Chiesa e pedofilia: la ferita aperta
EAN 9788851408015
Due articoli, il primo dei quali ampliato, usciti sugli aspetti psicologici della pedofilia su Civiltà cattolica sono qui ripubblicati accanto a un nuovo testo sulla formazione nei seminari (con ampi riferimenti ai recenti orientamenti della Congregazione per l’educazione cattolica) e a quello della Lettera ai cattolici d’Irlanda di Benedetto XVI. Giovanni Cucci, gesuita, è membro del collegio scrittori della rivista, mentre Hans Zollner, anch’egli gesuita, insegna psicologia alla Gregoriana e pratica l’attività di psicoterapeuta. Un approccio che aiuta a capire e a prevenire i meccanismi inconsci e le diniamiche psicosociali che sono alla radice delle violenze compiute sui minori.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 14/2010
(http://www.ilregno.it)
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Nicola Giuliani, giulianibcc@gmail.com il 15 novembre 2011 alle 01:37 ha scritto:
Del grave fenomeno della pedofilia nella Chiesa ci si è accorti purtroppo solo recentemente,grazie anche alla forte, accorata denuncia fatta dall’allora Cardinale Ratzinger, in occasione della via Crucis del 2005 (Meditazione e preghiera IX stazione),oltre che al provvidenziale tsunami mediatico di questi ultimi anni. Abbastanza noto era ed è, invece, il fenomeno, ampiamente diffuso e tollerato,del concubinato ecclesiastico e quello collaterale dell’omosessualità, purché non divenuti oggetto di scandalo. Da tempo si discute,molto sommessamente,nella Chiesa,se non sia il caso di eliminare l’obbligo del celibato per i preti. Eminenti personalità del mondo cattolico lo pensano e a volte lo propongono. Sinora,però,il veto papale e l’assenza di uno specifico aperto dibattito conciliare lo hanno impedito. Benedetto XVI ,il cui pensiero di fondo, su sacralità dell’amore terreno e volontà divina, è chiaramente espresso nella sua prima Enciclica Deus Caritas Est (punto 11 dell’Enciclica),ha intanto avviato una prima apertura consentendo ai preti protestanti sposati che abbracciano il Cattolicesimo di rimanere tali. Gli autori svolgono magistralmente un’accurata analisi del fenomeno della pedofilia sotto l’aspetto psicologico, ma alquanto superficiale ed impreciso appare l’estensore della introduzione allorquando equivoca su un noto luogo comune,presentato non nei suoi giusti termini (di importante concausa del celibato e connesso voto di castità nel determinare il vistoso fenomeno della pedofilia fra i sacerdoti),ma di “equivalenza fra pedofilia e celibato”,tacciando addirittura di incompetenza in materia chi si pronuncia per l’abolizione del celibato. Fra questi –è da rilevare- trovasi, guarda caso, (e non solo) un noto e apprezzato (anche dallo stesso Benedetto XVI)teologo Svizzero, di nome Hans Kung. Tullia Zevi, eminente personalità del mondo ebraico, recentemente scomparsa, riteneva assurdo e contro natura il permanere di questo vincolo. Seguono negli ultimi capitoli del libro preziose indicazioni e raccomandazioni per la formazione dei seminaristi e opportuni approfondimenti sui metodi di selezione, risultati spesso inadeguati e benevoli, anche in conseguenza del preoccupante fenomeno della scarsità delle vocazioni. Alla fine,però, si ha l’impressione che le problematiche di ordine psicologico e le variegate difficoltà da affrontare,da parte di aspiranti alla vita sacerdotale, esaminatori e formatori, in relazione alla particolare rinuncia fisica che il celibato e il voto di castità comportano,siano tali e tante da far apparire davvero ridotta la potenziale schiera degli idonei. Nasce il dubbio che gli autori vogliano dire in altro modo quello che il citato teologo svizzero,nonché presbitero cattolico,ha detto chiaramente nella sua nota lettera aperta ai vescovi dell’aprile 2010.