La parola nuova. Momenti di riflessione filosofica sulla parola nel Novecento
(Università)EAN 9788849814651
Il libro si compone di otto saggi, in cui diversi autori vengono studiati intorno all’universo della parola: La convinzione che li muove affiora già nel primo saggio: l’atto di parola ha un carattere necessariamente individuale, ed è la declinazione di una temporalità che ha il suo centro di irradiazione nel presente. Il secondo saggio concepisce tale presente non come pura presenza ma come provenienza, nel senso che, ricorrendo ai concetti heideggeriani di Ereignis e “differenza ontologica”, ciò che viene al linguaggio non è dato solo dalle parole, ma dal movimento stesso che si dispiega fra il dire e la parola. Da ciò la rilevanza che assume in tutto il libro il tema della metafora.
Nel terzo saggio la metafora non è concepita come un puro fenomeno di trasposizione da un senso proprio ad uno figurato, ma come quell’idea della parola nel cui segno la sua molteplicità di uso è ricondotta sotto l’unità “schematicità” del significato. Il quarto saggio descrive la risalita dalla realtà del dicibile alle condizioni di possibilità della funzione stessa del dire. Il carattere “schematico” della parola è tematizzato in rapporto alla sfera della corporeità, intesa come “contorno” extralinguistico dell’atto di enunciazione, ed è visto come un’opera di mediazione fra le opposte istanze del manifestare e del celare. Nel quinto saggio il tema del silenzio fa da sfondo all’evento della significazione e della parola e il parlare si mostra come processo dialettico che vive della mediazione incessante tra il proprio e l’estraneo, la medesimezza e l’alterità. Nel sesto saggio l’ “idealità” del testo letterario si fa consistere nella giustezza di un atto di parola originario, fatto rivivere attraverso quel “riempimento” intuitivo che si compie con la lettura.
E ciò che soprattutto risveglia l’intuizione è dato da una proprietà specifica della parola poetica: quella per cui essa, “sospendendo” ogni referenza diretta, ci invita a riferirci al senso in chiave speculativa. Nel settimo saggio tale “sospensione” di ogni referenza diretta è vista come la condizione stessa che rende possibile il movimento narrativo della significazione, intesa come quella parola nuova nel cui segno si consuma l’evento intersoggettivo del discorso. Nell’ottavo e ultimo saggio la parola nuova è concepita radicalmente come un atto di germinazione: quello che segna l’emergere del mondo umano dal mutismo dell’oscurità alla luce.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 2/2008
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