Storia dell'ordine francescano
-Problemi e prospettive di metodo
(Temi e testi)EAN 9788863725063
Il presente libro offerto ai lettori esperti in materia, sia storica sia francescana, affronta il problema del metodo di elaborare, scrivere, rendere storia. Il titolo può in un primo istante fuorviare la persona che sta cercando il classico manuale storico sui Minori, ma già il sottotitolo informa e indirizza verso la ricerca molto ampia e pluridirezionale svolta da G. Buffon. L’A. afferma: «Il nostro saggio mira perciò ad offrire un contributo, che induca ad una riflessione e di conseguenza possa accompagnare una discussione intorno a natura, finalità e limiti di un’auspicabile “Storia dell’Ordine Francescano”. In coerenza con tale ragionamento, il nostro impegno è stato condotto dal desiderio di sciogliere un preciso interrogativo “Come fare storia di un Ordine religioso?”. Ed è su tale quesito che si snoda lo sviluppo della nostra indagine e del nostro studio» (p. XIII).
Partendo dalla questione cos’è un Ordine religioso, l’A. propone come il parametro «utile se non imprescindibile» l’identità. Basandosi sugli studi operati dai ricercatori della Compagnia di Gesù, Buffon segue nella propria analisi la strada in qualche modo già tracciata da loro. Entrando successivamente nella spiegazione di questo criterio, scrive: «… l’identità, già di per sé prodotto di relazioni, quando si riferisce agli Ordini religiosi richiede un’indagine particolare, da effettuarsi tramite l’analisi degli snodi, punto di incontro tra relazioni e interscambi delle differenti entità, in una parola di ibridazioni. L’identità di un Ordine, infatti, non può essere ritenuta alla stregua di un dato definitivamente acquisito, né di una definizione statica, e tanto meno di un’entità esclusiva. L’identità secondo noi è da ritenersi piuttosto quale elemento dinamico sempre in divenire, comprensivo dell’alterità» (p. XV). Tale concetto permette infatti di comporre, tassello per tassello, un mosaico sempre aperto di un Ordine religioso nelle proprie manifestazioni sia spirituali, sia materiali, che si rivelano nell’operato e nell’interazione con la realtà che lo circonda nel determinato tempo, spazio e cultura. Usufruendo del termine identità, l’A., a nostro parere, disegna un quadro delle possibili soluzioni anche per la domanda del carisma proprio, ovviamente quest’ultimo al livello piuttosto interiore. Buffon successivamente presenta il metodo d’indagine da lui usato e gli strumenti moderni della ricerca incrociata nei cataloghi elettronici e data base digitali delle biblioteche mondiali, che offrono oggi lo spettro molto vasto e danno velocemente i risultati, con diversi filtri di ricerca, componibili secondo le esigenze dello studioso. Dopo un enorme lavoro di raccolta dati, l’A. conclude così l’introduzione al libro: «Da tutto questo, perciò, ci pare poter ritenere che l’elemento originale non sia costituito tanto dalle informazioni e dai contenuti, quanto piuttosto dall’ipotesi di lavoro progettata, cioè da quelle chiavi di lettura già indicate le quali, se scelte ed applicate con circospezione, permettono di reperire un tracciato, un orientamento adeguato, fungendo come da bussola nella selva delle informazioni, di cui oggi disponiamo grazie ad una cultura di tempra decisamente informatica» (p. XIX). È un approccio per affrontare l’ampia produzione che può essere intesa, in modo largo, come documentazione storiografica dell’Ordine francescano. La proposta di Buffon, anche se spazia per più paesi e realtà culturali dei Minori nella loro storia dagli inizi fino all’epoca contemporanea (XIII-XX secc.), non esaurisce ovviamente tutto l’universo francescano e l’A. non ha tali pretese. Indica, tuttavia, uno studio possibile da applicare, a nostro giudizio, anche nelle realtà locali, limitate alla topografia e cultura di una sola regione o addirittura di una nazione. Il valore del metodo proposto da Buffon è proprio quello della flessibilità e dell’adattamento, secondo il concetto dinamico dell’identità: dunque la storiografia al servizio della progressiva intuizione della fedeltà ai principi dell’essere e dell’operare secondo il modello di san Francesco, e non solo intesa come la massima conservatrice delle memorie che determinano anche il presente.
Infatti, tutti gli otto capitoli, che compongono il libro, offrono tale proposta. Ovviamente la presentazione tecnica e cronologica non è stata abbandonata, non si può prescindere da tale inquadramento, ma viene illuminata dalla dinamicità che ogni epoca e cultura ha lasciato come impronta nella storia dell’Ordine francescano. Sarebbe riduttivo qui percorrere ogni sezione del lavoro di Buffon, perché ogni capitolo suscita le riflessioni e le domande sia storiche sia proprio metodologiche, e crediamo che questa sia la finalità della pubblicazione, che vuole aprire alcuni orizzonti nel modo di elaborare i risultati di ricerca archivistica e documentaria in vista della presentazione più ampia della storia dei Minori. La caratteristica e la sintesi più eloquente dell’impostazione e divisione del libro la troviamo a pagina 32, nel paragrafo conclusivo del primo capitolo, che parla proprio sulla storia e identità di un Ordine, come realtà composta: «La considerazione sull’identità che ci accingiamo a proporre prenderà dunque avvio proprio dal tema dell’immagine definita dalla produzione storiografica, ossia dalla custodia, rappresentazione, ed eventuale contraffazione della memoria; proseguirà con l’analisi degli influssi derivanti dall’appartenenza geografica, territoriale, in dialettica con le strutture centrali, nonché quelli provenienti dalle differenti scansioni temporali; si concentrerà quindi sulla dimensione relazionale, tramite una comparazione con altre istituzioni regolari, in particolare dei domenicani e dei gesuiti; troverà il suo epilogo cin un approfondimento sulla “alterità”, ovvero sul nesso instaurato dai francescani con ambienti sociali, politici, regimi economici, il mondo dell’arte, dell’architettura, della musica, del teatro» (p. 32).
Nell’ottica del possibile metodo differente della descrizione della storia minoritica l’A. si esprime nel IV capitolo intitolato Periodizzazione (p. 121-164), con l’appendice (p. 165-184), dedicato alle riforme nel seno dell’Ordine, con una particolare attenzione alla riforma cappuccina. Dopo la presentazione delle origini e “l’invenzione della cesura”, Buffon passa all’esposizione argomentata sulla continuità della storiografia minoritica, anzitutto controbattendo l’anno 1517, come la data della cesura fondamentale. Le sue motivazioni fondate sui dati storici verificabili gli permettono di avanzare l’idea di superamento delle cesure tradizionalmente accolte nella storia dei francescani (la divisione della famiglia minoritica, la riforma cappuccina, la decadenza di vita regolare, ecc.) che abbracciano il periodo tra XVI e XVIII secolo. Secondo l’A. la rivoluzione francese e l’illuminismo, con le loro conseguenze, costituiscono invece “una cesura rivoluzionaria” (p. 157), che segna una discontinuità su molteplici livelli d’analisi della realtà minoritica (demografia, amministrazione interna, legislazione, reclutamento, missioni, francescanesimo femminile di vita attiva). Infatti Buffon conclude: «Con l’avvento del XX secolo, la consapevolezza della cesura, verificatasi in precedenza, sembra giungere gradualmente a maturazione, sino a produrre i suoi effetti, prima in ambito ideologica, delineando in modo sempre più chiaro il concetto di “origini”, e poi nella sfera istituzionale, ovvero dei codici e dei comportamenti» (p. 162-163). Tale proposta della nuova periodizzazione, in cui si denota la continuità tra gli inizi del XIII secolo e la vita dell’Ordine fino al XVIII secolo, e la cesura riscontrabile, in maniera forte, dopo la rivoluzione francese, è conforme alla visione nella quale l’epoca moderna inizia solo con la Repubblica francese e non con la Riforma protestante. La storiografia, specialmente quella francescana, è interpellata dalla questione delle missioni. L’A. dedica una particolare attenzione e uno spazio adeguatamente largo per la tematica (cap. VI, le parti del cap. VIII e passim in altri capitoli), concentrando l’interesse sui continenti americani che già dal XVI secolo furono il principale indirizzo delle missioni, non solo francescane. Proponendo l’analisi comparata e parallela con la storiografia gesuitica sulle loro missioni, Buffon propone un simile metodo della presentazione e descrizione di storia missionaria, in cui evidenzia anche il ruolo delle popolazioni indigene e il lavoro dell’inculturazione da parte degli evangelizzatori. Questa tendenza è già presente nella recente percezione della storia delle missioni francescane, scritta non unicamente dalla posizione dei frati europei. Comunque non è mai troppo sottolineare tale aspetto e il protagonismo delle popolazioni che accoglievano e accolgono il messaggio evangelico.
La pubblicazione è arricchita dall’ampio indice analitico (p. 435-464), introdotto dall’A. con alcune norme adottate in esso. Il criterio, con cui ai nomi dei frati francescani non viene aggiunta la sigla alcuna della loro appartenenza, è molto significativo e denota, anche questo, un superamento delle “antiche e sempre nuove” rivalità o motivi di gloria nel seno della nostra variopinta famiglia. La storia passata, infatti, deve insegnarci positivamente e non provocare le discussioni, a volte puramente accademiche, che non favoriscono la continuità della tradizione e della memoria minoritica per tutti i francescani.
Il lavoro di G. Buffon, essendo un tentativo innovatore per la storiografia francescana, ben riuscito e molto ricco di dati e di spunti per la futura ricerca e lo studio guidato dall’oggettività dei fatti e dalla loro interpretazione critica, si inscrive anche nell’indagine moderna sull’identità degli Ordini religiosi. Ringraziando l’A. per il suo sforzo e la mole del lavoro messo nelle mani degli studiosi esperti e dei lettori interessati, si spera che da quest’opera vengano le successive con un approfondimento dei singoli temi e dell’elaborazione sempre più condivisa del metodo storico adeguato a cogliere la ricchezza del movimento francescano in tutte le sue manifestazioni.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2014
(http://www.seraphicum.com)
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