Ritorno a Dio
-Filosofia, teologia, etica della «mens» nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio
(Scaffale universitario)EAN 9788849803556
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DETTAGLI DI «Ritorno a Dio»
Tipo
Libro
Titolo
Ritorno a Dio - Filosofia, teologia, etica della «mens» nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio
Autore
Cuttini Elisa
Editore
Rubbettino Editore
EAN
9788849803556
Pagine
212
Data
2002
Collana
Scaffale universitario
COMMENTI DEI LETTORI A «Ritorno a Dio»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Ritorno a Dio»
Recensione di Antonino Poppi della rivista Studia Patavina
Nonostante la mole alquanto modesta del volume non sembri adeguata alle esigenze dell’impegnativo sottotitolo, possiamo con certezza dichiarare che si tratta di una ricerca originale e mirata, che coglie una nervatura portante nell’universo del pensiero bonaventuriano, ricerca suffragata da un’analisi filologica attenta e puntuale delle fonti antiche, in particolare neoplatoniche e dionisiane, da cui derivano i concetti capitali della reductio e dell’ascensus con i quali sono intessute le due opere più significative e discusse del Dottore Serafico, la Reductio artium ad sacram Scripturam e l’Itinerarium mentis in Deum.
Come ha avvertito con decisione il presentatore del libro nella premessa, dalla ricerca della Cuttini emerge con luminosa chiarezza che la negativa valutazione della storiografia moderna nei confronti di san Bonaventura, di aver proposto cioè la più ‘medievale’ delle filosofie svuotando di autonomia e di significato le singole scienze facendole ancillarmente dipendere, assieme alla filosofia, dalla teologia quale unità ultima del sapere umano, è una valutazione infondata, frutto di una comprensione univocista del termine reductio, che invece nei testi bonaventuriani gode di una estensione e plurivocità tali, da togliere ogni sospetto di servaggio o di insignificanza dei saperi umani rispetto alle illuminazioni provenienti dalla rivelazione biblica.
Nella prima parte dell’opera infatti, “Il valore ermeneutico-contemplativo della reductio” (pp. 11-80), viene sottolineato l’equivoco di un’intera serie di studiosi, anche di molto accreditati, che hanno interpretato in senso ontologico ristretto la riduzione, incuranti del ventaglio di applicazioni con cui essa è presente negli scritti del maestro francescano, e si conclude che nell’opuscolo omonimo, fonte precipua delle confusioni, ben lungi dall’essere annullate dalla Scrittura, le scienze e le arti vengono da questa ulteriormente potenziate a cogliere in sé e nelle cose mondane quella loro profonda verità che rimaneva occultata alla semplice conoscenza e riflessione razionale. Opportunamente l’autrice rileva la diversità prospettica di Bonaventura rispetto al De doctrina christiana di sant’Agostino, nel quale le scienze presentano una funzione ausiliaria e strumentale ai fini dell’intelligenza della Scrittura, mentre nella scuola francescana, a partire già dai Sermones di sant’Antonio di Padova, i saperi umani rivestono una simbolicità di verità più alte senza venir defraudati del loro valore conoscitivo.
Nella versione latina della dionisiana De coelesti hierarchia ad opera di Scoto Eriugena, Bonaventura incontrava il duplice aspetto semantico dell’originale greco “anagoghé”, nel senso di riportare indietro, cioè al fondamento, e anche di condurre in alto, verso una mèta superiore, latinamente resi con i lemmi reductio e ascensus. Nella seconda parte, “Ritorno e ascesa della mens a Dio” (pp. 81-117), Elisa Cuttini illustra la via plotiniana, seguita dal teologo francescano, dell’ascesa dell’anima a Dio, dal quale è stata creata e al quale ardentemente anela a congiungersi, in un processo di riconduzione/elevazione, movendo dall’interiorità del soggetto (il reditus in se ipsum) e salendo dalle cose sensibili, svelate nei segreti delle varie scienze, con la mediazione dell’unico ponte tra Dio e gli uomini, Cristo incarnato nella nostra natura umana. In questo viaggio spirituale (itinerarium) in cui dal ritorno in se stessa, mediante la scala che è Cristo, l’anima ascende o si eleva purificata dai desideri mondani e viene misticamente ricondotta a Dio, si nota una forte connotazione etica intrinseca ai vari gradini delle scienze, presente soprattutto nell’Itinerarium, più sfumata invece nella Reductio artium, attenta piuttosto agli aspetti conoscitivi delle scienze che non alle esigenze della prassi.
Il risvolto morale della reductio, e più in generale dell’antropologia bonaventuriana, viene esplicitato nell’ultima parte del lavoro, “Bonaventura tra etica dell’uomo ed etica della mens” (pp. 119-181), alla luce specialmente delle Collationes in Hexaëmeron (la V e la VI), pure qui dimostrando l’ingenuità di alcuni illustri studiosi, i quali non avevano avvertito come l’accoglimento da parte di Bonaventura dell’analisi aristotelica delle virtù etiche e della nozione del medium non comportava affatto un appiattimento sul pensiero del filosofo greco, perché il dottore francescano innovava profondamente la concezione del soggetto morale, cioè l’uomo, contemplato essenzialmente nella sua componente spirituale (la mens appunto), con la conseguente rimisurazione dei confini della medietas per le singole disposizioni virtuose, come esemplarmente l’autrice fa trasparire dal rinvenimento bonaventuriano di un nuovo medium per la temperanza, la liberalità, il coraggio, ecc., assai divaricato da quello terrestre, valido per il pagano antico, ignaro della destinazione soprannaturale annunciata dal Vangelo, per la quale non è più sufficiente la razionalizzazione degli appetiti corporei, ma vigila innanzitutto sugli “appetitus animae rationalis”.
L’originalità del nuovo impianto e fondamento etico bonaventuriano brilla con persuasività nel confronto dell’interpretazione di un testo del trattato di Plotino sulle virtù (Enneades I,2), recuperato nel commento di Macrobio al ciceroniano Somnium Scipionis, fatta dal nostro Dottore e da Tommaso d’Aquino; mentre Bonaventura rileva in Plotino una concezione etica razionale alternativa e meglio convincente rispetto a quella di Aristotele, in quanto le virtù devono purificare ed elevare l’animo (la mens) all’unione con Dio, Tommaso invece fatica nel tentativo di conciliare le due diverse prospettive, facendo slittare le stesse virtù etiche aristoteliche verso una complementarità con quelle teoretiche.
Una sintetica ricognizione conclusiva della tematiche trattate e un’abbondante nota bibliografica con l’indice dei nomi chiudono il lavoro della Cuttini, che da un’angolatura ristretta, ma portante, indica una via innovativa, rigorosa e feconda, nell’approccio all’opera del Dottore Serafico.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Come ha avvertito con decisione il presentatore del libro nella premessa, dalla ricerca della Cuttini emerge con luminosa chiarezza che la negativa valutazione della storiografia moderna nei confronti di san Bonaventura, di aver proposto cioè la più ‘medievale’ delle filosofie svuotando di autonomia e di significato le singole scienze facendole ancillarmente dipendere, assieme alla filosofia, dalla teologia quale unità ultima del sapere umano, è una valutazione infondata, frutto di una comprensione univocista del termine reductio, che invece nei testi bonaventuriani gode di una estensione e plurivocità tali, da togliere ogni sospetto di servaggio o di insignificanza dei saperi umani rispetto alle illuminazioni provenienti dalla rivelazione biblica.
Nella prima parte dell’opera infatti, “Il valore ermeneutico-contemplativo della reductio” (pp. 11-80), viene sottolineato l’equivoco di un’intera serie di studiosi, anche di molto accreditati, che hanno interpretato in senso ontologico ristretto la riduzione, incuranti del ventaglio di applicazioni con cui essa è presente negli scritti del maestro francescano, e si conclude che nell’opuscolo omonimo, fonte precipua delle confusioni, ben lungi dall’essere annullate dalla Scrittura, le scienze e le arti vengono da questa ulteriormente potenziate a cogliere in sé e nelle cose mondane quella loro profonda verità che rimaneva occultata alla semplice conoscenza e riflessione razionale. Opportunamente l’autrice rileva la diversità prospettica di Bonaventura rispetto al De doctrina christiana di sant’Agostino, nel quale le scienze presentano una funzione ausiliaria e strumentale ai fini dell’intelligenza della Scrittura, mentre nella scuola francescana, a partire già dai Sermones di sant’Antonio di Padova, i saperi umani rivestono una simbolicità di verità più alte senza venir defraudati del loro valore conoscitivo.
Nella versione latina della dionisiana De coelesti hierarchia ad opera di Scoto Eriugena, Bonaventura incontrava il duplice aspetto semantico dell’originale greco “anagoghé”, nel senso di riportare indietro, cioè al fondamento, e anche di condurre in alto, verso una mèta superiore, latinamente resi con i lemmi reductio e ascensus. Nella seconda parte, “Ritorno e ascesa della mens a Dio” (pp. 81-117), Elisa Cuttini illustra la via plotiniana, seguita dal teologo francescano, dell’ascesa dell’anima a Dio, dal quale è stata creata e al quale ardentemente anela a congiungersi, in un processo di riconduzione/elevazione, movendo dall’interiorità del soggetto (il reditus in se ipsum) e salendo dalle cose sensibili, svelate nei segreti delle varie scienze, con la mediazione dell’unico ponte tra Dio e gli uomini, Cristo incarnato nella nostra natura umana. In questo viaggio spirituale (itinerarium) in cui dal ritorno in se stessa, mediante la scala che è Cristo, l’anima ascende o si eleva purificata dai desideri mondani e viene misticamente ricondotta a Dio, si nota una forte connotazione etica intrinseca ai vari gradini delle scienze, presente soprattutto nell’Itinerarium, più sfumata invece nella Reductio artium, attenta piuttosto agli aspetti conoscitivi delle scienze che non alle esigenze della prassi.
Il risvolto morale della reductio, e più in generale dell’antropologia bonaventuriana, viene esplicitato nell’ultima parte del lavoro, “Bonaventura tra etica dell’uomo ed etica della mens” (pp. 119-181), alla luce specialmente delle Collationes in Hexaëmeron (la V e la VI), pure qui dimostrando l’ingenuità di alcuni illustri studiosi, i quali non avevano avvertito come l’accoglimento da parte di Bonaventura dell’analisi aristotelica delle virtù etiche e della nozione del medium non comportava affatto un appiattimento sul pensiero del filosofo greco, perché il dottore francescano innovava profondamente la concezione del soggetto morale, cioè l’uomo, contemplato essenzialmente nella sua componente spirituale (la mens appunto), con la conseguente rimisurazione dei confini della medietas per le singole disposizioni virtuose, come esemplarmente l’autrice fa trasparire dal rinvenimento bonaventuriano di un nuovo medium per la temperanza, la liberalità, il coraggio, ecc., assai divaricato da quello terrestre, valido per il pagano antico, ignaro della destinazione soprannaturale annunciata dal Vangelo, per la quale non è più sufficiente la razionalizzazione degli appetiti corporei, ma vigila innanzitutto sugli “appetitus animae rationalis”.
L’originalità del nuovo impianto e fondamento etico bonaventuriano brilla con persuasività nel confronto dell’interpretazione di un testo del trattato di Plotino sulle virtù (Enneades I,2), recuperato nel commento di Macrobio al ciceroniano Somnium Scipionis, fatta dal nostro Dottore e da Tommaso d’Aquino; mentre Bonaventura rileva in Plotino una concezione etica razionale alternativa e meglio convincente rispetto a quella di Aristotele, in quanto le virtù devono purificare ed elevare l’animo (la mens) all’unione con Dio, Tommaso invece fatica nel tentativo di conciliare le due diverse prospettive, facendo slittare le stesse virtù etiche aristoteliche verso una complementarità con quelle teoretiche.
Una sintetica ricognizione conclusiva della tematiche trattate e un’abbondante nota bibliografica con l’indice dei nomi chiudono il lavoro della Cuttini, che da un’angolatura ristretta, ma portante, indica una via innovativa, rigorosa e feconda, nell’approccio all’opera del Dottore Serafico.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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