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Descrizione
Carlo Alfredo Moro è stato una delle figure più significative tra i giuristi degli ultimi decenni. È stato autore di testi giuridici fondamentali per lo studio della condizione minorile e di numerosissimi scritti e articoli di argomento sociale, pedagogico e giuridico di grande rilevanza e lungimiranza. L'attualità del suo pensiero è messa in luce da questo volume, in cui accanto a scritti più recenti sono raccolti anche testi di anni lontani, che conservano intatto il vigore e la forza delle sue proposte e che spaziano dal tema degli abusi a quello dell'adozione, dai problemi dell'adolescenza alle relazioni fra genitori e figli. Una selezione della sua produzione raccolta cercando di cogliere il filo che la percorre: il bambino non è solo una speranza d'uomo ma è un soggetto portatore di precisi diritti. Come scriveva nel 1996, commentando la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo: "Il bambino reale è divenuto un bambino declamato: una mera risorsa per i mass media; per la pubblicità; per il mercato del lavoro; per la criminalità organizzata; per gli appetiti sessuali di certi adulti. C'è dunque bisogno di una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza, una cultura dell'attenzione e del rispetto, una cultura della solidarietà e di un rapporto positivo fra le generazioni".
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DETTAGLI DI «Una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza»
Tipo
Libro
Titolo
Una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza
Autore
Moro Alfredo C.
A cura di
Fadiga L.
Editore
Franco Angeli
EAN
9788846480057
Pagine
320
Data
2006
Peso
424 grammi
Collana
Puer
Recensioni di riviste specialistiche su «Una nuova cultura dell'infanzia e dell'adolescenza»
Raccolta degli scritti che nell’arco di più di un quarto di secolo Moro pubblicò in diverse riviste di cui fu ideatore e direttore scientifico. La cultura dei diritti del minore, di cui egli è stato un forte propugnatore, corre oggi un rischio: quello di trasformare il bambino da soggetto a «risorsa. Risorsa per i genitori, che ne attendono solo gratificazioni e compagnia; risorsa per i media, che vedono aumentare l’audience quando diffondono e spettacolarizzano vicende di minori vittime o autori di gravi delitti; risorsa per la pubblicità (...) per gli stessi operatori, quando lo utilizzano come strumento di terapia per l’adulto; risorsa infine per le stesse strutture o associazioni di protezione, quando lo utilizzano per drenare rilevanti risorse economiche a loro vantaggio» (dall’Introduzione di L. Fadiga, docente di Diritto minorile e di famiglia alla LUMSA di Roma).
Tratto dalla rivista Il Regno n. 16/2008
(http://www.ilregno.it)
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