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Descrizione
È possibile tornare, dopo Kant, all'ontologia come analisi e ricerca delle strutture e delle categorie di un mondo extrasoggettivo? Ecco il quesito cui Nicolai Hartmann cerca di dare risposta mediante la rivisitazione del problema conoscitivo. L'ontologia hartmanniana poggia sulla reimpostazione del rapporto soggetto-oggetto, nel tentativo di liberare il reale dalle maglie della soggettività. Questo è, infatti, il presupposto essenziale per uscire dal correlativismo tra l'io ed il mondo, con il quale neokantismo, fenomenologia e, in fondo, persino lo stesso Kant, hanno liquidato l'autonomia di un «in sé» extracoscienziale. Hartmann, proprio a partire dall'atto di conoscenza, riappropriandosi dell'idea di intentio recta del conoscere e mediante la fondazione a priori della tesi del realismo naturale, cerca di riconferire indipendenza al mondo esterno; infatti, solo in questo modo è possibile, per Hartmann, iniziare il lavoro di costruzione dell'ontologia. Con Hartmann, la questione del realismo si ripresenta come problema speculativo: a ritornare è il senso e il peso ontologico della «cosa», come condizione e meta dello stesso inquisire filosofico. Un realismo che, nella sua classicità e profondità, è interlocutore essenziale per le nuove ontologie fiorite nel pensiero contemporaneo.
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DETTAGLI DI «Nicolai Hartmann. Dal conoscere all'essere»
Tipo
Libro
Titolo
Nicolai Hartmann. Dal conoscere all'essere
Autore
D'Anna Giuseppe
Editore
Morcelliana Edizioni
EAN
9788837223373
Pagine
224
Data
luglio 2009
Peso
270 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
15 cm
Profondità
1,6 cm
Recensioni di riviste specialistiche su «Nicolai Hartmann. Dal conoscere all'essere»
Saggio specialistico sul filosofo tedesco Nicolai Hartmann (1882- 1950) la cui tesi riguarda la ripresa dell’ontologia. Essa è riguadagnata «non postulando dogmaticamente un essere in sé, quasi in una sorta d’anacronistico ritorno pre-critico. Al contrario, è proprio a partire dall’analisi della questione gnoseologica... che H. può mostrare come dall’analisi del fatto conoscitivo emerga una tensione del conoscere che spinge, del tutto naturalmente, oltre l’oggetto interno. Proprio la trascendenza dell’atto gnoseologico costituisce il punto di partenza teoretico per portare alla luce... l’impossibilità di rinchiudere il reale all’interno dell’ambito coscienziale».
Tratto dalla rivista Il Regno n. 6/2010
(http://www.ilregno.it)
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