Una donna è l’esatta copia di un’altra che tanti anni prima aveva ossessionato la vita del Ministero degli interni. Amore, triangoli, doppi e triplici intrighi animano Il gabbiano di Sandor Marai. Aino Laine che in finlandese significa Unica Onda appare un giorno nel gabinetto del ministro per chiedere un permesso di soggiorno per motivi di studi. Ma sarà veramente questa l’unica ragione per la sua presenza? La sola cosa certa è che il protagonista appena la vede scoppia in una tremenda e satanica risata. La vita sembra davvero assurda visto che davanti a lui rivede, in quella donna, la copia perfetta e splendida di una donna che forse lui aveva amato e che molti anni prima si era suicidata per amore di un altro uomo. Appena vede Aino, il ministro crede che la donna sia tornata sotto altre spoglie, sotto il medesimo volto e l’anima di un’altra persona, ma forse la sua è solo una pazzia e il folle desiderio di rivedere quella donna. L’uomo è sulla soglia dei quarantacinque anni, ma si sente vecchio e ha appena firmato un documento che getterà il suo Paese in una tragica guerra. Vita privata, storia collettiva, fantasmi del passato e del presente sono i protagonisti assoluti di questo romanzo di Marai in cui ritorna, come in Braci, il triangolo. C’è un originale e un sosia, almeno in apparenza, perché i nostri desideri tramutano il reale e lo camuffano in un’ombra di vita. La donna che viene dal Nord arriva nello studio del ministro con una richiesta semplice e ufficiale, ma non tutte le fantasie dell’uomo che ha di fronte sono inesistenti. Aino ha gli occhi grigioverdi, sfuggenti e energici come quelli di un gabbiano. La sua vita è enigmatica e pian piano l’unicità di quella creatura si svelerà agli occhi del consigliere di stato come le fila di un piano superiore, di un destino che non dipende da noi. Attraverso la sua vita, l’uomo comprende appieno la propria, ne ricostruisce i tasselli mancanti e capisce anche il senso di quella riapparizione nella sua esistenza. Il passato ritorna per Marai e, in Il gabbiano, la sua indecifrabilità ci fa riappropriare del presente. La variopinta umanità di Sandor Màrai ci stupisce pagina dopo pagina, dandoci la certezza che la verità e la bellezza della vita non si racchiudano in un unico scrigno.