Ponzio Pilato. Storia e interpretazione
(Studi biblici)EAN 9788839407566
Ricostruzione storica della figura di Pilato, sulla base dei documenti storici disponibili, cioè le testimonianze dei Vangeli, di Filone e di Giuseppe Flavio, oltre alle fonti archeologiche e numismatiche. Oltre alla valutazione storica di una figura in sé importante, l’affascinante lavoro è un tentativo di vedere come essa fu usata come personaggio letterario negli scritti di vari autori giudei e cristiani del primo secolo d.C., a partire da determinati intenti retorici e soprattutto sotto l’influenza delle rispettive opinioni riguardo ai romani e delle situazioni politiche contestuali. Per gli evangelisti, in particolare, le vicende delle rispettive comunità furono il fattore fondamentale che determinò il modo di rappresentare il prefetto.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 10
(http://www.ilregno.it)
Per i cristiani Ponzio Pilato è il nome più noto dei governatori romani, essendo menzionato in ogni formula di Credo, che si recita nelle loro Liturgie. Tracce di sua nobiltà sono state intraviste nella famiglia Pontia, o negate seguendo il significato della parola pileus, berretto rosso dei liberti. Giuseppe Flavio attesta che fece fatica a comprendere la vita degli Ebrei e le loro usanze civili e religiose. Luca ricorda la strage di Galilei in una delle tante sommosse contro i Romani. Ma dopo il richiamo a Roma scompare dalla storia ed entra nella leggenda. Ma Pilato è ricordato soprattutto per il processo su Gesù e il gesto tradizionale – ma plateale – di lavarsi le mani. Il Cristianesimo antico ci ha dato due letture diverse di questa sua ambigua personalità, da un lato, in genere nel mondo orientale, facendone un penitente, e canonizzandolo assieme alla moglie Procula, dall’altro, in genere in Occidente, facendone un esiliato e suicida.
L’autrice del volume, specialista in storia e archeologia della Giudea del primo secolo dopo Cristo, insegna Nuovo Testamento all’Università di Edimburgo, ed ha già pubblicato originali studi, tra i quali si inserisce anche questa ricostruzione su Ponzio Pilato, che nell’edizione inglese porta la data del 1998, in cui puntigliosamente cerca di approfondirne il ruolo assegnatogli nelle testimonianze letterarie di Filone di Alessandria, Flavio Giuseppe e i quattro evangelisti canonici. Al primo capitolo, che delinea la situazione della provincia imperiale della Giudea romana in cui ebbe a operare Pilato, seguono altri sei, dedicati a ciascuna delle singole fonti, in particolare al modo in cui un lettore del primo secolo poteva intendere le azioni di Pilato a seconda della prospettiva adottata in questi testi riguardo alla potenza imperiale romana. Il capitolo conclusivo invece discute la storicità delle narrazioni neotestamentarie su Pilato e il processo di Gesù, dimostrando come sia possibile distinguere il Pilato della storia e i diversi Pilato dell’interpretazione, conservati dalla letteratura del primo secolo. Nell’ampia introduzione l’autrice passa in rassegna le numerose pubblicazioni sul personaggio di Pilato, dandone un giudizio puntuale, però motiva l’opportunità della sua ricerca per l’assenza di esaustive trattazioni in materia, che abbiano fatto sistematico spoglio delle fonti letterarie, archeologiche, numismatiche pertinenti alla storia del governatore della Giudea. La valutazione storica di Pilato, a suo giudizio, è certamente importante, perché si tratta senza alcun dubbio di un personaggio coinvolto in un processo memorabile, ma lo scopo principale del volume è orientato in una direzione leggermente diversa, in quanto vuol essere un tentativo di vedere come questa figura storica reale sia stata usata come personaggio letterario negli scritti di vari autori giudei e cristiani del primo secolo d.C. S’indaga in particolare se le diverse rappresentazioni letterarie siano state influenzate dalle opinioni dei loro autori riguardo ai Romani con i quali vennero a contatto.
Nei vangeli, ad eccezione di Luca, Pilato è il solo romano a essere presentato in ogni particolare. Probabilmente, essa insinua, anche gli autori moderni, consapevolmente o meno, hanno permesso alla situazione del momento di influenzare la loro immagine di Pilato, al pari degli autori antichi, «tanto più che essi non si erano impegnati a costruire racconti puramente storici, ma interpretavano consapevolmente gli avvenimenti per le esigenze dei loro lettori o per produrre determinate reazioni». Così fecero Giuseppe, Filone e gli evangelisti, e sarebbe un errore considerare i racconti giudaici su Pilato come storici in contrasto con i profili teologici dei vangeli, dal momento che tutte queste raffigurazioni di Pilato riflettono in grado maggiore o minore i fini retorici e le interpretazioni contemporanee dei loro autori.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 4, 784-785
(http://las.unisal.it)
-
22,00 €→ 20,90 € -