Esaurito
Descrizione
Questo studio mette a fuoco per la prima volta la figura del chierico reatino Tullio Crispoldi, vissuto nei cruciali decenni del concilio di Trento, che videro il passaggio da una stagione animata da prospettive di confronto aperto alle istanze scaturite dalla Riforma protestante a un'età di ormai consolidata ortodossia teologica. Lungo tutto quest'arco di tempo, nel quale si delinearono le premesse e si definirono i contenuti della grande svolta controriformistica, costante fu l'impegno del Crispoldi per una riforma dal basso, individuale e collettiva, via via depurata nel corso degli anni da ogni esplicita implicazione ereticale. In tale prospettiva le opere del reatino offrono un'immagine più articolata del laboratorio veronese sviluppatosi intorno all'azione di rinnovamento del vescovo Gian Matteo Giberti e del suo contraddittorio tentativo di inaugurare una riforma della Chiesa che muovesse dai concreti problemi del governo pastorale.La biografia umana e religiosa del Crispoldi delineata in queste pagine consente di gettare uno sguardo originale sui passaggi, anche traumatici, di cui furono protagonisti uomini che combatterono in prima fila per il rinnovamento della Chiesa e furono capaci di trasferire alla successiva generazione postridentina un patrimonio di esperienze passato indenne attraverso le traumatiche cesure imposte dal trionfo inquisitoriale degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo.
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DETTAGLI DI «Tullio Crispoldi nella crisi religiosa del Cinquecento»
Tipo
Libro
Titolo
Tullio Crispoldi nella crisi religiosa del Cinquecento - Le difficili «pratiche del viver christiano»
Autore
Paolo Salvetto
Editore
Morcelliana Edizioni
EAN
9788837223397
Pagine
320
Data
giugno 2009
Peso
370 grammi
Collana
Storia
Recensioni di riviste specialistiche su «Tullio Crispoldi nella crisi religiosa del Cinquecento»
Tullio Crispoldi (1510-1573) appartiene a quella cerchia di personaggi non di primo piano, ma non per questo secondari, che a metà del Cinquecento tentarono di rielaborare le domande spirituali della Riforma come pratiche del vivere cristiano, in una condizione a mezzo fra i dibattiti teologici e la pratica pastorale. Collaboratore del vescovo di Verona, Gian Matteo Giberti, produsse numerosi scritti di meditazione spirituale e testi di preghiera che, coerenti con la devotio moderna e il magistero erasmiano, offrivano risposte alla crisi religiosa e alla domanda di riforma ecclesiale. Pur non uscendo mai dall’ortodossia romana, negli scritti legittima riferimenti considerati allora pericolosi, come la giustificazione per i meriti di Cristo, l’infinita misericordia di Dio, la vacuità delle opere umane. Il testo è un’accurata ricostruzione della sua vicenda personale e spirituale.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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