Chi sono i “cattivi maestri”? Che cosa fanno e che cosa insegnano? E soprattutto: come riconoscerli? Le risposte nel nuovo pamphlet di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, noti al pubblico per una fortunata serie di manuali di taglio apologetico. Anche questa volta il lettore resterà piacevolmente sorpreso, di fronte a un libro che miscela in maniera avvincente il racconto giallo e il saggio. Due investigatori – i fratelli Santommaso – sono alle prese con un caso di omicidio. La vittima? L’uomo moderno. Poco alla volta si scoprirà che a ucciderlo è stato un’intera banda di “cattivi maestri”, che pontificano impunemente dai giornali, dalla tv, dalle cattedre universitarie, dagli scranni parlamentari, diffondendo una cultura che avvelena le anime. Dal comunista terminale al radicale libero; dal teologo demolitore al pauperista che veste Prada; dal catechista ridens al predicatore incontinente. Gnocchi & Palmaro individuano trenta tipi umani, li “fotografano” con impietosa ironia, mettendo a nudo il divario abissale fra mondo moderno e dottrina cattolica. Una vera e propria “inchiesta sui nemici della verità” che non vi lascerà indifferenti. Da non perdere l’ormai classico “Test” finale per scoprire “che tipo di detective sei”.
Tratto dalla rivista Il Timone n. 87 - anno 2009
(http://www.iltimone.org)
Due investigatori, i fratelli Santommaso, si aggirano per la Milano bene e quella dei bassifondi (ma soprattutto per quella bene) al fine di risolvere una serie di misteriosi delitti a sfondo “spirituale”. L’indagine fa da cornice a una serie di trenta gustosissime schede che delineano il “cattivo maestro”: si va dal radical chic (ambientalista illuminato, sessantottino riciclato, femminista impenitente) al kultural vip o pop (tra i primi scienziati in talare e filosofi postmoderni, tra i secondi strizzacervelli, maghi, presentatori, etc.), per approdare al clerical chic e – ahimé – al clerical choc.
Con la loro consueta maestria, Gnocchi e Palmaro analizzano il mondo culturale della comunicazione e della Chiesa facendo sorridere con vari calembour (ne riportiamo solo uno, per gli altri bisognerà procurarsi il libro: il capitoletto dedicato agli architetti contemporanei si intitola “Il buono, il brutto e il costoso”) e talvolta addirittura ridere, con impagabili battute ad effetto. Ma in realtà ci sarebbe da piangere, quando si pensa che tutti i “tipi” descritti sono quelli che, dalle loro poltrone di potere, dalle cattedre scolastiche, dalle pagine dei giornali, dagli schermi televisivi pontificano costantemente, guastando le menti di (e)lettori, studenti, ascoltatori, spettatori.
E la rabbia sale quando dal mondo culturale progressista (quasi naturaliter nemico della fede e della Chiesa) si passa a quello centrista (assolutamente imbelle) o addirittura a certo mondo clericale, per il quale il nemico principale sembra essere chi è fedele al Papa (soprattutto all’attuale) e il compagno con cui dialogare è chiunque altro: dal laicista (purché non sia un “ateo devoto”) al protestante, dal buddista all’ebreo o all’islamico, in nome di una religione “super partes” per cui è offensivo sostenere posizioni ormai “obsolete” come quella secondo la quale il cristianesimo è la vera religione e la Chiesa la depositaria della verità.
A ogni scheda viene aggiunto un identikit: come e dove scovare il cattivo maestro e come difendersi. Per esempio dal catto-notaio: questi è l’“arrendista” che dice nei confronti del divorzio, dell’aborto, della procreazione artificiale: “Io sono contrario, ma come si fa a dire di no? Bisogna ‘prendere atto’ della nuova realtà”, pronto però a mostrarsi intransigente se la realtà di cui “prendere atto” è quella del motu proprio sulla messa tradizionale “perché il vescovo (notoriamente superiore al papa) ha detto che Ratzinger ha sbagliato”.
Come affrontarlo? La ricetta è la seguente: «Raccontargli la storia di Lepanto (il brandy, non la battaglia) e fargli “prendere atto” di vari bicchieri. Poi si può tentare di indurlo a “prendere atto” della vittoria cristiana contro il turco infedele». Chiude il libro un delizioso test per comprendere che tipo di detective si è: i migliori risulteranno al livello di Padre Brown, i peggiori come l’ispettore Clouseau.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 59 - Novembre 2010
(http://www.radicicristiane.it)
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