Il «Faust» di Goethe

Il personaggio di Faust ha avuto la sua più celebre rappresentazione nel capolavoro di Goethe che, fin dall'apparire della sua prima parte (1808), si è imposto come un libro fondativo della cultura occidentale. In Italia, la fortuna della tragedia goethiana si deve alla traduzione e ri-creazione che ne fece il "bresciano d'Europa" Giovita Scalvini; il suo Fausto (1835) ha fatto testo fin quasi al chiudersi del Novecento. Patriota ed esule, a stretto contatto con Foscolo e Mazzini, scrittore poliedrico e autore del primo degno saggio sui Promessi sposi, Giovita Scalvini (1791-1843) fu uomo di leggendaria incontentabilità. La sua poesia, celebrata tra gli altri da Niccolò Tommaseo, rimane per lo più allo stato frammentario e la stessa versione del Faust è stata soggetta a un incessante processo rielaborativo. Questa edizione critica ricostruisce, per la prima volta, la vicenda del libro, ponendo a testo l'edizione del 1835, debitamente emendata, e registrando in un ricco eppur chiaro apparato le varianti e le postille che Scalvini operò nel corso degli anni. L'introduzione ad ampio respiro di Irene Perini inquadra il lavoro, mentre la nota filologica del curatore Beniamino Mirisola guida il lettore attraverso il testo; infine, la postfazione di Maria Enrica D'Agostini mette a fuoco gli aspetti traduttologici. Non si poteva scegliere testo migliore per inaugurare l'Edizione Nazionale degli Scritti di Giovita Scalvini, sotto l'egida dell'Ateneo di Brescia.