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Descrizione
Benedetto Carucci Viterbi tratteggia con maestria la storia di rabbi Aqivà, uno dei più grandi maestri dell'antichità [vissuto tra il 50-135 e.v.], a cui dobbiamo, quanto meno, la presenza nel canone biblico del Cantico dei Cantici, ma che fu anche tra i grandi testimoni - lui, figlio di pecorai, pastore a sua volta, analfabeta e ignorante - della bellezza dello studio, che ricompensa di ogni fatica e di ogni sacrificio. Spinto dalla moglie Rachel a intraprendere una vita di sapere, diventa guida morale nei giorni del pericolo, sostiene la rivolta di Bar Kokhba contro l'impero romano, e quando i rabbini si riuniscono per discutere se si debba anche rischiare la vita per insegnare la Torà, Aqivà, che morirà martire con il sorriso sulle labbra, risponde che se avessero abbandonato la Torà avrebbero anche abbandonato Dio. (Gabriella Caramore)
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Nella collana di volumetti che ripropongono le trasmissioni di «Uomini e profeti», qui è Benedetto Carucci Viterbi, preside delle Scuole ebraiche di Roma e insegnante di Studi ebraici del Collegio rabbinico di Roma, a raccontare la vita e l’opera di rabbi Aquivà, figura centrale del giudaismo rabbinico, con un ruolo di primo piano nella definizione del canone biblico.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2010 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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