Sovranità della Chiesa e giurisdizione dello Stato

La dottrina ecclesiasticistica, come del resto quella costituzionalistica, ha generalmente dedicato poca attenzione al 1 o comma dell’art. 7 della Costituzione, dove è detto che «Lo stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani», afferma nell’Introduzione il curatore del volume, Giuseppe Dalla Torre. Attenzione di gran lunga maggiore, anzi assolutamente prevalente, è stata invece riservata al secondo comma dello stesso articolo, per il quale «I loro rapporti sono regolati dai Patti lateranensi (…)» (1). Ma questa disattenzione «ha avuto i suoi frutti. In mancanza, infatti, di una chiara definizione di quale sia l’ordine proprio dello stato e l’ordine proprio della Chiesa» (3), ne sono conseguentemente derivati problemi sul piano teorico e soprattutto su quello pratico, che il volume, raccogliendo una serie di studi in materia, analizza. I «nodi al pettine» sono suddivisibili in tre categorie. La prima è data dai casi nei quali in mancanza di una definizione pattizia di ciò che è di competenza della Chiesa, la giurisprudenza si è orientata in senso statalista: un esempio per tutti, il «caso» del card. Giordano, arcivescovo di Napoli (cf. Regnoann. 2000,245s), gestito da parte della magistratura inquirente come ordinario quanto a procedure investigative e cautelari. La seconda è quella dell’«erronea valutazione circa la portata delle norme pattizie», come nella polemica sulla privacy e i registri battesimali, dove il giudice ha negato la cancellabilità dei dati personali, adducendo come motivazione che poiché manca una regolamentazione pattizia fra stato e Chiesa in ordine alle specifiche sfere di competenza, «la loro delimitazione spetta in definitiva agli organi dello stato» (15). La terza è quella dei «casi di erronea interpretazione delle norme pattizie » (16), come messo in luce dal caso della complessa vicenda giudiziaria che ha coinvolto i dirigenti di Radio vaticana per l’emissione di onde elettromagnetiche.

M.E. G.

Tratto dalla rivista Il Regno 2009 n. 12

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