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Descrizione
Questa prima traduzione di Emet ve-emunà (Verità e fede) ha un duplice significato: se per un verso contiene le Dichiarazioni su princìpi e valori del giudaismo conservative elaborate alla fine degli anni '80 del Novecento, dall'altro è un momento di chiarificazione interno alla stessa comunità in relazione al pensiero filosofico e teologico di suoi alcuni grandi rappresentanti, come Abraham Joshua Heschel. Conservative - aggettivo pressoché intraducibile in italiano - indica una visione del giudaismo coerente e al tempo stesso pluralista in merito alle problematiche introdotte dall'epoca moderna: il movimento femminile, le scoperte tecnologiche, la ricerca biomedica, la questione nucleare.Distinguendosi sia dal giudaismo riformato sia da quello ortodosso, questa corrente ha la statura di un pensiero ma è orientato all'azione, è ancorato alla tradizione e al tempo stesso teso a rispondere ai problemi dell'oggi. Al di là di facili contrapposizioni fra dottrine, leggerne i fondamenti, che pur descrivono una particolare identità religiosa, fa scorgere volti di un giudaismo non riducibili al caso isolato - quello americano - e intravedere un modello anche per le comunità ebraiche italiane ed europee proprio nel loro confronto con la modernità.
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Conservative, aggettivo pressoché intraducibile in italiano, indica una visione del giudaismo coerente e al tempo stesso pluralista in merito alle problematiche introdotte dall’epoca moderna: il movimento femminile, le scoperte tecnologiche, la ricerca biomedica, la questione nucleare. Si distingue sia dal giudaismo riformato, sia da quello ortodosso: rappresenta una corrente che ha la statura di un pensiero, ma è orientata all’azione, è ancorata alla tradizione e al tempo stesso tesa a rispondere ai problemi dell’oggi.
Tratto dalla rivista Concilium n. 3/2010
(http://www.queriniana.it/rivista/concilium/991)
Il vol. può essere diviso in due parti: la traduzione di Emet ve-emunà, la Dichiarazione su principi e valori del giudaismo conservative (corrente del giudaismo contemporaneo che si è progressivamente distinta dal mondo riformato e ortodosso) e due appendici di ricco commento al testo. Interessante è la ragione che ha spinto l’a., docente di Studi ebraici all’Università di Trento, a proporre questa traduzione: «Aiutare il dibattito in corso tra gli ebrei italiani, sempre più affannosamente alla ricerca di un’identità meglio delineata per far fronte alla sfida della propria stessa sopravvivenza».
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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