Incognita uomo. Corpo, tecnica, identità
(Strumenti/Bioetica e Medicina)EAN 9788834313350
Testo stimolante e ben argomentato, che affronta molte tematiche del dibattito bioetico. L'autrice mostra che la mente non è riduci bile al cervello, rinforza la dottrina dell'unità tra anima e corpo, insiste sulla continuità corporea come segno della continuità di una persona dal concepimento alla morte e spiega che chi nega (erroneamente) che l'embrione sia persona non riesce a dar ragione del compimento del primo atto personale. Viene analizzato anche il rapporto tra il corpo e la malattia, l'azione, la tecnologia, il cyberspazio e le macchine artificiali.
Tratto da Il Timone n. 71 - anno 2008
(http://www.iltimone.org)
Chi è l’uomo? Domanda a cui è difficile rispondere, eppure oggi con urgenza occorre dare risposta: l’attuale stagione tecnoscientifica, con l’accresciuto potere di trasformare la realtà è, di fatto, fonte di una rinnovata attenzione al tema dell’identità umana. I mutamenti rapidi che stiamo vivendo richiedono che tale questione sia oggetto di una riflessione ampia, senza semplicistiche riduzioni e tenendo presente l’ineludibile intreccio di diverse dimensioni e, pertanto, di vari ambiti del sapere.
La bioetica, infatti, esige per sua stessa natura l’interdisciplinarità. L’Autrice, consapevole di ciò, nel tentativo di gettar luce su questa realtà che, paradossalmente ci sta vicino ed è la più sconosciuta – la persona umana – così esordisce nell’Introduzione « Nello scrivere questo testo mi sono proposta di studiare il ruolo della corporeità nell’identità personale cercando di tenere presente quest’orizzonte pluridisciplinare. Le pagine che seguono non hanno certamente la pretesa di esaurire l’argomento affrontato che, come è testimoniato dalla vastità della bibliografia in merito e dalla complessità delle questioni, richiede un lavoro di ricerca che investe più competenze e più ricercatori.
L’obiettivo è, piuttosto, quello di offrire una riflessione che mostri non soltanto la possibilità, ma la necessità di coniugare i contributi di scienziati, esperti di nuove tecnologie, psicologi e filosofi» (p. XIII). La ricerca si articola in tre sezioni: la prima tratta dell’immagine dell’uomo così come emerge nel dibattito sul mind-body problem , ossia nella controversa relazione tra le due res di Cartesio; la seconda dell’azione nelle sue diverse forme come luogo in cui si manifesta, anche nell’esperienza del dolore e della malattia, la complessità dell’umano; la terza del corpo nelle prospettive di manipolazione e modificazione proposte nelle biotecnologie.
Una sottolineatura speciale merita quanto l’Autrice afferma ancora nell’Introduzione allorché fa notare come accanto alle timidezze del pensiero debole si colloca la solida fortezza della razionalità calcolante, disincarnata; chiara è la sua posizione: «Si tratta di cercare di capire qualcosa in più sull’uomo sforzandosi di preservare una fedeltà alla realtà, cercando di giustificare le affermazioni e ricercare il fondamento di ciò che ci si presenta come vero e di riconoscere i condizionamenti che possono rendere meno limpido il ragionamento. Questo, naturalmente, non preserva dall’errore, ma certamente impedisce di restringere il nostro sguardo a ciò che aprioristicamente abbiamo deciso risponda al concetto di “razionale”» (p. XIV). Mi sembra, questo, degno di nota, perché espressione di rigore e di equilibrio. Un altro merito di notevole rilievo è dato dalla presenza nel libro della Bibliografia ampia e aggiornata.
Tratto dalla Rivista di Scienze dell'Educazione n. 2/2008
(www.pfse-auxilium.org)
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