I tre testi che compongono il vol. a firma del (neo)cardinale arcivescovo di Firenze – «Il sacro e l’arte: la luce di Dio sul segno dell’uomo», lectio magistralis del 19.11.2010; «Parola sacra e cultura degli uomini: il paradigma di Firenze», intervento a un workshop della Fondazione Strozzi il 25.2.2011; «L’arte nella comunicazione della fede oggi», intervento all’Università internazionale dell’arte il 21.4.2009 – possiedono un comune denominatore: l’idea che «il rapporto tra sacro e arte è un riflesso luminoso dell’intreccio tra il logos divino e trascendente e la sarx, ossia il tempo e lo spazio carnali, incrocio che in Gesù Cristo ha il suo archetipo supremo». Così «la parola “incarnata” nell’arte fa sì che l’opera artistica diventi essa stessa linguaggio di fede»; a patto che si ponga mano alla ricostruzione del connubio di arte e fede che nel secolo appena trascorso si è interrotto da parte della prima per timore di perdere in libertà espressiva; e della seconda perché rifugiatasi nella reiterazione di un passato «senza però sapere incarnare il mistero nel presente» (dalla prefazione del card. G. Ravasi).
Tratto dalla Rivista Il Regno 2012 n. 6
(http://www.ilregno.it)
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