Esaurito
Descrizione
Può apparire una forzatura prospettare dubbi sul futuro di un binomio da millenni inscindibile: l'uomo e l'agricoltura. Eppure, mai come oggi, vi è attenzione problematica nei confronti di un'agricoltura che non pare più fatta per l'uomo. Di converso non v'è dubbio che questi non può ‘tradire' l'agricoltura, e dunque la natura in cui essa ha luogo. Molte critiche paiono dimenticare che il secolo XX è stato tempo di straordinari e imprevedibili cambiamenti: si pensi alla crescita enorme della popolazione, a una capacità tecnica in grado di produrre beni con bassa incidenza di manodopera, al progressivo spostamento della popolazione dalle aree rurali a quelle urbane, alla pressione crescente della popolazione umana sulle risorse naturali e, per quanto attiene all'agricoltura, all'incidenza sempre più marcata dei mezzi tecnologici. A ciò hanno fatto seguito reazioni per certi versi sproporzionate: il desiderio di un ‘paradiso perduto', il rifiuto della tecnica e di quanto ritenuto sopraffazione dell'uomo sulla natura, da cui il diffondersi, ad esempio, del vegetarismo e dell'agricoltura biologica.Il presente volume accompagna il lettore a riscoprire le ragioni di un cibo che implica il contributo dei vegetali, ma anche degli animali, e di un sistema agricolo che può essere sostenibile senza rinunciare alle tecnologie, ivi comprese le biotecnologie e gli OGM (organismi geneticamente modificati). Viene inoltre proposta una diversa visione della scienza e della tecnica, che rispetti le esigenze dell'umanità, e pertanto della natura, poiché fondata su uno spirito solidaristico di cui si auspica la ricaduta nelle leggi nazionali e nei regolamenti internazionali. Ciò al fine di perseguire la sicurezza del consumatore, la salvaguardia dell'ambiente e la sconfitta della povertà.
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DETTAGLI DI «L'uomo e l'agricoltura: quale futuro?»
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