To be o esse? La questione dell'essere nel tomismo analitico
(Biblioteca di testi e studi)EAN 9788843054619
«Carneade: chi era costui?», si chiedeva don Abbondio ne I promessi sposi. La stessa domanda si farebbero oggi molti – credenti e non – a proposito di Tommaso d’Aquino. I più non lo distinguerebbero da Tommaso apostolo, quello che volle vedere e toccare per credere. Alcuni, più colti, associano il suo nome a quello di sant’Agostino e giurerebbero che siano vissuti più o meno nello stesso periodo. Sarebbero stupefatti nell’apprendere che la distanza cronologica che separa Agostino da Tommaso è la stessa che c’è fra Tommaso e noi: otto secoli! Quanto al suo pensiero: buio pesto! Sono bastati meno di cento anni per trasformare quello che era il punto di riferimento fondamentale della cultura cattolica in un reperto archeologico.
Perfino nei seminari e nelle facoltà teologiche, dove un tempo il tomismo dominava incontrastato, oggi è quasi ignorato o, addirittura, guardato con una certa diffidenza. Effetto forse inevitabile di un passato in cui esso era diventato la filosofia ufficiale della chiesa e veniva praticamente imposto in termini quasi catechistici, utilizzando manuali che schematizzavano il pensiero di Tommaso, riducendolo a formule indiscutibili.
Effetto, più alla radice, di un modo di presentare questo pensiero che, anche negli studi più elaborati, non corrispondeva più, sia per il linguaggio che per l’approccio ai problemi, alle esigenze della cultura contemporanea. Eppure la filosofia di Tommaso d’Aquino contiene i germi di una prospettiva vitale che può interessare questa cultura. Se ne sono accorti i filosofi analitici anglosassoni – una corrente che spesso viene considerata agli antipodi del pensiero metafisico e di quello cristiano –, che ormai da molti anni hanno scoperto, laicamente, in sedi non ecclesiastiche, la ricchezza e l’attualità della riflessione di Tommaso. A illustrare questa sorprendente fioritura del tomismo nell’attuale contesto culturale, soprattutto nei paesi di lingua inglese, è dedicato questo bel libro di Ventimiglia, che ripercorre con grande competenza e con fine spirito critico le tappe di un cammino ancora in atto.
L’autore non si limita, peraltro, a esporre le posizioni altrui, ma propone con passione una sua lettura di Tommaso, nel dichiarato intento di riportare le intuizioni del grande pensatore cristiano nel cuore del dibattito intellettuale contemporaneo. E non è esagerato dire che di questo oggi c’è un gran bisogno. Sia per il mondo cattolico che, se non sarà capace di rinnovarsi sul piano culturale, rischia di restare ai margini della profonda trasformazione in atto nella nostra società, sia per la nostra stessa società, che spesso si trova in balìa di mode superficiali e ha un estremo bisogno di essere aiutata a ritrovare punti di riferimento significativi. Il libro di Ventimiglia si presta a far incontrare queste due esigenze e a far nascere un dialogo fecondo, che può essere per il futuro ricco di sviluppi.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n. 6 del 2012
(http://www.credereoggi.it)
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