Vangelo di Luca / Commento a 19,28-24,53 [Vol. III]
(Commentario Paideia)EAN 9788839408457
Il terzo e ultimo volume del commento di François Bovon (delle Università di Harvard e di Ginevra) al Vangelo di Luca si distingue per essere dedicato non soltanto ai grandi capitoli in cui si racconta della passione, morte e risurrezione di Gesù, oltre che del Cristo risorto, ma anche all’esposizione e all’esegesi della complessa parabola dei vignaioli omicidi. Anche in queste pagine molta attenzione viene prestata alla storia dell’esegesi e della rice- zione: entrambe riservano sovente sorprese non da poco. Opera definita magistrale.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2013
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
François Bovon è uno degli esegeti attualmente piú rinomati, non ha bisogno di presentazioni; cosí come i suoi numerosi studi sul Vangelo secondo Luca, a partire dall’utilissima raccolta «bibliografica», aggiornata nella traduzione inglese Luke the Theologian: Fifty-five Years of Research (1950-2005).
Il suo commentario in tre volumi (quattro nell’originale), ora completo anche nella traduzione italiana, esprime in modo particolare tutte le competenze dell’A.; come egli stesso afferma nella premessa, «la stesura dei tre volumi di questo commento ha occupato buona parte della mia vita» (p. 7): il primo volume, uscito contemporaneamente in francese e tedesco, è del 1991, ma «il senior scholar che sono ha iniziato a lavorare a questo commento negli anni Settanta», afferma ancora Bovon (p. 7). Il lavoro di una vita.
I pregi e i limiti del rush finale di un’opera cosí impegnativa li presenta con lineare chiarezza l’A. stesso, sempre nelle due pagine di premessa: «Qualsiasi serio commento prevede excursus. Quand’ero studente mi piaceva istruirmi leggendo queste sintesi. Ahimè, l’analisi delle diverse pericopi, lo studio della lingua di Luca, la critica delle fonti rielaborate dall’evangelista e, soprattutto, la storia dell’interpretazione hanno monopolizzato tutta la mia attenzione e non ho piú trovato il tempo di comporre tali concentrati di sapere e saggezza. E lo rimpiango» (p. 7). Prendiamo come esempio l’analisi dell’episodio che racconta le donne al sepolcro, ossia Lc 23,56b-24,12 (rispetto alla delimitazione piú comune, l’A. preferisce iniziare con la fine del cap. 23 per mettere in rapporto il riposo del sabato e l’azione del giorno successivo, introdotti in greco dallo schema classico men - de).
Troviamo anzitutto una bibliografia amplissima (e reale: il confronto con gli autori è continuo), quindi una traduzione del testo. Seguono: analisi sincronica, ossia proposte di struttura; analisi diacronica, che in questo caso comporta prevalentemente un confronto con Marco; quindi l’analisi dettagliata del testo: dalla filologia al contesto storico-culturale, dalla critica testuale (abbondante) alla dinamica del racconto (piú scarsa): c’è tutto. Segue un paragrafo sulla storia degli effetti, che occupa quasi tanto spazio quanto l’analisi del testo: vengono chiamati in causa Tertulliano, Ambrogio, Cirillo di Alessandria, Beda il Venerabile, l’anonimo irlandese, Bonaventura, Erasmo, Calvino, Bengel, Reimarus e Strauss. A conclusione, una mezza pagina di sintesi, in cui vengono raccolti alcuni spunti-suggestioni emerse nella lunga analisi.
Confrontando questo terzo/quarto volume con il primo, si vede che sono passati quasi trent’anni. Lo stile rimane lo stesso, puntuale e ordinato; però cambiano le proporzioni, nel senso che lo studio dei manoscritti e la storia degli effetti si sono espansi al massimo, togliendo un po’ di respiro alla lettura del testo in sé. Proprio come affermato con semplicità dallo stesso A. nelle righe introduttive citate poc’anzi. Nel complesso, rimane un punto di riferimento, una miniera; diciamo che in quest’ultimo volume viene lasciato piú spazio al lettore, perché con il molto materiale a disposizione si confezioni la sintesi che ritiene piú opportuna.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2013
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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