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Descrizione
A dispetto di antichi pregiudizi, Pascal è un pensatore che scruta l'uomo e la società con la speranza cristiana di chi crede che i discendenti di Adamo possano realizzare nella città terrena una giustizia meno ingiusta, per mezzo di istituzioni miranti al bene comune, e non all'interesse particolaristico di individui o di gruppi. E che Pascal non sia nemico dell'uomo si comprende dai tre Discorsi sulla condizione dei grandi, ove si delineano il profilo e l'operato del "re di concupiscenza". A differenza del re tiranno, che domina con la forza, il re di concupiscenza mira al benessere degli altri. Il suo è un "umanesimo imperfetto", che rimane al di qua della linea di demarcazione fra paganesimo e cristianesimo, impantanato in un mondo senza speranza e senza Dio. Da qui il necessario passaggio dal re di concupiscenza al re di carità che, riunendo in sé i valori dell'umanesimo e del cristianesimo, diventa il portatore di un pascaliano "umanesimo perfetto".
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DETTAGLI DI «Il re di concupiscenza. Saggio su Pascal etico-politico»
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La preoccupazione etico-politica è tutt’altro che assente nel pensiero di Pascal. Il suo argomentare esprime un realismo ottimista che affonda le sue radici nella speranza cristiana. Il segreto della politica è di rovesciare la miseria dell’uomo in grandezza, di usare gli istinti per la pace del popolo. A differenza del re tiranno, il «re di concupiscenza» mira al benessere di tutti. Attraverso la «libido dominandi» trasforma gli interessi degli individui nel bene comune. Impresa che tuttavia richiede una tensione dalla «concupiscenza» alla «carità». Solo allora i valori umanistici diventano cristiani e non tornano al disordine della violenza.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 18
(http://www.ilregno.it)
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