, i volumi sono stati raccolti e identificati mediante l’ordinario lavoro di catalogazione fino a quando, in virtu` di convenzioni stipulate con la Regione Toscana, a partire dal 2001 e` stato dato inizio a un lavoro di riqualificazione dei nuclei piu` antichi delle preesistenti biblioteche conventuali, mediante un lavoro minuzioso di studio delle edizioni attraverso la descrizione delle note di provenienza e delle legature.
Questo ha permesso di ricondurre molti volumi nei fondi originari, cui e` stata successivamente attribuita una segnatura rispettosa di indicazione di derivazione, epoca e formato. Cio` e` avvenuto anche per le 214 edizioni di incunaboli descritti in questo accurato catalogo, in cui la competenza del bibliotecario catalogatore (termine per altro riduttivo) e del bibliotecario conservatore hanno dato vita a una rassegna vivace, ben documentata anche da immagini a colori, di 253 schede di esemplare ordinate in serie alfabetica per autore (o titolo nel caso di opera anonima). Ogni scheda e` costituita da sette indicatori essenziali: intestazione, descrizione dell’edizione, riferimenti bibliografici, lacune, elementi decorativi, note di provenienza e descrizione della legatura. Un capitolo dedicato a Criteri e metodologia spiega con chiarezza l’iter seguito e da` ragione delle scelte adottate. Chiara Razzolini ha curato in particolare lo studio di quelle note di provenienza che hanno permesso di enucleare i vari fondi un tempo ospitati nei 29 conventi della Provincia religiosa qui rilevati, oggi in parte chiusi, in parte destinati ad altro uso, dei quali e` stato tracciato un conciso ma sufficiente profilo storico.
La maggior parte dei libri reca l’attestazione di possesso, spesso in unione con la collocazione del volume, indice di un forte desiderio di demarcazione di proprieta`: il caso dei volumi che furono del convento di Santa Fiora ne costituisce un esempio degno di nota sugli altri. Qui infatti la demarcazione netta, ricorrente nel medesimo esemplare sui tagli, sul dorso, sul frontespizio, su alcune carte interne, come un sistema antifurto, sembra quasi voler ammonire il lettore malintenzionato. Di particolare interesse sono poi le provenienze che testimoniano spostamenti riconducibili a motivazioni piu` personali, del tipo scambi tra studiosi, cessioni di copie doppie, ecc. Dovendo por mano a un campione di libri non gia` rilevante per quantita` ma di estremo pregio per tipologia, la manipolazione ai fini di studio e classificazione e` stata saggiamente accompagnata da un’analisi approfondita dello stato di conservazione dei vari «pezzi», adottando, laddove necessario, interventi minimi di ripristino dei volumi, effettuati in loco e con materiali di facile reperibilita` e portabilita`.
Si e` trattato non gia` di restauro, ma di una serie di semplici operazioni di manutenzione non invasive, mirate a evitare la degenerazione di danni gia` esistenti su carte e legature. Tutto il processo e` stato ampiamente documentato dalle restauratrici Elisa di Renzo e Irene Zanella nel capitolo Interventi di conservazione e condizionamento degli incunaboli, nel quale si pone un accento sull’importanza che rivestono le schede progetto che si usano in ambito conservativo: ben si potrebbero assimilare a cartelle cliniche in cui il professionista annota lo stato di conservazione del libro e la susseguente descrizione degli interventi effettuati, con la distinta dei materiali impiegati; il tutto accompagnato da opportuna documentazione fotografica del prima, durante e dopo la presa in consegna del manufatto. La scheda di restauro dunque come punto fermo per la storia conservativa del bene da tutelare, permettendo di datare i danni e le alterazioni che saranno eventualmente riscontrati in futuro. Sempre a cura delle operatrici menzionate, utilissimo risulta il Glossario dei termini tecnici utilizzati nelle descrizioni riportate sulle schede, vera porta di accesso alla comprensione dei contenuti per i non addetti ai lavori.
Infine, ma non certo per importanza, chi desideri approfondire le proprie conoscenze circa l’incunabolo potra` essere abbondantemente soddisfatto dalla lettura dell’ampio saggio iniziale di Neil Harris, docente di Bibliologia all’Universita` di Udine, dove viene spiegata agevolmente la storia dell’origine e la diffusione del prototipo del libro a stampa, l’incunabolo appunto, che, per sua stessa definizione, a guisa di un Giano bifronte, guarda simultaneamente al passato e al futuro, collocandosi in un momento di straordinario fermento tecnologico e culturale, passaggio epocale nella storia della civilta` umana. Nella trattazione, l’invito a non perdere di vista i cambiamenti intervenuti all’oggetto libro nel passaggio dal manoscritto alla stampa: l’adozione del supporto cartaceo anziche´ della pergamena; il prevalere dei libri piccoli sui formati grandi; la metamorfosi del libro policromo, rubricato e miniato, al monocromo o bicromo; l’adozione di uno specchio di stampa largo e arioso; l’abbandono di una scrittura densa di legature e artifici per una piu` chiara e uniforme. Tratti questi che, analizzati uno per uno, riflettono quelli che furono i cambiamenti sostanziali intervenuti nella vita sociale, economica, produttiva dell’umanita` nel passaggio dal XIV al XV secolo.
Tratto dalla Rivista "Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte" LII, 2013, fasc. 1-2
(http://www.centrostudiantoniani.it)