Conflitto e identità nella lettera ai Romani. Il conflitto sociale dell'epistola di Paolo
(Introduzione allo studio della Bibbia)EAN 9788839407528
In questo studio di 14 capitoli sulla lettera ai Romani, pubblicato in inglese nel 2003, Esler, professore di Critica Biblica all’Università di St. Andrews in Scozia, ed editore di numerosi studi sul cristianesimo delle origini, mira a illustrare le caratteristiche distintive che attorno alla metà del primo secolo dopo Cristo contribuirono a fare di Roma, e delle comunità del movimento di Cristo nella capitale dell’impero, un fenomeno unico rispetto alle altre località del bacino del Mediterraneo in cui si erano dispersi diversi gruppi etnici, tra i quali quello proveniente dalla Giudea, e dove si erano andate costituendo le prime comunità di seguaci di Cristo. Proprio in una tale situazione, considerata secondo una prospettiva sociale e culturale per molti versi inedita e innovativa, si inserisce la lettera di Paolo, la cui finalità appare come tentativo, quanto mai elaborato e pregnante, di riproporre l’identità del movimento di Cristo, in una forma in cui domina il riconoscimento della differenza etnica e l’assunto teologico dell’unicità del Dio che giustifica tutti senza distinzione. L’autore sottolinea l’attualità della lettera nel mondo d’oggi, lacerato da conflitti etnici, e pone in risalto come sia possibile preservare la propria e l’altrui identità etnica in un’identità comune, che non annulli, ma al contrario esalti, le peculiarità che distinguono gruppi etnici altrimenti diversi. Il tema è dunque di notevole interesse e attualità, perché il concetto di identità è riemerso sia sul piano delle discipline scientifiche e storico-culturali-politiche, incalzate da progetti di globalizzazione, sia sul piano delle religioni, portatrici tanto di progetti universali, quanto fautrici di rivendicazioni di identità che dividono. Ma l’affermazione dell’identità non è priva di rischi, quando s’identifica con la civiltà o ci si lasci tentare da progetti di uniformità o di egemonia, rischiando di diventare violenza pericolosa, se il diritto al riconoscimento diventa pretesto, pretesa e richiamo ad origini e radici inventate. In un momento di crisi di forme di pensiero di tipo universalistico, l’ossessione verso l’identità, in campo psicoanalitico, in campo antropologico, in campo culturale, tende a trasformare il noi in un solo io, e a considerare, con razzistico paradigma, come nemici gli altri, per il semplice fatto di essere altri.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 4, 789-790
(http://las.unisal.it)
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