Con l?invenzione del ready made Duchamp teorizzò che tutto può essere arte; mentre Beuys rivoluzionò il modo di concepire l'arte, teorizzando che tutti possono fare arte: "Io pongo domande, metto sulla carta forme di linguaggio, così come forme di sensibilità, di intenti e di idee e lo faccio con lo scopo di stimolare il pensiero. Per di più desidero non soltanto stimolare gli altri, ma anche provocarli." Oggi sono cadute molte barriere all'interno dell'arte contemporanea, e dunque i linguaggi sono numerosi e molteplici; si assiste a una dissoluzione delle norme e l'artista si sente libero di sperimentare, di utilizzare i materiali più nuovi e diversi. Il volume, pertanto, cerca di offrire un'immagine plastica di questa sperimentazione.Anche questa pubblicazione è indirizzata ad un vasto pubblico, artisti, collezionisti, critici d'arte, galleristi addetti ai lavori o semplici curiosi, amanti comunque dell'arte, che vogliano con questa "bussola" conoscere i molteplici linguaggi dell'arte di oggi o di ieri l'altro, che vogliono quindi orientarsi nella complessa dialettica delle varie realtà artistiche. Si dice che l'arte contemporanea sia di difficile lettura e comprensione. A fronte di questa impenetrabilità il semiologo Umberto Eco ritiene che l'opera d'arte debba avere una sua leggibilità. Ma Picasso non la pensava così: "Ognuno desidera comprendere l'arte. Perchè non tentare di capire il canto di un uccello? perchè amiamo la notte, i fiori e tutto ciò che ci circonda, senza cerare di capirlo? ma nel caso della pittura la gente sente il bisogno di capire Se solo potesse rendersi conto prima di tutto che un'artista lavora per necessità interiore, che egli stesso è un frammento insignificante del mondo, e che non gli si dovrebbe attribuire maggiore importanza che a una quantità di altre cose che ci procurano piacere, anche se non sappiamo spiegarle!" (John Berger, Splendori e miserie di Pablo Picasso)