Vangelo di Matteo vol.2
(Commentario Paideia)EAN 9788839407733
Dopo l’importante La storia di Gesù in Matteo, uscito presso Paideia nel 2002 (Regno-att. 4,2003,105), l’a. – dal 1980 docente di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia evangelica dell’Università di Berna – si è dedicato a un commento al Vangelo di Matteo, che si distingue per un’attenzione particolare alla storia degli effetti, cioè a «come i testi siano stati sempre capiti, di volta in volta, in maniera nuova da uomini diversi, in tempi diversi, in confessioni diverse», dimostrando d’essere «produttori di significato in situazioni nuove», a patto d’interpretarli correttamente. Esce ora l’attesa edizione italiana del vol. 2, che contiene il commento ai cc. 8-17, mentre l’intero progetto ha nel frattempo richiesto altri due voll. usciti in tedesco rispettivamente nel 1997 e nel 2002.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 16
(http://www.ilregno.it)
Il commentario a Matteo di Ulrich Luz, docente alla Facoltà di teologia evangelica dell’Università di Berna, è destinato a segnalarsi come uno dei grandi commentari al primo vangelo. Quello di Matteo è il vangelo della prassi e della grazia. La vicenda di Gesù è per Matteo la storia fondante della vita della comunità e dell’essere umano, e il suo vangelo è qualcosa di molto differente da un semplice manuale di etica cristiana, come d’altra parte è un importante correttivo a qualsiasi tentativo di spiritualizzare e intellettualizzare la fede cristiana (cosa spesso accaduta nel cristianesimo occidentale). Il commento di Ulrich Luz si distingue per la particolare attenzione prestata all’influenza che il Vangelo di Matteo ha esercitato nella storia del cristianesimo e alle implicazioni che esso può avere per i tempi odierni.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2010
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Il nome di U. Luz, nell’ambito dell’esegesi del NT in genere e riguardo al Vangelo secondo Matteo in particolare, è senza ombra di dubbio tra i più conosciuti. Inutile intesserne gli elogi; le ripetute edizioni dei suoi volumi parlano da sé. Vale la pena piuttosto esprimere un apprezzamento per l’editrice Paideia, che ha scelto con coraggio di tradurre in italiano un’opera che nell’originale è di quattro volumi per un totale di circa 1.800 pagine. Non avrà la diffusione che ha avuto in Germania, ed è un peccato. Il pregio principale del lavoro di U. Luz, infatti, è di essere molto documentato e dettagliato, eppure assolutamente comprensibile.
La difficoltà maggiore sarà quella di tenere insieme la mole di dati che vengono forniti. Per le due parabole brevissime di Mt 13,32-33 (il granello di senape e il lievito), ad esempio, ci dobbiamo leggere ben 12 pagine (412-423); però non possiamo che apprezzare la chiarezza con cui, dopo la bibliografia e il testo di Matteo, vengono articolati i paragrafi: struttura, fonti, storia della tradizione, storia degli effetti, analisi versetto per versetto. Inoltre, l’analisi di questi pochi versetti va inserita nella presentazione di tutto intero il discorso di Mt 13,1-53, per il quale ci sono un’introduzione (posizione nel vangelo, struttura, fonti: 368-374), un excursus (l’interpretazione matteana delle parabole: 460-470) e un riepilogo (il messaggio di fondo del discorso delle parabole: 470-476). Oltre che per queste qualità, il lavoro di U. Luz si è imposto nel panorama esegetico per la sua prospettiva ermeneutica molto attenta alla storia degli effetti.
Nell’introduzione al primo volume dedica un paragrafo per chiarire il suo punto di partenza; nella premessa a questo secondo volume lo richiama in modo semplice ed efficace: «Quello che era ed è il mio intento risulta soprattutto dalla storia degli effetti del vangelo di Matteo: essa mostra come i testi siano stati sempre capiti, di volta in volta, in maniera nuova da uomini diversi, in tempi diversi, in confessioni diverse; non sono rimasti fermi nel loro significato originario, ma sono mutati: dimostrano di essere non tanto un serbatoio di significati, quanto piuttosto produttori di significato in situazioni nuove (…). Sono convinto che anche noi, oggi, ‘capiamo’, nel senso pieno della parola, i testi biblici soltanto se entriamo in essi, con tutta la nostra vita, la nostra fede e la nostra incredulità, e se nella nostra situazione scopriamo in essi un nuovo senso, il nostro personale senso, proprio come hanno fatto i padri. È allora che i testi vivono e ‘operano’. In questo caso capire e applicare vanno di pari passo, come in Matteo capire e fare (Mt. 13,19-23)» (9-10; corsivi dell’A.).
Per questo suo approccio, oltre che per la serietà dell’analisi «tradizionale», il volume di U. Luz è un unicum che non si può non consultare, studiando Matteo; quel che manca per la visione d’insieme – non sempre facile da individuare tra i meandri dell’analisi – lo si può recuperare nel suo volumetto La storia di Gesú in Matteo (Paideia, Brescia 2002).
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2011
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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