La Sicilia del sole caldissimo, del mare profondo, delle storie pazze. La Sicilia delle pelli forti, dei preti e dei contadini, dei comunisti così comunisti da sgranare il rosario, degli atei burloni che si compiacciono del fatto. La Sicilia raccontata da Andrea Camilleri in “Gran Circo Taddei E Altre Storie Di Vigàta” (Sellerio Editore Palermo) risuona come un tamburo che ci batte il cuore e ci drizza i peli del corpo, con i sonagli. In ognuna delle otto storie raccolte nel libro, la popolazione siciliana viene presentata come un incredibile insieme di personaggi di un teatro ai primi del novecento, sfarzoso, o anche se povero, di classe. Personaggi del circo sempre ridicolo del fascismo e dei suoi trapezisti e clown pettoruti dall’umorismo nullo e dal machismo ridicolo e controproducente, o dell’orgia della ricostruzione. Storie di Vigàta. Storie di Sicilia. Vere e attuali anche se con più di cent’anni, alcune. Tutte in un tempo che fu. Anche allora, come nel tempo che è. Con la sua straordinaria maestria nel mescolare la vita bella, sporca e umile all’ironia delle piccole cose preziose e fredde, Andrea Camilleri fa sempre rima con sicurezza e qualità della narrazione, che risulta sempre simpatica e vicina al lettore.
L'eroismo e la comicità degli otto racconti, fanno di questa terra il ritratto di un pentolone che bolle piano, dal profumo buonissimo. Mentre l’autore gira il mestolo, ci si ritrova cotti a puntino, col sorriso stampato in faccia, a ripensare a quello che è stato e a come è stato possibile. E che forse li hai conosciuti per davvero quei personaggi raccontati così bene nei particolari. Ti sembra quasi che si. E se non erano loro, la situazione era identica. Ma non faceva ridere? Si che lo faceva. E lo fa ancora oggi, tanto.
Avvocati rampanti che rampano, studentesse studiose che studiano, chiromanti furbe che predicono il futuro, cornuti che si lucidano le corna lucidate, sullo sfondo più a sud d’Italia, poco prima, durante e poco dopo il ventennio fascista. Burla che da vivere non aveva di sicuro nulla di divertente. Quello che diverte in questi otto micro romanzi è proprio come le persone si approcciano alle situazioni grottesche con le quali vengono a contatto, o che più spesso creano o hanno contribuito a creare loro stessi. Problemi e risoluzioni pratiche con cui tutti hanno dovuto cimentarsi. Otto storie di un tempo per raccontare la storia senza tempo. Un compendio umano sulla Sicilia e sull’Italia, di ogni epoca.