Breve introduzione alla teologia del Nuovo Testamento
(Introduzioni e trattati)EAN 9788839921864
Indice
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1. Il nuovo inizio postpasquale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1. Le più antiche formule di fede e di professione di fede 9
1.1. La formula della risurrezione 10
1.2. La formula della morte e del dono 13
1.3. La professione di fede di 1 Cor 15,3s. 14
1.4. Le affermazioni relative alla elevazione 17
2. I più antichi inni cristiani 18
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 22
2. La questione retrospettiva del Gesù storico . . . . . . . 23
1. Motivi e importanza della questione retrospettiva 23
2. Le più antiche raccolte ed esposizioni complessive 25
2.1. La Fonte dei discorsi 27
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 35
3. Il messaggio e la prassi di Gesù . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
1. La predicazione della conversione da parte del Battista '
Il battesimo di Gesù 36
2. Il messaggio della vicinanza della signoria di Dio 37
2.1. Differenze dalle concezioni contemporanee 38
2.2. Differenze dalla predicazione del Battista 39
2.3. a specificità della signoria di Dio
L
nelle parabole di Gesù 41
226 Breve introduzione alla teologia del NT
2.4. Futuro e presente della signoria di Dio 46
3. Le direttive etiche di Gesù 47
3.1. Atteggiamento di Gesù verso la legge 47
3.2. Le 'antitesi' del Discorso della montagna 49
4. La prassi di Gesù 51
4.1. Il rapporto di Gesù con i peccatori 51
4.2. Le azioni potenti di Gesù 52
4.3. La rivendicazione avanzata da Gesù 55
4.4. 'ultima Cena e l'idea che Gesù ebbe
L
della propria morte 59
4.5. Interpretazioni della morte di Gesù 64
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 68
4. La teologia dei vangeli sinottici . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
1. 'Vangelo' come genere letterario 70
2. La teologia del vangelo di Marco 72
2.1. La novità del progetto marciano 72
2.2. L'importanza del k'rygma della passione 74
2.3. Il marciano 'segreto messianico' in Marco 76
2.4. La nuova concezione della legge 79
2.5. La dilazione del giudizio finale 80
2.6. La professione di fede cristologica di Marco 80
3. La teologia del vangelo di Matteo 81
3.1. Una nuova redazione e un ampliamento
del vangelo di Marco 81
3.2. Unità carica di tensioni:
tradizione e attualizzazione 83
3.3. La cristologia matteana 84
3.4. La 'giustizia migliore' 86
3.5. La chiesa e Israele 90
3.6. La chiesa come fratellanza 91
4. La teologia della doppia opera lucana:
vangelo e Atti degli apostoli 93
4.1. La struttura del vangelo di Luca 93
4.2. L'intenzione di Luca 93
4.3. Il problema principale: la distanza temporale 94
4.4. Il cammino di Gesù e il cammino della chiesa 96
4.5. L'importanza di Gerusalemme 97
Indice 227
4.6. Risposte alla dilazione della parusía 98
4.7. Lineamenti teologici degli Atti degli apostoli 100
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 104
5. La teologia degli scritti di Giovanni . . . . . . . . . . . . . . 105
1. Il vangelo di Giovanni 105
1.1. Il 'vangelo spirituale' 105
1.2. Il rapporto con i sinottici 106
1.3. Lo scopo: «Perché abbiano la vita» 107
1.4. Gesù, l'inviato e il rivelatore del Padre 108
1.5. La professione di fede cristologica 116
1.6. Lo Spirito, presenza del Glorificato 119
1.7. La comunità giovannea 123
1.8. La presenza della salvezza e del giudizio 123
2. La polemica con i falsi maestri nelle lettere giovannee 124
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 127
6. La teologia di Paolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
1. Osservazioni preliminari sulla vita e sull'opera di Paolo 128
2. La cristologia paolina 133
2.1. I titoli cristologici 133
2.2. Il Crocifisso risuscitato 137
2.3. L'interpretazione della morte di Gesù 138
3. L'uomo sotto il dominio delle potenze malefiche 141
3.1. L'uomo sotto il dominio del peccato 141
3.2. Il ruolo educativo e rivelatore della legge 146
4. La giustizia di Dio e la giustificazione del peccatore 147
4.1. La giustizia di Dio nell'Antico Testamento 147
4.2. La giustizia di Dio in Paolo 148
5. Fede e battesimo 151
5.1. La fede 151
5.2. Il battesimo 152
6. La nuova vita 'in Cristo' e 'nello Spirito' 155
6.1. 'In Cristo' 155
6.2. La presenza del Risorto mediante lo Spirito 155
7. «Fede che si rende operosa per mezzo della carità» 163
7.1. Il rapporto tra 'indicativo' e 'imperativo' 163
228 Breve introduzione alla teologia del NT
7.2. Le direttive etiche 164
8. Chiesa e cena del Signore 166
8.1. L'essenza della chiesa 166
8.2. La cena del Signore 168
8.3. Strutture comunitarie 171
8.4. La chiesa e Israele 172
9. Presente e futuro della salvezza 174
9.1. L'attesa prossima 174
9.2. La realtà della risurrezione 175
9.3. La relazione tra presente e futuro della salvezza 177
Sguardo retrospettivo 178
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 179
7. Teologia nel nome e nello spirito di Paolo . . . . . . . . 180
1. La teologia della lettera ai Colossesi
e della lettera agli Efesini 180
1.1. L'istanza 180
1.2. La lettera ai Colossesi 181
1.3. La lettera agli Efesini 184
1.4. La mutata concezione rispetto a Paolo 185
1.5. Paolo come garante della tradizione apostolica 186
2. La teologia delle 'lettere pastorali' 187
2.1. La specificità di queste lettere 187
2.2. L'origine postpaolina 188
2.3. Paolo come modello delle guide della comunità 189
2.4. Il compito delle guide della comunità 190
2.5. Risposte alla mutata situazione 192
3. La teologia della prima lettera di Pietro 193
3.1. Una 'circolare apostolica' 193
3.2. Organizzare il mondo in maniera cristiana 193
3.3. Seguire Cristo soffrendo ingiustamente 194
3.4. La comunità fraterna nello Spirito Santo 195
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 196
8. La teologia della lettera agli Ebrei . . . . . . . . . . . . . . 198
1. Un'esortazione 198
2. L'uso tipologico della Scrittura 198
Indice 229
3. La situazione della comunità 199
4. Gesù Cristo, il sommo sacerdote della nuova alleanza 201
5. Le esortazioni morali 202
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 203
9. Teologia della lettera di Giacomo . . . . . . . . . . . . . . . . 204
1. L'istanza principale 204
2. Il rapporto tra fede e opere 205
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 206
10. La teologia dell'Apocalisse di Giovanni . . . . . . . . . . 207
1. Non un libro sigillato 207
2. L'intenzione 208
3. La situazione dei cristiani 208
4. La promessa per il vincitore 210
5. L'attualizzazione della salvezza 211
6. L'attesa della fine vicina 212
Domande di richiamo e di verifica
della comprensione dei temi trattati 213
Sguardo retrospettivo ' Unità nella molteplicità . . . . . . . . . 215
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219
I27 scritti che compongono il NT sono anzitutto testimonianze di fede e scritti omiletici che riflettono la fede delle comunità cristiane primitive. Il vol. prende in esame le affermazioni teologiche essenziali dei singoli scritti presentandole complessivamente. Coerentemente il punto di partenza è la coscienza post-pasquale dei primi cristiani a partire dalla quale si recuperano tutti i segni e le parole della vita di Gesù. Scritta con un linguaggio chiaro e in forma concisa questa introduzione si raccomanda alla lettura personale e al lavoro biblico di gruppo.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 16
(http://www.ilregno.it)
«Il compito di una ‘teologia del Nuovo Testamento’ consiste nel rilevare le affermazioni teologiche essenziali dei singoli scritti, nell’indicare le molteplici relazioni che esistono fra di loro e nell’esporle in una maniera complessiva coerente. Una simile visuale complessiva ha lo scopo di mettere il lettore e la lettrice in grado di conoscere meglio le linee teologiche fondamentali dei singoli scritti o gruppi di scritti e di inserirle in un quadro complessivo» (p. 5). Con queste parole, nell’introduzione, F. Porsch (1928-2001) tratteggia in modo chiaro l’intento del suo volume (originale tedesco del 1995); per avere un quadro iniziale completo basta solo aggiungere quanto è chiaro già dal titolo, e cioè che il presente lavoro non è una teologia esaustiva del NT, ma una «breve introduzione alla teologia». Il volume, seguendo l’intento dichiarato nell’introduzione, si articola in due parti.
La prima parte è quella sintetica, che mette in luce la visione d’insieme. Comprende tre capitoli: il nuovo inizio postpasquale, la questione retrospettiva del Gesú storico, il messaggio e la prassi di Gesú. Si capisce come il punto di vista sia diacronico: dalle più antiche formule di fede ai racconti/riflessioni più articolati su tutta la vita di Gesú. La seconda parte (più ampia) è invece analitica e comprende: la teologia dei Vangeli sinottici (considerati uno ad uno; gli Atti degli Apostoli vengono letti insieme a Luca; la teologia degli scritti di Giovanni; di Paolo e degli scritti deutero-paolini (nel nome e nello spirito di Paolo: comprendenti anche la 1Pt); della lettera agli Ebrei; della lettera di Giacomo; dell’Apocalisse di Giovanni. A conclusione del lavoro, alcune pagine di retrospettiva, che si possono sintetizzare così: «Nel Nuovo Testamento risuonano sì molte voci, ma voci che testimoniano tutte quante l’unica fede.
La voce di fondo, per così dire il permanente cantus firmus, è la professione fondamentale di fede che Dio ha riconciliato con sé il mondo, mediante l’invio del proprio Figlio Gesú Cristo e mediante la sua morte e risurrezione, e che lo ha fatto per pura grazia, indipendentemente da qualsiasi precedente prestazione umana» (p. 215). Globalmente si tratta di un volume agile e leggibile; il livello di approfondimento non è eccessivo (talora fin troppo sintetico, come nel caso di Marco): non bisogna aspettarsi novità o chiavi di lettura ardite del NT, quanto piuttosto una sintesi chiara e lineare. Apprezzabili, da un punto di vista scolastico, le pagine conclusive di ogni capitolo, in cui l’A. propone alcune domande di richiamo e di verifica.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2011
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
L’opera di F. Porsch (1928-2001), docente di NT alla facoltà teologica dei gesuiti tedeschi St. Georgen (Francoforte), è un esempio di esposizione essenziale, didatticamente chiara e ben riuscita, degli elementi peculiari della teologia dei vari “corpora” neotestamentari. Utile per studenti di teologia al primo approccio con la materia e per la formazione di operatori pastorali e partecipanti ai gruppi biblici. La prima edizione del saggio aveva visto la luce nel 1995 e dieci anni dopo (previo perfezionamento e arricchimento) ne è stata proposta una seconda per la rinomata casa editrice Katholisches Bibelwerk di Stuttgart, di cui Porsch è stato consulente scientifico.
Il libro, con una prefazione (5-7) e una conclusione (215- 218), è strutturato in dieci capitoletti, nei quali l’A. enuncia in forma essenziale la questione che poi viene a trattare nel corso dei capitoli. Ciascuno dei capitoli si conclude con una serie di domande di richiamo e di verifica della comprensione dei temi trattati. Il libro è anche corredato di schemi che aiutano il lettore a fare il punto della situazione. Dopo aver ricordato che fine e compito di una teologia del NT «risultano dalla natura dei documenti di cui essa si occupa» (5), l’A. dichiara il percorso metodologico che svolger à nel suo lavoro.
In primo luogo si impegna a: (I) rilevare le affermazioni teologiche essenziali dei singoli scritti del NT per affermarne la specificità, evitando così una sistematizzazione sotto determinati concetti e punti di vista tematici; (II) indicare le molteplici relazioni che esistono fra le precedenti affermazioni e il loro sviluppo in seno al NT; (III) esporre le affermazioni specifiche in una maniera complessiva e coerente. Il tutto si svolge ovviamente nello spazio limitato di una .introduzione., senza rinunciare però a un minimo di bibliografia (rigorosamente di studiosi tedeschi) per l’approfondimento dei singoli problemi trascurati e di questioni introduttive complesse: autore, tempo e luogo di composizione, unità letteraria, ecc. L’impostazione del saggio prende le mosse dalla visuale postpasquale dei primi testimoni che influenza inevitabilmente lo sguardo retrospettivo all’attività del Gesù terreno.
Il percorso seguito è dunque il seguente: dalle più antiche formule di fede (I cap.) si passa alla questione retrospettiva del Gesù storico (II cap.), al messaggio e alla prassi del Nazareno: eventi e parole (III cap.); dalla teologia dei vangeli sinottici (IV cap.) a quella degli scritti giovannei (V cap.); dalla teologia di Paolo (VI cap.) a quella nel nome e nello spirito dell’Apostolo delle Genti (VII cap.) e a quella della Lettera agli Ebrei (VIII cap.); dalla teologia della Lettera di Giacomo (IX cap.) a quella dell’Apocalisse (X cap.). Gli scritti neotestamentari, infatti, hanno visto la luce dopo la risurrezione di Gesù e la professione cristologica completa di fede che essi ospitano include la sua morte e risurrezione. Una teologia del NT si deve occupare della visuale pasquale degli scritti neotestamentari più che di una ricostruzione del Gesù storico, anche perché, ben’inteso, le stesse testimonianze di fede non offrono un’mmagine falsata di Gesù.
L’A. stesso riconosce come limite del lavoro il fatto di non essersi occupato, come avrebbe voluto, della questione per nulla trascurabile (e oggi giustamente di nuovo alla ribalta) circa il rapporto tra Nuovo e Antico (o Primo) Testamento. La Scrittura di Gesù e dei primi cristiani, quello che noi chiamiamo AT (prevalentemente nella sua traduzione in greco), e le concezioni teologiche del giudaismo contemporaneo registrate nella letteratura “intertestamentaria“ fornirono, come si sa, la cornice retrostante che permise di interpretare la vita e la morte di Gesù, nonché la sua nuova posizione gloriosa dopo la risurrezione, come volute da Dio, cioè come avvenute “secondo le Scritture” e di esprimerle in proposizioni di fede. Il lettore potrebbe però chiedersi se è davvero possibile fare a meno di questo retroterra veterotestamentario anche quando lo spazio di argomentazione è, come in questo caso, estremamente sintetico. Va dato atto, però, che nel corso del lavoro alcuni riferimenti sono comunque presenti e al momento opportuno. I tre capitoli iniziali costituiscono il primo momento della presente opera, dove si offre il concentrato della complessa materia.
L’A. parte dalla presentazione delle più antiche forme e formule di fede e di professione di fede, già coniate nel corso della tradizione orale (cf 1Cor 15,3-5): la formula della risurrezione (cf 1Ts 1,10; Gal 1,1; 1Cor 6,14; 15,15; 2Cor 4,14; Rm 4,24; 8,11; 10,9), a cui è susseguente l’invocazione di Gesù come .Signore. (cf 1Cor 16,22; Ap 22,20), e la formula della morte e dell’interpretazione di essa come dono salvifico (cf ad es. 1Ts 5,10; 1Cor 1,13; 1Pt 2,21, ecc.). Tali formule esistevano in maniera indipendente e in seguito furono combinate tra loro. Il testo dà quindi spazio agli antichissimi canti e inni cristiani giunti sino a noi; questi testi, nella loro forma originaria, furono composti per motivi liturgici nelle comunità di cristiani provenienti dal paganesimo, e riportati da Paolo e da altri autori nelle loro lettere (cf Fil 2,6-11; Col 1,15-20; 1Tm 3,16; 1Pt 1,20; 3,18.22). Il punto focale della loro affermazione è costituito dal traguardo della via, ossia dall’elevazione o glorificazione di Gesù, e non dalle singole tappe del percorso. Si passa così all’importanza della questione retrospettiva del Gesù storico o prepasquale, e quindi alla presentazione delle più antiche raccolte, soprattutto la “fonte dei discorsi” (Q) e lo strato premarciano. Nella professione di fede l’importanza basilare sta nell’affermazione dell’identità del Gesù crocifisso con il Gesù storico e glorificato: questi è non un essere mitico ma Gesù di Nazaret. La questione che emerge può essere così formulata: in quale relazione stavano la sua vita passata, il suo messaggio e la sua attività rispetto alla sua attuale posizione di “glorificato”? La sua piena potestà era una novità o una pretesa che già il Gesù terreno aveva avanzato? L’esposizione dell’attività di Gesù, poi, poteva mostrare come e perché si arrivò ai conflitti con i diversi gruppi religiosopolitici del giudaismo di quel tempo, che alla fine sfociarono nella morte violenta del Nazareno.
L’A. punta infine l’attenzione sulla predicazione di Gesù, tenendo presente innanzitutto il concetto centrale del suo messaggio: l’imminente venuta della signoria o regno di Dio, che è spiegato con immagini e paragoni, quali similitudini, parabole e racconti esemplificativi, sempre nuovi (l’invito allettante) e differenti dalla predicazione del Battista (la minaccia). L’A. spiega che la corrispondente prassi di Gesù mira a fare della sua persona il permanente segno in cui si incontra la signoria di Dio, e che la rivendicazione della sua piena potestà e quindi della sua libertà, espressa già da modalità inconsuete, dipende dal rapporto unico che intrattiene con Dio. L’A. chiude questa prima parte del lavoro affrontando la questione dell’interpretazione che Gesù diede della sua morte. Riguardo a questo punto l’A. ha presente la natura dei testi a disposizione, in special modo i racconti dell’ultima cena. Inoltre si affronta anche la problematica circa il senso che i discepoli stessi riuscirono a trovare nella morte di Gesù alla luce della tradizione scritturistica del giusto ingiustamente sofferente, senza per questo negare l’azione dello Spirito, nel quale la comunità sperimentò la forza del Risorto e attraverso il quale essa imparò a comprendere in maniera nuova la Scrittura. I rimanenti capitoli rappresentano la seconda parte del presente saggio e si occupano, secondo il percorso poc’anzi illustrato, delle idee teologiche a guida dei singoli scritti o gruppi di scritti.
In conclusione si sottolinea, con la felice immagine del coro polifonico scaturito da un’unica voce di fondo, che la ricca molteplicità di schemi e concezioni teologiche incontrata attraverso il NT non si lascia ridurre semplicisticamente a un’unica concezione armonica e complessiva. Né una simile armonizzazione successiva di questa variopinta molteplicità è auspicabile, perché essa potrebbe essere fatta a spese del valore proprio dei singoli schemi. Nel NT risuonano sì molte voci, ma voci che testimoniano tutte quante l’unica fede. Il permanente cantus firmus del NT è dato proprio dalla fede nella riconciliazione che Dio ha operato in Gesù morto e risorto, per pura grazia, indipendentemente da qualsiasi precedente prestazione umana. Se il lettore dovesse vedere un increscioso svantaggio nella molteplicità e nella carente unitarietà delle testimonianze neotestamentarie, l’A. lo rassicura sostenendo come «proprio questa molteplicità mostra che già le prime generazioni cristiane non considerarono la parola di Dio contenuta nel messaggio di Gesù come una lettera morta che potremmo semplicemente ripetere e trasmettere come un reperto museale senza vita» (217). È dunque lo sguardo retrospettivo che sottolinea l’unità della teologia del NT pur nella molteplicità delle voci.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 1/2012
(www.rassegnaditeologia.it)