L' utopia possibile

Riccardo il 30 dicembre 2012 alle 15:05 ha scritto:

All’inizio del libro mi sono sentito fragile e indifeso perché ho sentito sciogliersi, dentro di me, come neve al sole, alcune “certezze” che consideravo pilastri della mia vita. Poi mi sono accorto di aver portato dentro me, per molti anni, con tanta fatica e sofferenza, della zavorra che altri avevano messo sulle mie spalle. Ora non ho più paura di stare da solo, perché so di essere in buona compagnia, con chi mi ama più di ogni altra cosa al mondo: me stesso, e che mi fa vivere in armonia con la parte più intima della mia anima e con tutto ciò che mi circonda.