Io di Emmaus. Le domeniche dell'anno litugico A nelle poesie-preghiere di un laico fedele che si interroga
(Letture bibliche e altre cose)EAN 9788849819366
L’autore, laureato in lettere e psicologia, lavora a Roma come psicoterapeuta e insegna alla Pontificia Università Urbaniana. Le due opere (Io di Emmaus e Andate a due a due) presentano delle preghiere in versi, ciascuna delle quali trae spunto da una citazione da un brano della Sacra Scrittura così come viene presentata nell’anno liturgico. Le quartine rimate espongono in modo semplice e senza ricercatezze o sofisticazioni, ma con il linguaggio quotidiano, delle riflessioni sull’esistenza dell’uomo sulla terra rapportata all’ immensità ed eternità di Dio. Esse sgorgano senza fatica da una fede ben consapevole dei problemi e delle contraddizioni della condizione del pensiero umano. Indubbiamente la meditazione non contiene molti spunti originali e le immagini sono quelle proprie della tradizione cristiana più genuina, ma i testi hanno il pregio di presentarsi come ricerca di un’armonia perduta. Si condivide quindi quanto scrivono nella prefazione C. e M.C. Volpini: «Eppure è proprio la genuina e intensa semplicità del dipanarsi di queste pagine, il ripetersi delle rime e delle quartine, lo snodarsi di parole intrise del nostro quotidiano, che fanno risuonare in noi le voci cantilenate dell’infanzia e risvegliano sensazioni antiche che costituiscono le radici del nostro essere». In fondo, si ritrova qui una nuova realizzazione letteraria che si colloca sulla linea interpretativa del cristianesimo sondata in tutti gli aspetti dal quel grande artista della parola che fu Agostino nella Confessiones. Forse Capoccia dispone di una certa facilità nella versificazione dei suoi pensiero, ma indubbiamente il suo progetto letterario è stato nel suo complesso ambizioso e impegnativo. Dobbiamo essergli grati anche per la perseveranza.
Le sue poesie-preghiere sembrano destinate alla lettura-meditazione silenziosa. Si prestano bene però anche per una lettura in pubblico, ad esempio in una veglia di preghiera, a condizione che si abbia l’accortezza di non banalizzarne il ritmo. Inoltre esse non possono sostituire la lettura del testo sacro, per quanto esso possa apparire letterariamente povero, ma accompagnarla, e come sussidio anche dei testi liturgici sono veramente pregevoli.
Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)