Stanze della metafisica
-Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino
[Con risvolti di copertina]EAN 9788837226183
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DETTAGLI DI «Stanze della metafisica»
Tipo
Libro
Titolo
Stanze della metafisica - Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino
Autore
Leonardo Messinese
Editore
Morcelliana Edizioni
EAN
9788837226183
Pagine
200
Data
dicembre 2012
Peso
250 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
1,5 cm
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Umberto Masperi, masperi.umberto@yahoo.it il 12 luglio 2014 alle 10:36 ha scritto:
Un libro certamente impegnativo, per chi si “interessa” un po’ di filosofia.Utile per due ragioni,almeno: la competenza dell’autore ( che ha scritto molto sui filosofi presi in considerazione), l’importanza del discorso metafisico ( ed anti-metafisico) nel secolo scorso, ma che andrebbe riproposto anche negli anni che “scorrono”, inesorabilmente, agli inizi del NOSTRO terzo millennio. La mia lettura , devo ammetterlo subito, è stata condizionata dalla convinzione di fondo, che mi porta a non condividere le tesi dei due pensatori tedeschi e,per altro verso, dello spiritualista italiano, come continuo ad essere convinto della improponibilità della posizione severiniana ( al di là delle loro tesi- proposte, rimane il fatto che certe critiche alla metafisica classica ed al pensiero occidentale se questi fossero presentati ‘correttamente‘, e non viziate (le critiche) dalle lenti suoi propri occhi quando li si analizzi,risulterebbero fuori bersaglio). Due mie osservazioni: la scrittura è ‘alquanto’ pesante, a causa di troppe ripetizioni , ed enunciazioni sul modo di procedere dell’autore ( che,ripeto, ha notevole padronanza della materia, ma proprio per questo, al di là dell’origine dei singoli capitoli (alcuni da studi già pubblicati , e ora rivisti) potrebbe offrire al lettore pagine di uno stile più semplice e scorrevole); la proposta finale ( una rilettura della metafisica classica: Dio,creazione,”divenire”, che potrebbe conciliarsi con la critica di Severino contro il nichilismo del divenire) non mi convince ( le due posizioni Bontadini-Severino sono antitetiche REALMENTE. E nonostante la veneranda e terribile capacità di risposta alle critiche mossegli del filosofo bresciano la sua “interpretazione” del divenire va sempre puntualizzata e discussa; a mio modesto avviso non regge: quel ‘non-essere’ dell’ente che diviene è legittimamente criticabile come ‘nulla’ –assoluto ( per Severino), e quindi : il non-essere (dell’ente) identificato con l’essere, in contraddizione con l’assoluta verità dell’essere (parmenideo), la follia dell’Occidente? Atto,eterno, di creazione o apparire-scomparire degli “eterni”?).Se la mia ragione,coscienza, che non è eterna, da cui devo partire ed a cui devo sempre rimanere fedele, non è in grado di ‘vedere’ nell’ atto eterno di Dio creatore (ma solo quoad me) la verità (QUESTA) in modo adeguato, in sé, perché io che ho esperienza (cioè mi è “presente” come mi è “presente la verità dell’essere parmenideo)del non essere mio, nel mio divenire, devo rifiutare la verità, e non la follia-fede, dell’Occidente?