Giovanni Battista
-Un profeta e tre religioni
(Oi christianoi)EAN 9788861241930
L'intento di questo volume, che raccoglie sette contributi di studiosi esperti in varie branche del sapere teologico, è quello di tentare di porre in dialogo tre religioni, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, attraverso lo studio di un personaggio venerato come profeta da tutte e tre le religioni: Giovanni Battista.
Il primo contributo, introduttivo, di B. Pirone, è un excursus di alcuni dei più importanti documenti storici risalenti al medioevo che attestano una venerazione alle reliquie di Giovanni Battista comune al Cristianesimo e all'Islam. Nel secondo contributo, La giustizia del Battista, i miracoli di Gesù e le proibizioni dei targumim, l'esegeta P. Di Luccio propone uno studio della formazione del testo di Lc 7,18-30 mostrando come esso possa essersi formato in seguito al dibattito sviluppatosi nelle prime comunità cristiane intorno al problema del rapporto fra Gesù e il Battista: i primi cristiani, infatti, rifacendosi ai due testi di Dt 24 e Is 61, cercarono di porre il ruolo del Battista in continuità con quello di Gesù mentre la contemporanea interpretazione targumica di questi due testi lasciava intendere la sua contrarietà all'unione delle comunità dei discepoli di Giovanni con quelle dei discepoli di Gesù.
Il terzo contributo, di E. Franco, Giovanni Battista secondo i Vangeli: profeta, precursore, testimone o amico dello sposo? analizza in che modo la figura storica del Battista sia stata interpretata dal punto di vista cristiano e dal punto di vista ebraico. Qui l'A. si interroga sul problema se l'immagine del Battista data dai Vangeli possa essere considerata storicamente attendibile o se non si sia cercato in essi di "cristianizzare" la figura di Giovanni. A questo scopo, l'A. analizza le diverse descrizioni del Battista presenti nei quattro Vangeli mostrando come in essi si sottolinei la superiorità di Gesù rispetto al Battista il quale, a sua volta, è proprio dal legame con Gesù che acquisisce la sua grandezza. Legame che, però, non è nemmeno menzionato nelle Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe, il quale dà una connotazione esclusivamente politica e morale alla figura del Battista, evitando in questo modo di essere coinvolto nel dibattito religioso che nel I secolo si stava svolgendo fra i discepoli del Battista e quelli di Gesù.
Il quarto contributo, di R. Ionico, Giovanni secondo la tradizione islamica, ci introduce al problema dell'interpretazione del Battista secondo l'Islam. L'A. mostra come Giovanni Battista sia una figura molto importante per l'Islam: egli è considerato un profeta ed è visto come l'anticipatore della missione di Muhammad. L'A. offre le linee essenziali del ritratto della vita del Battista tracciato dal Corano e dalla letteratura religiosa islamica, a partire dalla nascita da genitori di stirpe profetica, per poi descriverne la missione come profeta e la vita ascetica, fino a giungere al racconto islamico del martirio di Giovanni. Il contributo si conclude infine con uno sguardo sul culto islamico del Battista presente ancora oggi.
Nel quinto contributo, Giovanni Battista e Gesù Cristo, il teologo P. Gamberini mette in luce i punti salienti da tenere presenti nel dialogo fra Cristianesimo e Islam. L'A. mostra, per prima cosa, come ci sia una radicale differenza fra il modello di profeta a cui appartengono sia Giovanni Battista che Muhammad e la figura di Gesù di Nazareth come profeta escatologico: mentre infatti, nel primo caso, si tratta di profeti che comunicano la volontà di Dio riguardo agli uomini, nel caso di Gesù, egli, identificandosi con la Parola stessa di Dio, rivela, nella sua persona, Dio nella sua essenza e nella sua comunione con gli uomini. Gamberini mostra poi come la figliolanza divina e la preesistenza di Gesù affermate dal Cristianesimo non compromettano in alcun modo quell'unicità di Dio che è il caposaldo dell'Islam ma anzi riescono a risolvere quelle contraddizioni che affiorano nel credo islamico quando cerca di rendere ragione della possibilità di una rivelazione di Dio all'uomo: anche l'Islam, infatti, introduce una figura di mediazione, il Corano, che è insieme creato e increato, affinché la Parola di Dio possa essere comunicata agli uomini; ma poiché il Corano non si identifica con Dio stesso, la relazione fra Dio e l'uomo resta estrinseca e Dio nella sua essenza resta inconoscibile per l'uomo. Le dottrine cristiane dell'incarnazione e della Trinità riescono, secondo l'A., a risolvere efficacemente queste contraddizioni.
Il sesto contributo, Yahya Ibn Zakaryya, Giovanni Battista e il culmine della profezia, di D.A. Madigan, mette a confronto il concetto di profezia presente nell'Islam con quello presente nel Cristianesimo: mentre per l'Islam la profezia, come parola di ammonimento e di comando, è in grado di garantire la salvezza dell'uomo inducendolo a tornare alla sottomissione a Dio, secondo il Cristianesimo la profezia è insufficiente a salvare gli uomini ed è solo una preparazione a un intervento più deciso di Dio, il quale, in Gesù, assume Egli stesso la nostra umanità per salvarla.
Il settimo e ultimo contributo, di G. Castello, Giovanni Battista dei mandei, consiste in un'analisi della figura del Battista secondo il mandeismo. Il mandeismo, infatti, oltre a presentare notevoli punti di contatto con le tre religioni, possiede una ricca tradizione su Giovanni Battista. Secondo alcuni autori, dallo studio di tale comunità religiosa si può risalire ad alcuni dati storici sulla figura del Battista non presenti nei Vangeli. L'intento di questo contributo è quello di ripercorrere i tratti fondamentali della figura del Battista descritti nella letteratura mandea che rivelano un Giovanni Battista alquanto diverso da quello descritto dai Vangeli.
In conclusione, il volume risulta molto stimolante in quanto pone, come punto di convergenza del dialogo interreligioso, non una dottrina teologica astratta che possa essere in qualche modo condivisa, ma piuttosto una figura storica concreta, quella appunto di Giovanni Battista, che è apprezzata e venerata da tutte e tre le religioni e che dunque si cerca di porre in dialogo.
Ritengo che sarebbe molto proficuo per il dialogo ripetere questa operazione con altre eminenti figure del Cristianesimo la cui venerazione i cristiani condividono con altre religioni: si pensi, ad esempio, a figure bibliche come Maria, la madre di Gesù, venerata anche nell'Islam, ma anche a figure di grandi santi e mistici cristiani, come, per esempio, Francesco d'Assisi, il cui messaggio è molto apprezzato anche dai Buddhisti. Ci si augura, quindi, che l'operazione tentata in questo libro abbia un seguito, al fine di aprire nuove vie al dialogo interreligioso.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 4/2013
(http://www.rassegnaditeologia.it)
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Dott. Marco Cosimi il 20 luglio 2011 alle 04:02 ha scritto:
Indispensabile lettura per chi sia sensibile ai temi del costruttivo e continuo dialogo interreligioso. La figura di un grande profeta emerge sotto i riflettori attenti di chi si dimostri sensibile allo studio comparato di un profeta centrale per le tre grandi religioni monoteistiche.Una lettura appasionante per chi sia eticamente sensibile al dialogo interculturale attualmente in corso.