Tempo di pirati globali, il nostro. Hanno i tratti ipertecnologici degli hackers che trovano un varco in bastioni informatici, o l’aspetto proteiforme dei contraffattori su scala planetaria. Però dietro il loro sfuggente anonimato, la loro incerta identità politica e la loro destrezza clandestina preme un albero genealogico antico e gremito di fuorilegge a viso scoperto: i briganti contemporanei vi compaiono solo come gli ultimi discendenti della variopinta torma che per secoli ha battuto l’Occidente dalle due sponde dell’oceano. Mancava finora un genealogista che avesse il talento di Adrian Johns nello scovare quei nomi dimenticati di editori, scienziati, industriali, ridando corpo e parola ai protagonisti di una guerra di corsa che fin dall’inizio ha toccato i presupposti della civiltà quale noi la intendiamo,
e che si combatte ancora con esiti apertissimi. Infatti nelle tipografie in cui si ristampavano illegalmente i libri o nelle fabbriche che mettevano indebitamente a profitto invenzioni brevettate sono state in gioco le idee di creatività, trasmissione, autenticità, plagio. Le nozioni stesse di diritto d’autore e di proprietà intellettuale hanno conosciuto un lungo travaglio. Johns ha anche il merito, davvero raro in chi affronta una materia così incandescente, di farci riconoscere sempre – senza tesi preconcette e nel rispetto delle circostanze storiche – le ragioni che oppongono gli incursori e i protezionisti, coloro che inneggiano alla libera circolazione dei prodotti dell’ingegno e coloro che giudicano i regimi proprietari di tutela gli unici compatibili con l’etica pubblica e lo sviluppo sociale. E di mostrarci il ruolo propulsivo che la pirateria ha talora svolto.
Ne uscirà arricchito il nostro lessico della legalità, e se verremo a sapere di plateali violazioni del copyright che protegge opere letterarie e musicali o di dispute su brevetti di farmaci e sementi, ci renderemo conto che lì la partita non riguarda soltanto malfattori e danneggiati, ma è di gran lunga più abissale e avventurosa, perché coinvolge i diritti di tutti.
Adrian Johns insegna Storia all’Università di Chicago. Si è occupato principalmente di storia della scienza e storia del libro, su cui ha scritto una ventina di contributi. Il suo saggio The Nature of the Book. Print and Knowledge in the Making (1998) ha vinto importanti premi, tra cui il Leo Gershoy Award dell’American Historical Association.