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Descrizione
Sicari in crisi mistica e teologi con la lupara in mano, ecclesiastici infedeli e assassini devoti, sacerdoti come padre Puglisi, che muoiono su ordine di Cosa Nostra, per non aver tradito quello stesso vangelo. Questo libro racconta la storia del "tenebroso sodalizio" dei mafiosi con preti e religiosi. Un'inchiesta sulla mafia "sub specie ecclesiae": attraverso i palazzi arcivescovili e le chiese di campagna, tra una festa popolare e la processione di un santo patrono, lungo le chiese della desolata periferia di Palermo e le navate del duomo normanno di Monreale. Cosa Nostra è una confraternita criminale con le sue tradizioni e i suoi segreti. Per il mafioso, battesimi, cresime, matrimoni e ogni altro genere di sacramenti non fanno parte di un cammino di fede ma entrano in un sistema di alleanze e di giochi di potere interni alla consorteria. Le vie delle sagrestie, allora, si intrecciano con quelle dell'eroina e la religione diventa uno strumento funzionale alla morte e al predominio criminale.
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DETTAGLI DI «Le sagrestie di Cosa Nostra»
Recensioni di riviste specialistiche su «Le sagrestie di Cosa Nostra»
Un uomo viene condotto dal padre in campagna: in una zona ben precisa avverrà l’incontro con altri uomini. Uno di questi prende una candela accesa, un altro disinfetta un ago, poi afferra la mano dell’uomo e gli punge un dito: «Pigghiaru a santa, ci dettiru fuoco e nna’ manu, poi ci fecero giurare: io giuro di essere fedele alla famiglia, se io dovessi tradire le mie carni saranno bruciate come brucia questa santina». È un episodio riportato dall’a., palermitano, analista della criminalità mafiosa, nel suo resoconto sulla mafia vista attraverso le sagrestie. Mafia e religione, mafia e cattolicesimo, tempi «liturgici» dell’una presi in prestito dall’altro. Alle domande di cosa possa essere il tessuto religioso di Cosa nostra, o di come possa esistere una contiguità tra mafia e manifestazioni cattoliche tenta di rispondere questo saggio coraggioso, lucido, che pone ulteriori domande sul che fare come credenti e come cattolici.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 6/2008
(http://www.ilregno.it)
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