In ristampa breve
Descrizione
Dal maggio all'agosto del 1829 Hegel tenne sedici Lezioni sulle prove dell'esistenza di Dio. Una decisione che lasciò sconcertati non pochi contemporanei, ad esempio Goethe, ma che portava a compimento la vocazione profonda del pensiero hegeliano. Infatti, fin dagli anni giovanili lo sforzo di Hegel era stato di coniugare la scoperta del mondo moderno, la soggettività nel porsi come fondamento della libertà, e i contenuti propri della religione cristiana. Un problema che in quegli anni aveva avuto soluzioni diverse - in Jacobi, Schelling e Schleiermacher - e che in Hegel diviene l'occasione per mostrare come il movimento di Dio, in quanto estrinsecarsi dello Spirito nella storia, fosse lo stesso del movimento logico del concetto. Di qui il soffermarsi sulla prova ontologica di Anselmo, come se in essa si fosse mostrato nella sua purezza l'essenza del cristianesimo. È religione della libertà perché è manifestazione nel pensiero della potenza di Dio. Dio è pensiero in quanto è l'essere: un'identità che ancor oggi dà a pensare, fosse anche solo per cercare di smentire questa affermazione. Non solo: in queste lezioni il lettore scopre il fascino del filosofare hegeliano - della sua dialettica - nell'unire scientificità e ricchezza dell'argomentazione.
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Nel 1829 il filosofo tedesco tenne un corso sulle prove dell’esistenza di Dio. Tema che il più grande poeta del tempo, Goethe, secondo le coeve testimonianze definì semplicemente non più al passo con i tempi, spinto come era dalle ragioni di un panteismo che irrorava tanta parte della sua produzione artistica. Nonostante il clima avverso, Hegel proseguì nel suo intento. Scaturirono queste 16 lezioni che offrono al lettore la possibilità di vedere dipanarsi sotto gli occhi il movimento di Dio come movimento logico del concetto. Religione della libertà, dunque, perché manifestazione nel pensiero della potenza di Dio che è, al tempo stesso, pensiero ed essere che si sofferma con serrate argomentazioni sulla prova ontologica di Anselmo. Il testo, curato e tradotto dal noto studioso del pensiero hegeliano Adriano Tassi, contiene anche un prezioso glossario con i termini più ricorrenti e di più complessa interpretazione del filosofo di Stoccarda.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 22 del 2009
(http://www.ilregno.it)
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