Scritti sull'università. Testo inglese a fronte
(Il pensiero occidentale)EAN 9788845261428
In questo periodo di particolare attenzione – sia culturale che ecclesiale – alla figura e all’opera di John Henry Newman (1801-1890), la pubblicazione in italiano (con testo inglese a fronte) nella Collana “Il pensiero occidentale” di Bompiani degli Scritti sull’Università del teologo e filosofo inglese rappresenta un contributo estremamente prezioso allo studio del suo pensiero e della sua bibliografia intellettuale. Curato da Michele Marchetto, ormai conosciuto come uno dei maggiori specialisti su Newman, il volume è preceduto da una Premessa (pp. IX-XIV), da una consistente ed illuminante Monografia introduttiva (Idea, realtà, sviluppo. La filosofia dell’educazione di John Henry Newman, pp. XVII-CCXIV), dalle Notizie biografiche su Newman (pp. CCXV-CCXXII), da una Bibliografia newmaniana (pp. CCXXIII-CCXL) e da un’ulteriore Nota editoriale (pp. CCXLI-CCXLIV).
Assai utile anche l’ultima sezione del volume (pp. 1477-1533), ove il curatore fornisce le Note ai testi facilitando così la comprensione di molti riferimenti dell’autore. «L’edificazione dei Cattolici è un’opera di educazione, e questa fu la preoccupazione di Newman dall’inizio alla fine della sua esistenza. Egli fu sempre un educatore, da quando, poco più che ventenne, divenne fellow dell’Oriel College di Oxford, facendo dell’Università e dell’insegnamento universitario il luogo, il sistema e lo strumento privilegiati del proprio pensiero e della propria azione nell’ambito dell’educazione. Fu innanzitutto l’esperienza di Oxford, che Newman riconobbe come la sua ‘residenza perpetua’, a contribuire a definire in lui l’idea di Università che andò sviluppandosi lungo tutta la sua vita, a cominciare dall’‘insegnamento dei fatti’ che ricevette come studente al Trinity College.
In lui Oxford fu sempre presente, anche dopo che l’ebbe definitivamente abbandonata con la conversione dalla Chiesa Anglicana al Cattolicesimo, avvenuta nel 1845» (pp. IX-X): sono proprio quest’orientamento e questa “vocazione” fondamentale ad offrire una chiave di lettura importante per intendere i testi che vengono presentati in questo volume, relativi proprio all’Università e all’educazione universitaria. Essi sono, rispettivamente: L’insegnamento universitario considerato in nove discorsi, pp. 4-473 (Discourses on the Scope and Nature of University Education. Addressed to the Catholics of Dublin, 1853); Argomenti universitari discussi in conferenze e in saggi di occasione, pp. 474-967 (Office and Work of Universities, 1856); Origine e sviluppo delle Università, pp. 968-1427 (Lectures and Essays on University Subjects,1859).
Può essere utile ribadire che la prima e la terza di queste opere nel 1873 divennero le due parti della più nota opera The Idea of a University, mentre nel 1872 l’altra fu inclusa nel terzo volume degli Historical Sketches con il titolo Rise and Progress of Universities. Abbiamo così a disposizione un’importante trilogia di opere scritte in occasione della realizzazione di un ambizioso progetto (l’Università Cattolica di Dublino) da parte di Newman, che fu ostacolato e rallentato da non poche obiezioni provenienti anche nell’ambito degli stessi vescovi irlandesi. «La chiave di lettura unitaria delle tre opere – scrive Marchetto – è costituita dal rapporto polare di idea e realtà, che deriva dalla solida convinzione di Newman che ogni cosa si debba fare in base ad un’idea. Cosicché la realtà storica dell’Università non è altro che la declinazione della sua idea nella concretezza dei fatti; e l’idea di Università non può non incarnarsi in situazioni storiche e culturali che esigono che essa si adatti e si sviluppi, secondo una dialettica di invariabilità, legata al suo peculiare carattere di astrazione e di mutamento, dipendente dal suo essere elemento vitale» (pp. X-XI). L’apporto di Newman può essere molto significativo anche oggi, di fronte al dibattito corrente sull’identità e sul ruolo dell’Università (cf. M. Ferraris, Una Ikea di Università. Alla prova dei fatti. Nuova edizione accresciuta, Raffaello Cortina, Milano 2009).
Di fronte alla trasformazione della uni-versità in multi-versità, resta centrale e profetica l’indicazione newmaniana dell’obiettivo primario dell’educazione “liberale”, volta non all’«acquisizione di una grande quantità di conoscenze, ma [al]la formazione, l’affinamento e l’ampliamento di una facoltà che sappia ricondurre all’ordine i contenuti dell’apprendimento: dunque, coltivare l’intelletto, portarlo alla sua perfezione più propria, perché possa esprimere un giudizio istintivamente retto sulla realtà. Il sapere che l’intelletto così educato persegue, è fine a se stesso e, in quanto tale, è bene; e dato che il bene è sempre utile, anche quel sapere è utile, secondo un’accezione non utilitaristica, meccanica e mercantile, ma alta e diffusiva, nel senso che l’utile produce a sua volta il bene. Se fondata su un’educazione liberale così intesa, l’Università aspira ad elevare il tono intellettuale della società, ad innalzare le aspirazioni popolari, a formare buoni cittadini e buoni politici» (p. XII).
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 3, 593-594
(http://las.unisal.it)
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