Esaurito
Descrizione
Se il linguaggio ci caratterizza come umani, esso si concretizza solo nella particolarità di una lingua storicamente determinata. Nelle lingue e nel loro reciproco riconoscersi e tradursi vive quell'umanità una e plurale che ci appartiene da sempre, ma che il nostro mondo globalizzato rende oggi straordinariamente evidente, densa di rischi e di pericoli, ma anche ricca di straordinarie opportunità. Traduciamo, nel senso ampio del termine, non solo nello scambio fra le lingue, ma tutte le volte che parliamo e incontriamo l'altro in noi e fuori di noi.Questo libro mira a elaborare una filosofia della traduzione, che solo da poco tempo è diventata tema di riflessione filosofica, ponendosi alla scuola della fenomenologia ermeneutica di Ricoeur.
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Ciò che caratterizza la società degli uomini è la capacità di comunicare tra di loro con il linguaggio. Ogni società ne ha uno e per poter entrare in contatto con le diverse società ha bisogno di un reciproco riconoscersi e tradursi. Traduzione non solo a livello di lingua, ma anche, e soprattutto, come atto che compiamo nel momento in cui s’innesca una relazione con l’altro posto dentro e fuori di noi. Saper tradurre significa, dunque, porsi il problema di una filosofia della traduzione. L’a. a partire dalla scuola fenomenologica di Ricoeur elabora un possibile paradigma di tale filosofia. Testo di studio.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 16
(http://www.ilregno.it)
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