Il Diario di Etty Hillesum ha commosso i lettori di tutto il mondo, ed è ormai considerato fra le testimonianze più alte delle vittime della persecuzione nazista. Ora la versione integrale delle Lettere, scritte in gran parte dal lager di Westerbork - dove Etty andò di sua spontanea volontà, per portare soccorso e amore agli internati, e per "aiutare Dio" a non morire in loro -, ci permette di udire la sua voce fino all'ultimo, fino alla cartolina gettata dal vagone merci che la conduce ad Auschwitz: "Abbiamo lasciato il campo cantando". A Westerbork Etty vive "l'inferno degli altri", senza "illusioni eroiche", recando parole vere là dove il linguaggio è degradato a gergo, là dove i fossati del rancore dividono gli stessi prigionieri, contrapponendo ebrei olandesi a ebrei tedeschi. La resistenza al male si compie in lei attraverso l'amicizia - nata nel campo o mantenuta viva con chi è rimasto libero e manda viveri e lettere -, attraverso la fede e grazie ai libri (come le poesie di Rilke) e alla natura: anche sopra le baracche corrono le nuvole e volano i gabbiani e brilla l'Orsa Maggiore. Per scrivere la storia del lager ci sarebbe voluto un poeta, non bastava la nuda cronaca, aveva detto un giorno un internato a Etty. Non sapeva che quel poema stava già prendendo forma, lettera dopo lettera. E che, da quel fazzoletto di brughiera recintata e battuta da turbini di sabbia, sarebbe giunto fino a noi rompendo un silenzio di decenni.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
1. A Julius Spier
Amsterdam. Senza data; probabilmente martedì 5 agosto 1941
Martedì sera
Sono sei mesi ormai che ti conosco. Così buffo, così caro, così terribile: incalzato dalla storia universale fin nel nostro piccolo paese, dove adesso vivi in due stanzette, che sono belle e accoglienti solo quando ci sei tu. Una colossale irruzione nella vita di svariate donne olandesi, ecco cosa sei stato. Ci insegni: l'amore verso tutto è più bello dell'amore verso una sola persona. Ed è bene che tu ci educhi a questo. Giacché le donne aspirano sempre a una sola persona, e non all'umanità nel suo complesso. La vera emancipazione femminile deve ancora cominciare, quindi. Forse la donna, in quanto essere umano, non è ancora nata. Sai, tu hai fatto sorgere in me molte energie. Ma molte me ne costi. Nel mio animo è un continuo confrontarmi con te, come persona e come uomo, e quando finalmente riuscirò ad avere un rapporto davvero chiaro con te, si chiariranno allora anche molte cose nel mio rapporto con gli uomini e con l'umanità intera. Cresco e maturo grazie a questo confronto interiore con te, ma talvolta è difficile, sai? Un giorno hai detto che io sono un compito, ma anche tu lo sei per me. Ed è bene che tu ci sia,
Arrivederci
2. A Julius Spier
Frammento. Amsterdam. Senza data; probabilmente inizio agosto 1941... che non mi accetto ancora del tutto. Oh, ho ancora così tanto da imparare, così tanto da crescere, così tanto da maturare, caro signor Spieerrr, mio caro Signor Professore e Maestro. Oggi sento di nuovo un tale peso in me, e mi piacerebbe tanto essere leggera, e ho « mangiato » due aspirine, mi sembra di essere un pugno serrato. Il 13 marzo, alle nove, mi sono sentita molto diversa, ascolta:
Santo cielo, che povera infelice sono stata un tempo, rispetto a come mi sento adesso. Devo proprio rendermene conto, perché tra un po' questa diventerà la mia condizione normale. (Che ne dice di questo solare ottimismo?). Ho appena fatto un giretto all'IJsclub, agile e felice, senza esaltazione, una felicità quasi oggettiva. E come se dentro di me, su un'immensa pianura, selvagge orde si fossero disperse dappertutto incalzandosi l'un l'altra e ora venissero messe in ordine, allineate da una mano potente; da esse emana una forza, un'energia serena, un che di sicuro e forte, armonico e coerente, una fiducia in se stessi; di colpo tutto questo è interiorizzato.
Mal di testa e stanchezza d'un tratto scomparsi, anche se non sono ancora quel che si dice un maciste. In passato temevo a ogni istante che le mie forze mi abbandonassero ed esse mi lasciavano davvero, ma ora non ci penso più e le forze si rigenerano a ogni piccolo compito di cui mi faccio carico, e ogni volta spontaneamente. In me è accaduta una sorta di miracolo, e penso all'uomo S. con un amore profondo e sereno, che non è innamoramento e non ha nulla di erotico.
Del resto, ho ripreso a essere un oggetto d'analisi al tuo corso del lunedì sera, dove ho tenuto una condotta sconsiderata. Era il periodo in cui ancora continuavi a minacciarmi con il tuo viso, con il tuo corpo — e ogni volta dovevo scacciarti a viva forza dai miei pensieri e dalle mie fantasie, perché altrimenti non sarei riuscita a lavorare. Dentro di me è allora accaduto che, mentre sedevo alla mia scrivania, Pugkin oppure Lermontov o qualche altro autore russo combattessero battaglie campali contro di te. Volevo occuparmi di scrittori russi, ma tu ti mettevi sempre di mezzo, « ficcanaso » (ti chiedo subito mille volte scusa). Lunedì sera sono stata da te, dunque, e martedì mattina alle dieci e mezzo ho interrotto di colpo il lavoro per scrivere:
Non ti danno niente per niente. Forte tensione interna. Difficile. Dietro a Lermontov spunta continuamente il volto terreo e rugoso di S., com'era ieri, dietro al tavolo, sprofondato in se stesso: una forza compatta; da quella forza calda, da quel mondo chiuso e affascinante che lui è, gli occhi intelligenti guardavano fuori. Già, già, ben detto, ma sto solo annotando quel che mi esce casualmente dalla penna, e mi sembra la cosa migliore.
3. A Julius Spier
Frammento. Amsterdam. Senza data; inizio agosto 1941
... investigare a fondo con me una determinata impronta? E potrei magari leggere, prima o poi, il diario di Juliana? Vorrei capire esattamente come avviene un simile processo, quando fai una terapia con una giovane piccolo borghese (il termine non va affatto inteso in senso spregiativo) . Ma che cosa volevo dirti d'altro? Sì, ho comprato carta da scrivere, Robert è molto tranquillo negli ultimi tempi, non sono ancora stata dai Nethe, ho solo telefonato, in settimana andrò a trovarli. Della lettera dei Gelderen non hanno fatto parola al telefono, è probabile che abbianoricevuto una tua lettera. Questa mattina sono andata a ritirare il mio « documento di identità».
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annamaria negro il 23 febbraio 2022 alle 05:10 ha scritto:
Nelle lettere di Etty tutto il senso della sua vita e del suo messaggio al mondo intero. Nei suoi scritti si coglie la sofferenza del mondo intero in quel suo momento storico, l'empatia di quel dolore che ha toccato la sua anima nell'assistere e consolare il suo prossimo.