Esaurito
Descrizione
«Il lirico — insieme alla preghiera personale, che pone al centro del rapporto la propria persona e il suo patema — è il luogo, "eterno ed universale", dove la coscienza umana scopre L'"esistenza" e il sé si lega, nei flutti del principium individuationis, all'albero dell'Io per non soccombere».Una definizione a partire dalla quale l'autore si interroga sulla relazione tra lirica e filosofia nell'età moderna — ove il soggetto da presupposto diviene problema — e in Qohélet, ove lo sguardo poetico getta una fredda luce sulla creaturalità dell'esistenza e fa da controcanto alle certezze della sapienza. Quasi che lirica e filosofia, con movenze linguistiche diverse, si incontrino al cospetto di quell'enigma che va sotto il nome di uomo.
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Testo a metà tra letteratura, filosofia e teologia. In esso si riconosce alla lirica la capacità di evocare la coscienza dell’uomo moderno davanti a «uno sterminato, incredibile deserto di perché», dove l’io si dice nella crescente consapevolezza della sua solitudine e pochezza. Questo dato di coscienza è legato alla tradizione cristiana che esce dalla posizione oggettivistica della coscienza greca e fa della preghiera personale la figura di un io spaesato in un mondo che avrebbe dovuto tenere saldamente fra le mani.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 4/2008
(http://www.ilregno.it)
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